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Piccolo titano: la prova del Belcanto Pre-5

Belcanto
E-one Pre-5

Pre digitale, no grazie. Network, DAC, applicazioni smart: neanche l’ombra. Oggi si parla di un preamplificatore vero. Semplice, analogico, bilanciato. Insomma: un preampli che fa esattamente quello che dovrebbe fare, niente di più, ma lo fa bene. Siamo riusciti a mettere le mani su un preamplificatore Belcanto E-One Pre-5, uno dei fiori all’occhiello della prestigiosa azienda di Minneapolis. Dopo un consueto rodaggio, il sistema è stato spremuto per saggiare le sue capacità all’interno di una catena piuttosto varia. Allo stesso modo, è stata vasta la scelta delle tracce musicali. Non vi diremo subito il risultato apprezzato, perché si tratta di un macchinario, per quanto piccolo, affascinante e dalle capacità razionalizzate e solidissime allo stesso tempo.

Attenzione, si parla di hi-end. Quello vero, dove la ricerca dell’audio perfetto è la spina dorsale della mission del prodotto. Troppo spesso, ad oggi, si sente affibbiare titoli come questi a prodotti consumer. Qui, all’opposto, siamo altrove. Il Belcanto E-one Pre-5 è un prodotto eccellente, fatto in maniera semiartigianale in America, Minneapolis (Minnesota), da un brand che si distingue solo per i prodotti d’alta fedeltà, senza compromessi.

Il Belcanto Pre-5, comunque, non è poi così inarrivabile come prezzo, ma va visto certamente in una catena caratterizzata da prodotti di simil livello per poter essere apprezzato e compreso circa le sue non comuni capacità soniche.

Un cenno di storia

Belcanto
John Stronczer, il padre della Belcanto. Tecnico superbo, è stato un maestro ed un pioniere nella costruzione di ampli relativamente compatti, ma sublimi nella tecnica e nella qualità espressa.

Belcanto ( o bel cantonasce nel 1991 a Minneapolis dall’estro di John Stronczer, tecnico esperto in maniera particolare nel trattamento del segnale. John intendeva porre nei suoi amplificatori determinate qualità tali da poter esprimere, all’interno di un impianto stereo, l’effetto live della musica. Qualcosa che restava spesso inespresso e che, invece, rappresenta una componente importante durante l’ascolto.


Bel Canto, tuttora, è dov’è nata, a Minneapolis e, da diversi anni, è distribuita in Italia da Audio Point Italia.

Unboxing e remote controller

Belcanto
L’imballaggio del prodotto.

Il Preampli, ben imballato tramite una doppia scatola, come si conviene per prodotti di questa fattura, si presenta in modo semplice. Oltre al preampli in sé, nella confezione si ritrova un semplice cavo di alimentazione e un telecomando. Quest’ultimo, però, merita di essere attenzionato. Il distributore, infatti, ci ha inviato non il telecomando semplice, bensì il modello premium interamente in alluminio e smussato sugli angoli. Un autentico pezzo da collezione. Semplice, con pochissimi tasti e la scritta bel canto che campeggia sul frontale satinato. Per inserire le batterie bisogna svitare quattro viti sul posteriore. Sembrerà sfrontato, ma ricorda tanto il cockpit esoterico di alcune hypercar lussuose.

Anche il semplice telecomando, dunque, nella sua semplicità ci dimostra la ricercatezza del prodotto e la tipologia di messaggio che si intende trasmettere. Un prodotto hi-end che non lascia nulla al caso. Come l’assemblaggio del prodotto che si dimostra curatissimo.

belcanto
Il remote controller premium che pare di alluminio ricavato dal pieno.

Dati tecnici e estetica

Il preamplificatore Pre-5 è integralmente bilanciato, da capo a coda, senza scorciatoie. Non esistono, infatti, controlli di tono (non ce n’è alcun bisogno) essendo il preampli totalmente analogico e diretto nel trattamento del segnale. Il prodotto ha una componentistica eccellente, anche gli stessi cavi all’interno sono sublimi, esosi come i più validi cavi di potenza. Il Pre-5, comunque, ha anche uscite RCA, oltre che XLR (una per tipo). Nonostante sia privo di DAC, è dotato di una funzione che permette un accoppiamento al DAC 2.8, il convertitore della famiglia E-one (un tasto sul telecomando permette di utilizzare entrambe le macchine all’unisono). Le entrate sono: quattro di tipo sbilanciato ed una bilanciata.

