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Natale in vintage – Nintendo Classic Mini

Natale in vintage ripercorre l’era delle console che hanno fatto la storia del videogame casalingo, ora in versione miniatura. NES – Nintendo Classic Mini

Nato nel lontano 1889, Nintendo è uno dei brand più antichi e amati nell’ambito ludico nipponico, cui da sempre è associato il volto di Mario, l’iconico idraulico ancora oggi amato da milioni di gamer e Nintendo Classic Mini è qui per celebrarlo. Passato ai videogiochi elettronici a metà anni ’70 occorre arrivare sino agli ’80 per assistere alla nascita del primo Famicom, console per videogame che fuori Paese fu chiamata NES.

Sul Nintendo Entertainment System giravano titoli a 8 bit, vendette circa 62 milioni di pezzi in tutto il mondo a partire dal 1983. Il passaggio a software e programmazione 16 bit di Nintendo è segnato con l’introduzione a mercato del Super Famicom, ovvero il Super NES dal 1990 sino al 2003 con 49 milioni di apparati venduti.

A partire dal 2016 c’è stato un ritorno agli albori e il rilancio delle antiche game console a partire proprio dagli storici progetti Nintendo con la versione vintage ridotta del NES. Ridotta si ma impeccabile dal punto di vista della riproduzione anche se di dimensioni ridotte. Le vendite iniziarono a novembre di quell’anno e la risposta degli appassionati non tardò già in fase di prenotazione.


Design identico all’originale con differenze nell’utilizzo: presente solo la forma del vano dove in origine si introduceva la cartuccia, assenti anche i terminali lato e retro mentre i comandi ‘Power’ e ‘Reset’ sembrano proprio gli stessi anche se il secondo non esegue un restart del firmware bensì consente l’accesso ai vari menù tra game e opzioni. In termini di connessioni in questo caso è disponibile un’uscita audio/video digitale HDMI nella parte posteriore dove è collocata anche la presa micro USB attraverso cui passa l’alimentazione.

Si può tranquillamente connettere il cavo USB all’equivalente terminale del televisore così come del monitor piuttosto che sfruttare un eventuale trasformatore per cellulare. Attenzione che nella confezione è presente un solo controller, il secondo va acquistato a parte oltre al fatto che il cavo del pad misura solo 80 cm contro i 2 metri della versione originale.

In presenza di schermi di grandi dimensioni (discorso a parte per i videoproiettori) sarebbe opportuno procurarsi cavo HDMI + USB di lunghezza adeguata, rassegnandosi a giocare in prossimità della console.

Pensare alla tecnologia dell’originale NES a distanza di 35 anni fa certo sorridere: microprocessore Ricoh 2A03/2A07, 4,35 kB di memoria RAM e unità GPU per la grafica RP2C02 (NTSC)/RP2C07 (PAL), fino a 64 oggetti in movimento e 25 colori in contemporanea, risoluzione 256 x 240 pixel col sistema europeo PAL, 256 x 224 in NTSC.

Eliminato il vano cartuccia NES Classic è un sistema chiuso che offre 30 giochi, in grado di gestire agilmente l’elaborazione audio e video così come l’operatività attraverso un sistema su chip unico, impiegato in ambito smartphone (Allwinner R16) e unità grafica Mali400MP2.

Nettamente superiore a quelle che parrebbero le esigenze iniziali, potenza adeguata alle necessità di offrire la migliore esperienza videoludica su schermi contemporanei a 60 Hz di frequenza e un’ottimizzazione per ciascun titolo che può girare in modalità perfezionata, 4:3 oppure tramite ‘Tubo Catodico’ riproducendo le linee tipiche del vecchi televisori analogici.

Elemento di non poco conto il discorso salvataggio, all’epoca retaggio di pochissimi titoli (i dati venivano registrati su floppy disk da 5” ¼ oppure su batteria interna) mentre tutti gli altri andavano completati nell’arco della singola sessione: da questo punto di vista non ci sono più problemi in quanto per ciascuno dei titoli ci sono 4 slot di salvataggio, per salvare la sessione e riprenderla successivamente.

Se questo NES Classic fosse la vostra prima console e aveste necessità di capire meglio il funzionamento dei vari titoli è possibile via rete accedere ai manuali originali (formato PDF) anche solo in inglese.

È vero i giochi non sono molti, specie se paragonati al volume di titoli prodotti da Nintendo e terze parti nell’arco di vita del NES ma siamo comunque di fronte a scelte ben ponderate, a partire da Zelda con doppia offerta: The Legend of Zelda e Zelda II: The Adventure of Link.

Zelda non è stato tra i titoli disponibili al lancio ma guadagnò subito ampio spazio tra i giocatori grazie all’ambientazione fantasy in un misto di puzzle, esplorazione ed elementi action. Ganon, re del male, mira a impossessarsi della ‘Triforza’, scomposto in otto frammenti dalla principessa Zelda per evitare che possa recuperare il monile della saggezza che gli donerebbe potere sconfinato.

Il gamer impersona Link, eroe deciso a confrontarsi con Ganon ma prima ancora mettere le mani sui frammenti, il divertimento da parte di chi si cimentò con questo titolo fu scoprire un concept non lineare dove l’esplorazione era libera e consentiva un livello di libertà di movimento e interazione innovativi per l’epoca.

Fu seguito da The Adventure of Link, altro action RPG nuovamente in compagnia di Link sempre alla volta di Zelda, in questo caso addormentata in un sonno eterno da un mago malvagio.

Rimanendo in ambito fantasy, come per la Sony PlayStation Classic anche qui troviamo un titolo di Final Fantasy, il capostipite del fortunato e ricco franchise che salvò la Square dalla bancarotta. RPG con scontri a turno, il gamer all’inizio deve formare la sua squadra attraverso 6 classi.

