Se ancora siete indecisi su quale TV “non LCD” acquistare, ecco una breve guida per capire le differenze tra i TV OLED tradizionali e i più recenti QD-OLED
Tra poco più di tre settimane prenderà il via il CES 2024 e i principali produttori di TV (se non tutti, quasi) coglieranno l’occasione per svelare i loro nuovi TV della gamma 2024. La rivalità più forte nella fascia alta del mercato sarà sicuramente quella tra i TV OLED tradizionali e i più recenti “ibridi” QD-OLED, approdati sul mercato lo scorso anno con i modelli Sony e Samsung di prima generazione e confermati quest’anno con una seconda generazione che ha fatto vedere davvero grandi cose (si pensi solo al QD-OLED Sony A95L, definito da molti esperti il miglior TV del 2023 (ma a che prezzo!).
I produttori di TV OLED hanno però risposto alla grande con i modelli top di gamma dotati di tecnologia MLA e anche quest’anno si preannuncia quindi un’ennesima battaglia a suon di luminosità di picco, ricchezza cromatica e naturalmente prezzi. Cogliamo quindi l’occasione per fare un piccolo recap sulla tecnologia QD-OLED ed evidenziare le principali differenza tra questa e l’OLED tradizionale.
La tecnologia QD-OLED, di recentissima introduzione sul mercato anche se ne parla dal 2018, è una sorta di ibrido che sfrutta due approcci distinti. La sigla QD sta per Quantum Dots (termine che fino allo scorso anno abbinavamo unicamente ai TV LCD), ovvero nanocristalli semiconduttori che agiscono da filtri di colore e che vengono utilizzati per migliorare la resa cromatica. OLED significa invece Organic Light Emitting Diodes, termine che si riferisce ai diodi organici che emettono luce quando attraversati da una corrente elettrica.
Nei pannelli QD-OLED, i nanocristalli di Quantum Dots vengono posizionati sopra gli strati di diodi organici. Quando la luce prodotta dagli OLED attraversa questi nanocristalli, avviene una conversione selettiva della luce. Come detto, i Quantum Dot fungono da filtri di colore, permettendo di regolare con precisione la lunghezza d’onda della luce emessa. Questo processo migliora la purezza dei colori, consentendo la creazione di uno spettro cromatico più ampio e preciso.
Dovendo riassumere le differenze tra TV QD-OLED e TV OLED tradizionali (ai quali ci si riferisce spesso anche con i termini OLED WRGB o WOLED), potremmo descriverle in questi punti.
- Gamma cromatica: Una delle principali differenze tra la tecnologia QD-OLED e quella OLED tradizionale riguarda la gamma di colori. I Quantum Dot, come già detto, aggiungono una dimensione extra alla regolazione dei colori, consentendo di riprodurre tinte più sature e accurate. Questo risultato è evidente soprattutto nei colori ad alta luminosità, sui quali i TV WOLED tendono a essere leggermente “inquinati” dal bianco, o comunque a non avere la purezza delle tinte generate dai Quantum Dot.
- Durata: Teoricamente dovrebbe essere il contrario (le componenti organiche da preservare sono quelle destinate alla sola luce blu), ma alcuni recenti test (come quello di RTINGS) hanno dimostrato che, in certe condizioni di test “estremi”, un pannello QD-OLED finisce con il risentire maggiormente del fenomeno del burn-in rispetto a un pannello WOLED di ultima generazione. Parliamo però di scenari altamente improbabili con un uso normale del TV e quindi l’utente medio non dovrebbe farsi spaventare dalla maggior “vulnerabilità” dei QD-OLED al burn-in.
- Luminosità: Anche qui parliamo di differenze difficilmente visibili a occhio nudo, soprattutto mettendo a confronto i TV QD-OLED e WOLED del 2023 (quindi non i QD-OLED 2022 di primissima generazione). I TV OLED top di gamma di quest’anno come quelli della gamma G3 di LG raggiungono picchi di oltre 2000 nit grazie alla tecnologia MLA (Micro Lens Array) seppur in situazioni limite (solo con contenuti in HDR, modalità di immagine Vivida e in una finestra bianca del 3% dello schermo). I TV QD-OLED di quest’anno come i modelli della serie S95C di Samsung non si discostano molto da questi valori (solo leggermente più alti), anche se chi cerca la massima luminosità possibile deve rivolgersi ancora al segmento LCD con retroilluminazione Mini LED (i TV Neo QLED top di gamma di Samsung, ad esempio).
- Angoli di visione: La struttura dei sub-pixel dei TV QD-OLED permette angoli di visione ancora maggiori, ma si tratta di una differenza pressoché impercettibile, visto che anche i TV OLED tradizionali assicurano angoli di visione estremamente ampi.
- Varietà di dimensioni e risoluzioni: in questo campo vince nettamente il settore WOLED, che può contare su modelli che vanno da 42 a 88 pollici, mentre i QD-OLED si trovano solo da 55, 65 e 77 pollici. Inoltre, i WOLED (almeno per quanto riguarda LG) offrono anche l’opzione 8K, che invece manca per i QD-OLED. E non dimentichiamo la varietà di brand. A produrre TV WOLED ci sono infatti LG, Panasonic, Sony, Philips, Samsung, Hisense, Bang & Olufsen, Loewe e Metz, mentre al momento solo Sony e Samsung propongono a listino TV QD-OLED.
- Prezzi: I prezzi bene o male si equivalgono. In media quelli di listino sono più elevati per quanto riguarda i QD-OLED, ma in pratica, tra le varie offerte online, le differenze sono davvero poche. Un QD-OLED Samsung S95C da 55 pollici parte online da circa 1450 euro contro i 1550 di un LG G3 di pari dimensioni, mentre se si prende Sony il suo QD-OLED A95L da 55’’ parte addirittura da quasi 2900 euro contro i 1500 euro del modello WOLED A80L.
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