La gamma dinamica espressa si attesta sui 125db, mentre la distorsione in uscita è inferiore ai 0,002%. L’impedenza di uscita è di 100 ohms, un dato tipico per preampli a stato solido di questa fascia.

Belcanto
Il Belcanto posa sul nostro lettore SACD Esoteric, sorgente del test.

Per quanto concerne il messaggio estetico, ci sentiamo di essere risoluti nella definizione perché questa macchina esprime un concetto che ci è molto caro. La sostanza, la qualità sopra ogni vezzo o forma inutilmente ricercata. Il Belcanto è così come lo si vede: granitico e composto nell’estetica, come è perfetto e ovunque versatile nell’utilizzo e nell’esibizione delle sue, sempre ottime, qualità sonore.

Un piccolo monolite, nero nel nostro caso (ma c’è anche silver) di dimensione a mezzo rack, con un display lungo il frontalino a caratteri verdi programmabili ed un semplice pomello in metallo che all’accessione è sempre in mute: un’accortezza per non stressare il finale. Esso è un potenziometro, ma premendo permette di azionare le (fortunatamente) pochissime operazioni effettuabili sullo schermo (come l’accoppiamento con il DAC della casa). L’accensione avviene tramite un interruttore sul posteriore e non può avvenire dal telecomando.

Un prodotto, dunque, che, grazie ai materiali pregiati e all’assemblaggio ad opera d’arte, è rigoroso, all’insegna dell’ahi-fi americano più ortodosso e razionale, quasi come fosse un giapponese (ma, come vedremo, non nel suono, orgogliosamente USA).

Il set-up della prova

Il preamplificatore non è stato utilizzato insieme agli altri componenti della famiglia Belcanto, bensì è stato posto in più catene audio composite. Particolare attenzione è stata posta nell’inserimento del prodotto al fianco dell’amplificatore finale, compagno naturale del preamplificatore. In questo senso, sono stati utilizzati due finali di provenienza e valore molto diversificato. In dettaglio, per ipotizzare un inserimento in una catena hi-fi di medio livello, è stato utilizzato un Advance Paris XA160, mentre è stato posto un McIntosh Mc302 come compagno hi-end di livello sostenuto. Come sorgente si è utilizzato un Esoteric SA60, mentre come diffusori di livello mediano, le superbe Monitor Audio Silver 300. I diffusori di riferimento sono state le decane Klipsch La Scala, un diffusore difficilmente piazzabile, ma ottimo compagno sia del Mc che, come abbiamo scoperto, del Pre-5.

Belcanto
Parte del setup utilizzato. A destra il gigante Mc302, dimostratosi poi un compagno ideale per il Belcanto. Sicuramente la scuola americana mostra di possedere una verace aria di famiglia.
Klipschorn
Le monumentali La Scala

Come suona? Il nostro punto di vista

Fra CD SHM, SACD (anch’essi SHM giapponesi), CD bluspec e CD 24 bit, la musica utilizzata come mezzo è stata varia. Dai Genesis e Pink Floyd, passando per le ottime edizioni giapponesi dei Dire Straits, gli Steely Dan ed infine il rock americano dei Lynyrd Skynyrd e le superbe edizioni hi-end DSD degli Outlaws.

Secondo il nostro punto di vista, è proprio la corretta implementazione di un preampli pregiato a cambiare radicalmente le qualità di un impianto audio. Come è noto a chi ha già rivoluzionato il proprio set-up con un preamplificatore importante, il suono, con un trattamento di preamplificazione fruttuoso, giunge a prestazioni prima non ipotizzabili. È, infatti, il pre che dona al suono struttura e carattere, che lo caratterizza per volume e correttezza nella ricreazione del palcoscenico, oltre che per profondità.