In misura simile al cult Dark Crystal (1982) di Jim Henson e Frank Oz anche qui si narra di cristalli del potere, 4 che controllano i 4 elementi (terra, acqua, fuoco, vento) sino al momento in cui la loro luce non va a esaurirsi aprendo le porte a malvagie creature che invadono la Terra e dove i Guerrieri della Luce sono chiamati a riportare l’ordine e la pace per territori flagellati dal caos. Qui gli appassionati di giochi di ruolo possono scoprire la genesi di una serie ancora oggi di grande successo.

Per l’azione più sfrenata sicuramente Galaga, di Namco, è lo sparatutto fantascientifico a schermata fissa evoluzione ed erede del concept primordiale legato a Space Invaders in cui un’astronave a scorrimento laterale affronta orde di vascelli alieni di diverso colore e potenza di fuoco.

Divertente tornare a questo coloratissimo game ma è altrettanto vero che l’opzione delle sole tre astronavi in partenza è poca cosa rispetto al volume di fuoco e assalto del nemico, rendendo quasi sempre inutili i tentativi di andare oltre la terza ondata, in questo senso il rischio di frustrazione è dietro l’angolo.

Baburu Boburu, in occidentale Bubble Bobble è il classico platform bidimensionale da 100 livelli in cui i fratelli Bubby e Bobby sono stati mutati in piccoli draghi sputa bolle alla volta del Barone Von Blubba che ha rapito le rispettive fidanzate. Il divertimento certo non manca ma occorre prenderci la mano e attuare un minimo di strategia per riuscire a spuntarla in ogni quadro, che diventa sempre più articolato e complesso da risolvere.

Un altro arcade tipico delle sale giochi degli anni ruggenti in cui viene da domandarsi in quanti riuscirono ad arrivare alla fine. La pubblicazione risale al 1986.

Disponibile al cosiddetto ‘Day One’ c’era Donkey Kong, altro storico platform che presentò al mondo il personaggio di Mario l’idraulico col compito di salvare la fidanzata rapita dal gorilla Donkey Kong.

Una corsa contro il tempo in cui il nostro piccolo e colorato eroe deve saltare i barili che lo scimmione gli tira addosso ma può anche distruggerli tramite un martello, che però lo rallenta nella scalata alla vetta. Come qualsiasi arcade che si rispetti il livello di difficoltà aumenta col passare dei quadri e la ripetitività resta il punto debole.

Castelvania e il sequel Castelvania II: Simon’s Quest sono altri due platform a scorrimento in cui si affrontano mostri, vampiri, palle infuocate, pipistrelli e cavalieri, composto da 6 livelli ciascuno col proprio boss finale si può arrivare nel giro di un tempo relativamente breve alla fine confrontandosi col signore dei non morti e di una orrenda creatura che prende il suo posto prima di vedere il castello sprofondare negli abissi.

Almeno in questo caso la possibilità di arrivare al traguardo è più elevata che con altri progetti di metà anni ’80. Piacendo il genere suggeriamo caldamente di selezionare un must assoluto della raccolta, Ghosts ‘n Goblins, sempre a scorrimento orizzontale (o verso l’alto) guidando un cavaliere con tanto di armatura che affronta un mostro dietro l’altro, sino al momento in cui non perde le difese e diventa vulnerabile. Sulla falsa riga c’è anche il simpatico e divertente Mega Man 2.

Per chi ama lo sport c’è Punch-Out!!, guidando il boxeur Little Mac sul ring, scontrandosi con avversari sempre più agguerriti. Nella versione originale del 1987 lo sfidante massimo all’ultimo incontro era niente meno che Mike Tyson, poi però scaddero i diritti e venne sostituito da ‘Mr. Dream’, che è quello che ritroviamo in questa proposta. Mosse ridotte, schivate e contrattacchi un po’ alla buona e un livello di controllo poco appagante sono gli ingredienti di quello che fu un altro game di successo.

Il confronto finisce dando o ricevendo il classico colpo senza via di scampo che genera il knockout oppure se si viene buttati al tappeto per 3 volte piuttosto che ai punti alla fine del terzo round. Una volta capiti i movimenti e soprattutto la tempistica delle schivate non è difficile primeggiare. Gli avversari appaiono sempre più grande del proprio pugile e il giudice sul ring assomiglia maledettamente a Mario l’idraulico (vedi sopra).

L’offerta dei platform con Super Mario è ampia e rispetto al personaggio e alle sue avventure riteniamo non ci sia da spendere parole per ricordare che il vessillo di casa Nintento non poteva che ricevere una bella accoglienza con i primi tre concept a lui dedicati a cui si aggiunge lo spin-off di Donkey Kong, ovvero Mario Bros. del 1983, in cui debuttava il fratello di Mario, Luigi.

Presente anche il rompicapo Dr. Mario. E ancora il fantasmino Kirby e la sua prima apparizione su NES, anche se aveva già debuttato su Game Boy, altro platform fantascientifico come Metroid e alla sua replica fantasy Kid Icarus, peraltro piuttosto noioso per l’accompagnamento musicale, lo storico Pac-Man, i picchiaduro Ninja Gaiden e Double Dragon II: The Revenge. Lo sparatutto a scorrimento Gradius o Super Contra, il simulatore di guida motocross Excitebike, l’eroico scalatore che deve recuperare le verdure rubate da un condor gigante in Ice Climber e l’avventura dinamica Star Tropics.

La console è acquistabile a 59,98€. Per ulteriori informazioni: link diretto al sito Nintendo NES Classic.

© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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