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Netflix migliora l’audio delle tracce in 5.1 e Atmos

Netflix

Il formato High Quality Audio di Netflix punta a migliorare l’esperienza audio grazie a una nuova soluzione adattiva e a bit-rate dinamici.

Che finora la qualità dei contenuti proposti da Netflix abbia convinto molto di più sul versante video che su quello audio non è un mistero, nonostante i film e le serie TV in Dolby Atmos siano ormai piuttosto numerosi. Anche in questi casi però la resa audio di queste tracce multicanale non è mai stata strepitosa e, a lamentarsi della cosa, sono stati addirittura i fratelli Duffer, gli autori di Stranger Things.

Insoddisfatti dell’audio di alcuni episodi della loro serie TV sia sul versante del mixing ambientale, sia nella resa delle alte frequenze, i Duffer hanno iniziato a parlarne con Netflix, che ha così deciso di mettere mano al sistema di streaming audio trovando una nuova soluzione adattiva. In pratica, come succede con il video, anche le tracce audio d’ora in poi si adatteranno alla larghezza di banda a disposizione dell’utente, che in caso di una linea molto performante potranno contare su un’esperienza audio migliorata.

Con questa novità le tracce in Dolby Digital 5.1 avranno un bit-rate compreso tra 192 kbps fino a 640 kbps, mentre quelle in Dolby Atmos, per ascoltare le quali bisogna essere abbonati al priamo Premium, andranno da 448 kbps fino a 768 kbps. I bit-rate massimi in questi due casi saranno contrassegnati dalla dicitura High Quality Audio, che Netflix chiama “perceptually trasparent”. Come avrete capito dal bit-rate, non si parla affatto di tracce audio lossless (senza compressione), anche perché da un servizio in streaming era difficile aspettarsi codifiche di questo tipo.


Secondo Netflix questo significa che, nonostante l’audio sia compresso, “è indistinguibile dalla sorgente originale. Sulla base di test di ascolto interno, dei risultati dei test di ascolto forniti da Dolby e da diversi studi scientifici, abbiamo stabilito che per il Dolby Digital Plus oltre 640 kbps la qualità della codifica audio è percettivamente trasparente. Potremmo anche andare oltre, ma nonostante i file abbiano un bitrate più alto (e occupino una maggiore larghezza di banda) non apporterebbero alcun valore aggiunto all’esperienza di ascolto”.

Una dichiarazione un po’ sibillina che non ci convince del tutto, ma per dirlo con certezza ci riserviamo di ascoltare con attenzione questo nuovo formato audio, sperando che la qualità audio del servizio possa migliorare e mettersi al pari con quella video che, nonostante i bassi bit-rate, riesce ad assicurare una resa davvero superba considerando la natura streaming del servizio.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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