Disponibile a partire da 219 euro, Oculus Go è un visore VR che punta tutto su prezzo e praticità, mentre per i contenuti c’è ancora parecchio da fare.
Se state leggendo questa recensione, è probabile che non possediate già un visore VR. Perché? Perché, a meno che non siate grandi appassionati di gaming o che Ready Player One non vi abbia sconvolto (in positivo), oggi come oggi non ci sono molti motivi per salire a bordo del carrozzone della realtà virtuale. Resta il fatto che l’interesse attorno a Oculus Go è notevole, anche perché si tratta della cosa più vicina a un visore VR per le masse mai vista prima sul mercato.
Un dispositivo venduto a prezzi ragionevoli (219 e 269 euro per le versioni con 32 e 64Gb di storage interno) che si connette allo smartphpone (Android o iPhone) tramite Bluetooth e che viene fornito con una suite di contenuti per giocare (ma non solo). In più non ci sono cavi tra i piedi e lo smartphone, a differenza del Gear VR di Samsung, non va inserito all’interno del visore, ma può essere lasciato anche a metri di distanza (o fin dove lo consenta la portata del Bluetooth).
Design
Più visori VR abbiamo testato, più abbiamo imparato a conoscere i loro fastidiosi limiti di design. Che si tratti di PlayStation VR, HTC Vive Pro o Oculus Rift, accade sempre la stessa cosa durante l’utilizzo: il viso si scalda, gli occhi si “seccano” e l’intera esperienza diventa stancante per l’utente dopo circa un’ora al massimo. Migliore però è il design del visore, più tempo passerà prima che avvertiate questi fastidi e fortunatamente Oculus Go fa tutto il possibile per compensare eventuali disagi.
Rispetto al Gear VR, che ha una “mentalità” piuttosto simile, Oculus Go è infatti una proposta di gran lunga superiore sia dal punto di vista del design, sia per il fatto che, come già accennato, si tratta di un dispositivo autonomo che non utilizza lo smartphone come schermo surrogato. Realizzato con una combinazione di plastica, tessuti traspiranti ed elastici, Oculus Go è il visore VR più piacevole e comodo che abbiamo mai indossato. Le sue fasce in velcro sono estremamente facili da regolare, e con il peso che si ferma a 467 grammi, il Go è abbastanza leggero da non provocare fastidi al collo dopo un uso prolungato.
Inoltre, grazie alla sua natura autonoma e alle sue dimensioni ragionevolmente minime (190mmx105mmx115mm), infilare Oculus Go in un zaino e portarselo dietro è tutt’altro che proibitivo. Come controlli a bordo troviamo inoltre solo un pulsante di accensione e spegnimento, un regolatore del volume, un jack per cuffie da 3,5 mm e una porta di ricarica microUSB. Tutto qui.
Oltre al visore però Oculus fornisce anche un piccolo controller alimentato a batteria AA per la selezione di contenuti, l’interazione con gli ambienti virtuali e altre cose. Un piccolo pezzo di plastica con un grilletto, due pulsanti frontali e un touchpad che si adatta perfettamente alla mano e che non è così fragile come il controller di Gear VR. Come pacchetto in sé è davvero difficile criticare Oculus Go, ma le cose cambiano quando si inizia a usarlo.
Video e audio
Una volta terminati i pochi minuti necessari per configurare Go tramite l’app di Oculus disponibile per iOS e Android, potrete finalmente immergervi in tutte le esperienze virtuali che vorrete. Mentre la maggior parte dei visori VR utilizza un pannello OLED, Go è dotato di un pannello LCD a commutazione rapida da 5,5’’ con risoluzione WQHD da 2560×1440 pixel. Perché? Semplice: i display OLED sono più costosi da realizzare rispetto a quelli LCD. La rapidità di risposta del pannello è poi essenziale in ambito VR perché assicura che la vostra mente creda all’esperienza in cui è stata scagliata improvvisamente (e alla quale non è abituata), evitando il più possibile il fenomeno del motion sickness (nausea e fastidi vari) tipico delle esperienze in realtà virtuale
Se questa rapidità si è rivelata molto efficace anche con i giochi più “intensi” (prendete per esempio lo shooter su binari Coaster Combat, ottimo test per saggiare la resistenza del vostro fisico alla VR), in realtà non tutte le esperienze in VR ci sono piaciute. Guardando ad esempio Captain America: Civil War con Oculus Go, sembra di avere di fronte un tablet di cinque anni fa. Non che sia un’esperienza del tutto negativa, ma i colori non sono così nitidi come ci saremmo aspettati e le cose possono diventare un po’ incerte e confuse nelle sequenze più movimentate.