Rispetto ai preampli che abbiamo utilizzato come contraltari, e che non menzioneremo (di livello inferiore alcuni), l’impronta di questo pre-5, dopo un rodaggio piuttosto rapido (2 ore circa come prima ravvisabile sgrossatura) è stata manifesta. È proprio nella struttura, nei volumi fisici, insomma nella tridimensionalità palpabile del suono che si è consumata la prima netta differenza. Ogni canzone ha iniziato a suonare più vera, più presente e estremamente più sfaccettata in una maniera che è stata veramente foriera di grandi impressioni.

Belcanto
Esoteric e Belcanto.

Le sonorità delle così diverse registrazioni sono apparse ovunque più candide e morbide, dettagliatissime e assai precise nell’offrire all’ascoltatore ogni elemento della musica, portando in superficie suoni e strumenti prima oscuri e confusi. La timbrica, poi, perfettamente a suo agio con il finale, ha donato quella dolcezza tutta americana alla musica, sempre apprezzabile e mai stancante (nostri amici tecnici hanno poi osservato come, a livello di interfacciamento tecnico, le due elettroniche fossero perfettamente adatte all’accoppiamento tanto come circuiteria oltre che alla ovvia impedenza di uscita e ingresso).

Il suono è, di misura, più d’ampio respiro e voluminoso, tangibile nello spessore. L’effetto live è ravvisabile così come l’importante ampiezza del palcoscenico e l’ottimo posizionamento e diversificazione degli strumenti con le loro diverse parti e timbriche.

Un successivo elemento che vorremmo proporvi poiché così netto riguarda la frequenza media. È anche in questa situazione, assai importante nell’ascolto poiché pedissequamente diffusa, dove il Belcanto si dimostra una spanna sopra a molti suoi colleghi. Il trattamento del suono, sempre dinamico e vivo in ogni circostanza, perfetto per ogni sonorità poiché finissimo nella grana, dimostra grande perizia nella gestione del medio. Semplicemente perfetto ed equilibrato, capace di concedere grande intelligibilità e presenza alla musica.

Questo è quanto è stato trasmesso alla nostra sensibilità, ma non di consueto un preampli di questa fascia è adatto in ogni genere o accoppiamento (spendiamo poche parole rispetto all’uso con l’Advance: basti sapere che si è comportato benissimo, sgrezzando ed aprendo il suono in maniera sontuosa, ma è ovvio che il meglio del pre si possa apprezzare con macchine, diciamo, hi-end).

Giudizi, consigli e prezzi

Belcanto
Un piccolo titano. Americano nell’anima e con orgoglio poiché portatore di un suono vero, vivo, un carattere molto alive quanto dolce e caloroso, ma adatto ad ogni genere.

Adattissimo con il rock ed il blues, si distingue anche nel pop e, crediamo, praticamente in ogni dove, non mostrando criticità o mancanze, ma ponendosi come regolare eminenza grigia dietro ad un suono sempre regolare, preciso e ben realizzato in quanto a struttura. Bellissimi i medi, così come i picchi. Speciale la resa del retroscena e di tutte quelle sonorità di norma confuse, ombrose e spesso neanche percepibili. Grande differenza nella profondità musicale. Insomma, il lavoro di un preampli non potrebbe essere svolto in maniera più rigorosa.

Ci sentiamo di fornire due consigli specifici. È sicuramente corretto consigliare un accoppiamento con un finale americano, magari dotato di importante corrente (soprattutto se i diffusori lo necessitano, così da mantenere per tutta la catena l’aria di famiglia americana, che è comunque un dato di fatto). In secondo luogo, consigliamo di utilizzare, come noi abbiamo fatto, per tutta la catena il collegamento bilanciato XLR, poiché fa la differenza come volume e dinamica del suono (ovviamente a patto che TUTTA la catena sia VERAMENTE bilanciata e non lo sia solo nominalmente). In caso contrario si prediliga lo sbilanciato, evitando inutili rigiramenti del suono.

Il prezzo di listino del prodotto, presso il distributore ufficiale per l’Italia (Audio point Italia) ammonta a 2670 Euro (con remote controller standard).

 

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