Il Melco N100 è una scelta eccellente se state cercando uno streamer-server di alta qualità con storage integrato e avete già un DAC di un certo livello
La maggior parte degli specialisti dell’audio fa fatica a entrare nel settore degli streamer e dei server audio. Con la loro esperienza nell’elettronica analogica tradizionale o nell’ingegneria meccanica, il mondo dei dischi rigidi, dei protocolli di rete e dell’ingegneria del software associato a questo tipo di prodotti è spesso molto al di fuori della loro comfort zone.
La soluzione ovvia, nonché quella adottata da tutti i produttori tranne quelli più grandi, è di collaborare con specialisti in grado di fare tutte queste cose e acquistare un modulo completo già configurato e pronto funzionare nel migliore dei modi. Era più o meno lo stesso ai tempi del compact disc, quando la maggior parte delle aziende hi-fi specializzate finivano per acquistare meccaniche trasporto, display e software associato da Philips o Sony.
Ma per Melco il discorso è diverso. Essenzialmente l’ala hi-fi di Buffalo (un grande player nel mondo dei computer noto per le sue soluzioni di archiviazione e prodotti di rete), Melco parte già con un certo know-how alle spalle quando si parla di lato informatico dell’hi-fi e lo si capisce molto presto osservando il suo nuovo streamer-server audio Melco N100, disponibile in Italia a un prezzo di listino di 2100 euro.
Caratteristiche
Melco N100 offre 2 TB di spazio di archiviazione (l’equivalente di circa 3000 CD) e include i software MinimServer e TwonkyMedia. Sapendo quanto sia importante taggare i giusti metadati sui vostri file audio, Melco offre anche un software dedicato che fa riferimento a più database per garantire che ogni file sia classificato nel modo più accurato possibile, con trattamenti specifici per le esigenze dei diversi tipi di musica. Ad esempio, nella musica classica in cui sono inclusi più lavori in un singolo album, è importante identificarli così come l’album. Lo stesso vale per le informazioni sul compositore.
Abbiamo usato e testato un certo numero di server musicali nel corso degli anni e il Melco N100 è probabilmente il più elegante e meno invadente che abbiamo visto. Il layout di controllo del pannello frontale è semplice e, insieme al display piccolo ma brillante, l’N100 è abbastanza facile da configurare. Anche il manuale in dotazione merita una menzione per essere ben strutturato e di facile comprensione. La connettività è limitata ma copre tutti gli elementi essenziali. Troviamo infatti tre ingressi USB 3.0 e due di questi possono essere utilizzati per collegare l’N100 a dispositivi di archiviazione esterni come chiavette e dischi rigidi o unità ottiche per il ripping dei CD. Il terzo ingresso USB è invece destinato all’uso con un DAC esterno.
Questo Melco non ha infatti un DAC integrato e se quindi volete usarlo come streamer, ad esempio per riprodurre musica dalla sua memoria interna, dovete aggiungerne uno. In fase di test optiamo per l’eccellente Qutest di Chord (1399 euro), che si è rivelato un partner musicale perfetto. Esistono poi due porte Ethernet, una delle quali viene utilizzata per il collegamento alla rete e l’altra si collega a uno streamer stand-alone. Non ci sono concessioni alla connettività wireless e questo non è del tutto sbagliato se si considera la stabilità aggiuntiva fornita da una connessione cablata.
Melco ha anche un’app dedicata, ma attualmente funziona solo su iPad. Se utilizzate un iPhone o uno smartphone Android, dovrete utilizzare alternative di terze part come mconnect Player o simili, che comunque funzionano abbastanza bene.
Costruzione
La qualità costruttiva del Melco N100 è decisamente buona, con un solido chassis rifinito secondo standard elevati. Il telaio è realizzato in acciaio spesso 2 mm, con gli altri pannelli che sono invece in alluminio. Melco ha optato per un design interno fansless per ridurre al minimo il rumore indesiderato e infatti l’unità risulta estremamente silenziosa durante l’uso. È chiaro anche da questi particolari come Melco presti molta attenzione al modo in cui i suoi prodotti sono realizzati.
