Laptop e schermi portatili iniziano a mutare il formato da 16:9 rettangolare verso una proposta più espansa in verticale
Nel corso del tempo abbiamo imparato ad amare ma anche odiare la forma rettangolare 16:9 dello schermo della quasi totalità dei laptop offerti a mercato, ma ora la proporzione sedici noni ha iniziato a cedere il passo.
Un cambio di tendenza venuto a galla alla recente kermesse interamente virtuale del Consumer Electronic Show, con diverso rapporto d’aspetto degli schermi. Trattasi di fatto del rapporto tra larghezza e altezza, che per quanto variabile anche in base alle performance tecniche del relativo display ha dovuto sempre adattarsi alle proporzioni widescreen dello stesso: tra le più comuni 1280 x 720, 1920 x 1080, 3840 x 2160.
La rivoluzione degli schermi rettangolari fu pionieristica nell’universo analogico all’epoca del tubo catodico e dei primi, costosissimi, esemplari di schermi diversi dal rapporto quadrato 4:3. Almeno all’inizio non servivano pressoché a nulla, se non per andare incontro a rarissime trasmissioni sperimentali e rari supporti preregistrati in widescreen (comunque non anamorfico). Cambiata in parte la domanda del mercato IT e virata dell’industria verso proporzioni alternative, sta di fatto che ora è meno scontato incrociare uno schermo 16:9. Peraltro non si vive di solo display rettangolare, dove diverse necessità potrebbero condurre a desiderare uno sviluppo verticale dello schermo.
I laptop Apple hanno già variato il loro aspetto, con i MacBook proposti a mercato in 16:10, mentre quando si tratta di mondo PC e sistema operativo Windows il formato 16:9 resta prevalente, benché non più unica scelta. Questa piccola grande rivoluzione in corso vede la transizione dal rettangolo a una forma più quadrata, con rapporto aggiornato a 3:2 o 16:10. Lo sviluppo in orizzontale rende la manovrabilità meno immediata quando ci si trova a dover governare più finestre, con decadimento della praticità in quanto costretti ad abbassare l’ordine di grandezza degli elementi fino a dimensioni impossibili da gestire senza correre il rischio di errore.
Se lo scopo primario del laptop non fosse la visione e/o manipolazione di materiale video o il gaming, è più probabile che un aspetto meno rettangolare una volta provato non lo si abbandonerebbe tanto facilmente. Tra chi ha abbracciato il 16:10 c’è LG con i laptop Gram 16 e Gram 17, risoluzione 2650 x 1600, altro brand che ha virato al 16:10 è Lenovo. In questo caso i laptop sono svariati, a partire da quelli di punta come il ThinkPad X1 Carbon Gen 9 e X1 Yoga Gen 6. Si tratta di schermi LCD da 14” pollici anch’essi più alti e meno larghi, con maggiore superficie su cui tenere sotto controllo finestre multiple e ridurre lo scorrimento verticale.
Le risoluzioni da 1920 x 1080 passano per esempio a WUXGA 1.920 x 1.200, fino al top UHD 3.840 x 2.400. E ancora il Lenovo IdeaPad 5 Pro 2560 x 1600 / 16:10, l’Asus ROG Flow X13, fino a 3840 x 2400 / 16:10, l’HP Elite Folio 1920 x 1280 / 3:2 e il convertibile business Dell Latitude 9420 2-in-1 2560 x 1600 / 16:10. In futuro si dovrebbe poter sempre contare su display 16:9, ma la fetta di mercato dei ‘diversi’ auspica un’ulteriore espansione anche verso gamme intermedie e basse.
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