Si chiama Magic Leap One ed è il primo modello di occhiali dedicati allo spatial computing prodotto dall’omonima azienda statunitense
Il Magic Leap One potrebbe rivoluzionare il modo in cui ci relazioniamo con la realtà che ci circonda e presto potremo scoprirne pregi e difetti.
Se la realtà virtuale stenta a guadagnare il mercato mass market quella aumentata potrebbe avere maggiori chance di cogliere interesse con molteplici applicazioni, non ultimo aiutare i diversamente abili. Budget di grande rilievo e investitori altrettanto importanti da tempo hanno scommesso sul progetto Magic Leap, azienda statunitense fondata nel 2010 e sostenuta da colossi del calibro di Ali Baba e Google. Un patrimonio che nel 2017 è stato stimato in 4.5 miliardi di dollari.
Magic Leap One è il primo progetto a concretizzarsi nell’arco dell’estate 2018, un paio di occhiali che per forma richiamano quelli indossati dai saldatori anche se più accattivanti e futuristici. L’idea alla base quella di miscelare sapientemente, attraverso un’area di proiezione prossima agli occhi, la realtà che circonda con elementi 3D generati al computer sfruttando la fotonica del silicio.
La ricerca scientifica non ha mai smesso di concentrarsi sul silicio come mezzo di trasmissione ottica (la lunghezza d’onda è sempre quella di 1,55 micrometri, la stessa impiegata nella trasmissione dati a fibra ottica). Alla base dell’industria dell’elettronica il silicio è un elemento chimico che sta prevalendo rispetto ad altri materiali nella realizzazione di chip nell’ambito dei computer quantistici.
Magic Leap ha da poco annunciato la disponibilità del One attraverso il colosso americano delle telecomunicazioni AT&T, anche se per il momento non si ha una data precisa mentre il prezzo pare sarà prossimo a quello di uno smartphone di fascia alta. Tra le specifiche rese note l’impiego del processore Nvidia Tegra X2, Soc basato su architettura Pascal (CPU Nvidia Denver2 ARMv8 64 bit dual core + ARMv8 ARM Cortex-A57 quad core 64 bit).
A sinistra il sistema di alimentazione e trasmissione poco ingombrante facile da ancorare alla tasca dei pantaloni. A destra il joystick per aumentare il grado di interazione con gli elementi virtuali. Click per ingrandire
L’integrazione di elementi a quelli visibili nel campo di osservazione è la nuova frontiera dell’interazione realtà-uomo-computer, con le potenzialità offerte dal riconoscimento dei movimenti della mani e la navigazione attraverso elementi del desktop, per comunicare o per esempio entrare in gioco in modalità multiplayer assieme ad altri utenti che indossano il medesimo apparato o più semplicemente partecipare a una virtual round table.
Rispetto alla gestualità non è da intendersi al medesimo livello ottenibile tramite terminali fisici VR bensì la rilevazione di gesti statici o l’identificazione di specifiche zone della mano.
In uno dei video demo in cui gli sviluppatori approfondiscono il mix-up tra realtà ed elementi virtuali è osservabile un mostricciattolo digitale che sbuca dal nulla scagliando una pietra contro l’utente, che può schivare oppure distruggere intervenendo con un gesto a mano nuda.
Si tratta di piccoli device test comunque in grado di palesare le possibilità del Magic Leap One. Con l’augurio che possa essere disponibile anche per il mercato europeo nell’arco dei prossimi mesi, non escludiamo la presenza al prossimo evento IFA Berlino. Al momento non è dato sapere se ci sarà opportunità d’uso anche per portatori di occhiali da vista o se le lenti potranno essere adattate in funzione dello specifico deficit visivo.
Per ulteriori informazioni: link diretto al sito Magic Leap.
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