Parafrasando la nota pubblicità di una delle acque più bevute in Italia, per sovrapposizione potremmo trasportare il concetto nel contesto della nostra amata passione per l’Alta Fedeltà. A ben vedere, infatti, anche i sistemi di riproduzione Hi-Fi possono esibire prestazioni lineari (lisce), colorate (gassate) oppure connotate da quella piacevolezza di fondo la quale, seppure derivante da una certa alterazione dei parametri di base, porta ad un risultato sonoro comunque corretto.
Di apparecchi ad alta fedeltà che fanno della linearità il loro cavallo di battaglia ne esistono a iosa – sono sempre esistiti – e sempre si sono uniformati a quella corrente di pensiero che intende il risultato sonoro finale il più possibile scevro da influenze che possano alterarne la correttezza timbrica.
Giusto, giustissimo anzi, solo che fin troppo spesso un eccesso di linearità in Hi-Fi porta ad un suono spento, privo di mordente, stitico come ebbe a definirlo un noto recensore di una rivista di settore.
A tale proposito – anche perché lo considero davvero emblematico e non riesco a dimenticarlo – rammento il test pertinente misure ed ascolto effettuati su un preamplificatore fono di altissimo profilo, prodotto da una nota ditta a sua volta conosciuta per la precisione delle sue realizzazioni, sia dal punto di vista meccanico che da quello elettronico e prestazionale, il cui costo è attualmente di circa 7000 euro; non cito il brand perché non rappresenta il motivo scatenante dell’articolo e potrebbe essere fuorviante.
Ora, a prescindere che una cifra simile induce necessariamente a ritenere pressoché perfetto un simile dispositivo, scoprire dalle misure che la risposta in frequenza è tutto fuorché lineare lascia quasi di stucco.
In un altro contesto – intendendo con ciò un test effettuato su un apparecchio molto meno costoso e di media qualità – un simile risultato sarebbe stato commentato negativamente, quasi con orrore se si pensa che l’alterazione della risposta rilevata era prossima ai 5 dB (!) a partire dai 20 Hz fino a circa 300 Hz, una porzione di banda in grado di conferire un elevato peso alla prestazione generale; non solo, a questo si accompagnava un evidente arrotondamento della parte alta che in combinazione con quanto appena esposto – ed in aggiunta al fatto che utilizzasse valvole quali dispositivi attivi – contribuiva inevitabilmente a caratterizzare il suono del suddetto preamplificatore.
Aspetti che in Hi-Fi dovrebbero rappresentare qualcosa di non gradito, almeno in apparenza.
L’ascolto ovviamente, non faceva altro che corroborare quanto il grafico della risposta lasciava intuire: riassumendo le conclusioni del recensore, questi riportava suono pieno e corposo con una evidente e piacevole morbidezza di fondo generale…e ci credo, con una simile alterazione della risposta avrei voluto leggere il contrario!
L’aspetto curioso ed importante però è un altro: ovvero il fatto che un dispositivo assolutamente non lineare sia descritto positivamente, e ciò accada proprio nel contesto nel quale – a causa della non linearità descritta – dovrebbe essere bocciato senza appello.
Attenzione: non sto affermando che si tratti di un apparecchio non performante, solo evidenziando quanto la lettura di dati strumentali oggettivi e concreti sia ampiamente gestibile in base alla prestazione e, probabilmente, al censo del prodotto.
Cosa significa? Che in Hi-Fi – forse – la linearità assoluta non è necessariamente sempre un bene, questo a prescindere da quella sorta di personalizzazione del risultato sonoro nota come MyFi.
Un po’ come nel caso dell’acqua quindi – quando una lieve presenza di gas contribuisce al gusto ed alla piacevolezza della bevuta, non necessariamente migliore ove questa sia liscia – anche un sistema ad alta fedeltà può esibire prestazioni che, seppure non perfette dal punto di vista strumentale, siano in ogni caso in grado di provocare positive emozioni d’ascolto.
L’importante è che la fonte (sonora in questo caso) sia in grado di dissetare in maniera soddisfacente l’appassionato di Hi-Fi.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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