In termini audio invece Oculus Go è molto meglio e questo anche se non si collegano i propri auricolari (o le proprie cuffie). Troviamo infatti due speaker già integrati nel visore e funzionano sorprendentemente bene. Tutto infatti è nitido e chiaro da ascoltare e questa configurazione consente di passare il Go ai vostri amici senza dover fare lo stesso con un paio di auricolari appena usati (cosa non proprio ideale a livello igenico), Inoltre, a meno che non si metta il volume al massimo, dall’esterno l’audio si percepisce appena.
Contenuti
Per quanto Oculus Go sia un visore VR ben costruito e con alcune comprensibili trovate per ridurre i costi di produzione, il problema deriva dal fatto che non c’è poi molto da fare con dopo averlo indossato. La libreria software infatti è limitata agli stessi titoli che potete già giocare su Gear VR, mentre alcuni dei giochi migliori per Oculus Rift come Lone Echo e Superhot VR non sono inclusi in questa lista.
A essere sinceri non ci aspettavamo il contrario, visto che a differenza di Oculus Rift che sfrutta la potenza di PC di un certo livello, questo visore si affida al SoC Qualcomm Snapdragon 821 e non a una scheda grafica di diverse centinaia di euro come quella che si trova in un tipico PC assemblato per la VR. E anche così si spiega il prezzo così aggressivo di Oculus Go. Inoltre i circa mille contenuti tra giochi, app ed esperienze virtuali che potete scaricare e installare nella memoria interna del Go si basano su un sistema di solo orientamento. Questo permette di inclinare la testa e allungare le mani per interagire con uno spazio virtuale, ma non di camminare e muoversi nello spazio reale (come si fa invece con HTC Vive ad esempio).
Oculus Go è pensato chiaramente come un acquisto aggiuntivo a un tablet, un TV o una console e non come un loro sostituto, soprattutto perché la durata della batteria è di due ore e mezza al massimo. Ecco perché Oculus Go cerca di andare oltre (non riuscendoci granché) offrendo contenuti come Oculus Rooms, un’app in cui potete interagire con gli avatar dei vostri amici giocando a carte e guardando film in 3D di dubbia qualità. Se però volete incontrare amici online, è meglio usare FaceTime o giocare a Fortnite e non sperare che la VR di Oculus Go aggiunga chissà cosa a una tipica esperienza social.
Verdetto
Oculus Go è un prodotto davvero particolare. È conveniente, facile da usare e comodo come ci si potrebbe aspettare e questo questo non è qualcosa che si può dire della maggior parte dei visori VR odierni di fascia alta, che sono molto più ingombranti, costano di più, si affidano ancora ai cavi e richiedono un PC ben corazzato (o una PlayStation 4 nel caso di PlayStation VR).
Detto questo, il Go non riesce (almeno per ora) a superare la mancanza di contenuti davvero imperdibili. Certo, ci sono alcune buone esperienze che potete provare anche diverse volte, ma ci sono altrettanti (se non di più) contenuti che francamente lasciano il tempo che trovano. Se quindi Oculus Go non è un visore VR per le masse né tanto meno per l’hardcore gamer, per chi è? Onestamente non lo abbiamo ancora capito e proprio questo rende difficile raccomandarne l’acquisto.
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Riassunto
Disponibile a partire da 219 euro, Oculus Go è un visore VR che punta tutto su prezzo e praticità, mentre per i contenuti c’è ancora parecchio da fare.
Pro
Più confortevole e comodo di altri visori VR
Facile da usare
Buona qualità audio
Contro
Display così così
Pochi contenuti davvero validi
Scheda tecnica
Display: LCD da 5,5’’ e 2560×1440 pixel
Connessioni: microUSB, jack audio da 3,5mm
Peso: 467 grammi
Dimensioni: 190mmx105mmx115mm
Sito del produttore: www.oculus.com/go/
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