Onkyo pare avercela fatta. Dopo complessi mesi di trattative ed indecisioni, con lo spettro del fallimento che pareva ormai costituire un futuro certo e prossimo, Voxx e Sharp si sono accordate con Onkyo.
Ve l’avevamo anticipato. Voxx, il proprietario americano di Klipsch e già importatore dei brand Elite e Pioneer in USA, ha confermato l’acquisizione di maggioranza dei colossi giapponesi Onkyo e Pioneer. La trattativa è durata un paio di mesi ma, alla fine, i due brand hanno trovato un accordo, che ha comunque del particolare.
Innanzitutto, la produzione della nuova gamma presentata a marzo ha la certezza di potere essere prodotta, cosa non scontata visti i recenti risultati commerciali ed i ricavi nulli degli ultimi tempi. La Sharp, nei cui stabilimenti malesi avviene la produzione degli AV Onkyo e Pioneer, come si era già annunciato, ha preso parte alla trattativa rendendo possibile una prosecuzione lineare degli assetti produttivi.
In questo modo prende vita una corporazione che ha dimensioni e fatturati inauditi per il mondo dell’hi-fi, potendo contare sui brand Voxx, la cui forza è Klipsch, Sharp ed ovviamente Onkyo e Pioneer.
La prima buona notizia risiede nella solidità del sistema produttivo del brand che, grazie a Sharp, potrà prosperare negli attuali stabilimenti.
Un secondo punto risulta la grande propulsione economica di Voxx, che figura fra le più solide ed imponenti corporazioni nel mondo dell’altà fedeltà.
Le coordinate dell’acquisizione
La trattativa non è stata, comunque, semplice, ed ha portato, alla fine, ad una acquisizione assai in ribasso rispetto alle capacità economiche ed all’effettivo valore del brand.
Certo, il valore di un’azienda è sancito immancabilmente dalla sua solidità economica e dalla fiducia della borsa e degli investitori, e Onkyo pareva particolarmente sfuggente da questo punto di vista a partire dalla cessione da parte di Gibson.
Insomma, alla fine i due acquirenti hanno accettato di farsi carico di Onkyo e di attuare una profonda operazione di risanamento, ma a condizioni capestro. Infatti, la somma dell’acquisto ammonta a soli 3,3 miliardi di Yen, quasi 25 milioni di Euro. Si tratta di un valore che sarebbe parso ridicolo fino al periodo pre-Covid. Le quotazioni aziendali, all’epoca, stando ai dati commerciali 2018-19, avrebbero garantito un valore non inferiore ai 100 milioni di Euro, un dato ben diverso.
La situazione è, però, ora differente. I 25 milioni, infatti, sono stati pattuiti non in risposta al valore del brand, ma per coprire il più possibile i debiti di Onkyo. Pare, infatti, che i debiti superino la cifra pattuita, ma che questa permetterà almeno il ritorno in condizioni economiche stabili.
Il futuro
Con la messa in sicurezza dell’azienda e la cura dimagrante sul corposo debito, Onkyo si può preparare per un futuro di crescita. La condizione indispensabile per fare ciò risiederà in una pronta ed efficiente produzione che possa riportare gli AV Onkyo e Pioneer nei negozi. Sarà, poi, vitale risanare la rete d’importazione dei brand, ora quasi inesistente, magari facendo leva sulla capillarità di Klipsch.
La competitività sul mercato ci si aspetta essere buona, anche in virtù dei molti premi conquistati dalla serie TX 696 e dalla serie RZ. Attendiamo, quindi, di ritrovare presto questi prodotti in tutti i negozi di alta fedeltà.
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