Colleghiamo l’N100 alla nostra rete e utilizziamo il nostro streamer di riferimento Naim ND555/555PS di riferimento per confrontare le sue prestazioni come server con il nostro abituale Naim Uniti Core (che viene però venduto di default senza disco rigido). L’altra differenza principale tra i server è che il Naim include un’unità disco per il ripping dei CD mentre il Melco no. La società produce in realtà un’unità dedicata chiamata D100, ma il prezzo di 1100 euro ci sembra francamente eccessivo e ci sono molte alternative più convenienti sul mercato.
Qualità audio
Carichiamo gli stessi file musicali (alta risoluzione e qualità CD) sia sull’N100, sia sull’Uniti Core e li ascoltiamo sul nostro sistema di riferimento, che include il combo pre/finale Burmester 088/911 Mk 3 e i diffusori SCM 50 di ATC. Le differenze non sono enormi ma si notano, sia che ascoltiamo una sinfonia di Shostakovich o l’album To Pimp A Butterfly di Kendrick Lamar. I file audio tramite il Melco escono più nitidi e puliti. I bordi iniziali delle note sono più precisi e la presentazione generale è leggermente più stabile.
Tuttavia, questi stessi file audio hanno maggiore corpo e fluidità quando usiamo il Naim e scorrono ritmicamente meglio. Ma alla domanda su quale sia meglio, dipende molto dal gusto personale e dal sistema utilizzato. Usiamo il Melco N100 anche come streamer autonomo, ascoltando la musica sia dal suo storage integrato, sia da quello del Uniti Core. Il Melco può far fronte praticamente a tutto, dai file PCM a 32 bit/384 kHz fino ai file DSD512, e supporta anche Tidal e Qobuz. Funziona davvero bene quando è associato al DAC Chord e, in questa configurazione, è al pari delle migliori soluzioni di streaming che abbiamo ascoltato in questa fascia di prezzo.
Ascoltiamo You Want It Darker di Leonard Cohen e la combinazione Melco/Chord fa un ottimo lavoro comunicando l’atmosfera meditabonda del brano. Ci sono tantissimi dettagli e il sound è ben organizzato, con i toni quasi burberi di Cohen che arrivano con la giusta quantità di autorità. C’è anche una buona dose di spinta da quella linea di basso minacciosa, che dà alla canzone una base piena e solida. Tutto sembra incredibilmente dettagliato, ma con abbastanza in termini di espressione dinamica, impatto e spinta per evitare che le cose sembrino troppo analitiche.
Discorso altrettanto positivo quando riproduciamo la Quinta Sinfonia di Beethoven. L’accoppiamento Melco/Chord offre un suono potente ma controllato, con un palcoscenico preciso che sfrutta bene l’ampiezza della registrazione. Non possiamo davvero lamentarci quando si tratta di autorità sonora o di impatto. Tonalmente il tutto suona in modo uniforme e aperto, con una buona dose di calore naturale e una raffinatezza che non tende mai all’aggressività o alla durezza.
Verdetto
Il Melco N100 è una scelta eccellente se state cercando uno streamer di alta qualità con storage integrato e avete già un DAC di un certo livello. Il patrimonio informatico della società si distingue inoltre per il funzionamento semplice e senza complicazioni, rendendo l’N100 altamente raccomandato.
© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.
Sommario
Il Melco N100 è una scelta eccellente se state cercando uno streamer di alta qualità con storage integrato e avete già un DAC di un certo livello.
Pro
Facile da usare
2 TB di storage
Sound pulito, espressivo e preciso
Contro
Necessita di un DAC esterno per lo streaming
Scheda tecnica
Storage: 2TB
Servizi streaming supportati: Qobuz, Tidal
Dimensioni: 6.1 x 21.5 x 27cm
Peso: 3kg
Prezzo: 2100 euro
Sito del produttore: www.melco-audio.com/
Distributore italiano: www.hifiunited.it
© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.