Editoriali I consigli di AF Digitale

LIBERAMENTE AUDIOFILI: la parte confusa della passione

Un approccio eccessivamente disinvolto al mondo dell’Alta Fedeltà appare in grado di spingere alcuni presunti audiofili verso pericolose derive culturali, qualcosa che evolvendo nel tempo li allontanerà sempre più dalla realtà fornendo l’impressione che tutto sia possibile.

In generale, uno dei segreti che gli audiofili dovrebbero adottare al fine di evitare ricadute filosofiche – ovvero evitare oscure astrazioni mentali – è quello di affrontare argomenti oggettivi, caratterizzati cioè da una tangibilità di fondo che li renda inconfutabili.

In altre parole, evitare per quanto possibile supposizioni che in virtù della loro inconsistenza, possano portare a ragionamenti astrusi e totalmente privi di senso.

Essere appassionati di una data materia impone una crescita culturale – almeno se il fine è quello di vivere a pieno il proprio hobby sfruttandone gli aspetti tecnici più caratterizzanti e piacevoli – in mancanza di ciò si diventa casuali spettatori di un evento.


Qualsiasi passatempo si scelga – a prescindere dalla tecnologia che più o meno lo connota – è composto da una serie di informazioni, un insieme di dati che più o meno velocemente assorbito, con il passare del tempo diventa parte integrante della nostra cultura specifica.

In tal modo si diventa sempre più padroni della materia riuscendo a comprendere aspetti che inizialmente ci apparivano poco comprensibili.

Si tratta di un bagaglio culturale che successivamente sosterrà le nostre decisioni, laddove posti di fronte ad una scelta riusciremo a farla con maggiore consapevolezza in confronto a coloro che non hanno esatta cognizione di ciò che dovrebbero fare.

Ciò significa, altresì, che in linea di massima ci asterremo dal fare scelte inopportune, prive di senso logico ed inutili, se non altro per rispetto delle nozioni acquisite, diversamente che razza di appassionati saremmo?

Un aspetto molto importante di qualsiasi hobby, non trovate?

Un appassionato vero non fa come gli pare, non accetta qualsiasi cosa si sottoponga alla sua attenzione in nome di una presunta libertà di scelta ed azione – quella non è passione ma deliberata ignoranza e qualunquismo – anzi, nei limiti del possibile segue rispettosamente le regole che caratterizzano lo specifico hobby, è perennemente alla ricerca di soluzioni che gli garantiscano l’aumento delle prestazioni ottenibili dal suo impianto, diversamente non avrebbe alcun senso informarsi perché la sola scelta di fare come si crede, in maniera lampante, reca in sé l’affermazione che non abbiamo bisogno di consigli che ci indirizzino al meglio.

A tal punto, perché affannarsi a reperire e leggere tanta letteratura tecnica? Perché frequentare forum di appassionati audiofili? Tanto vale vivere la propria passione in autonomia evitando di stressare la nostra memoria, cui risparmieremo di tenere a mente concetti ritenuti inutili, ovviamente solo da noi.

Numerosi turisti accompagnano la pizza con la Fanta (passi la Coca Cola o la Pepsi) o altre bevande, oppure ordinano un cappuccino a fine pasto, due circostanze cui un italiano difficilmente indulgerebbe, così come pressoché nessuno berrebbe mai un Brunello di Montalcino ben freddo di frigo, i tratti salienti ne uscirebbero talmente mortificati che a tal punto tanto varrebbe bere un comune vino da tavola.

In tutta evidenza ignorano gli aspetti culturali che gli italiani assegnano all’arte gastronomica, mangiano senza curarsi troppo di certi aspetti.

Altri invece no, rispettano la tradizione italiana evitando di chiedere se nella Carbonara sia possibile aggiungere della panna (orrore!) ed anzi, ricercano la qualità, possono definirsi entusiasti del cibo italiano.

Ma se a queste considerazioni aggiungiamo (banalmente) che “ognuno è libero di fare come crede” – come sovente da qualche tempo capita di leggere in giro per il web – appare evidente che stanno venendo meno le basi culturali relative all’opportunità di una scelta.

Che nel fare determinate scelte poi non ci sia nulla di male è lapalissiano, a questo punto però sarebbe il caso di evitare di definirsi appassionati, laddove si accetti tutto si ricade nella mediocrità.

Ed ovviamente potremmo sorseggiare un chinotto accompagnando gli spaghetti con le vongole, perché no, se i gusti sono gusti, tutto è ammissibile.

Il ritorno del vinile e delle valvole, tanto per citare due tra i più evidenti rigurgiti tecnologici evidenziatisi in tempi abbastanza recenti, ha riacceso gli animi di coloro che in egual misura amano o detestano tali tecnologie: chi definisce il vinile un pezzo di plastica e chi lampadine le valvole ha chiaramente invise entrambe le tecnologie.

Tecnologie che guarda caso dicono ampiamente la loro ancora adesso, evidenza che la loro rapida scomparsa fu alquanto inopportuna, ed il loro gradito ritorno tra gli audiofili lo testimonia con fermezza.

Occorre anche sottolineare che oggi il vinile è solamente un supporto, visto che la pratica totalità dei master è realizzata nel dominio digitale – tranne rare edizioni derivate da riversamenti degli originali nastri analogici – ma la sinergia tra i limiti del suddetto ed i vantaggi in termini di dinamica e rapporto s/n del digitale lo hanno reso performante come non mai.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

 

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