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LG DUKE BOX: SISTEMA ALL-IN-ONE MODERN VINTAGE

LG non è certamente il primo nome che viene in mente quando si pensa ad un sistema ad Alta Fedeltà, in ogni caso si tratta di un costruttore con una notevole esperienza nell’elettronica di consumo, soprattutto in ambito video.

Quella che attualmente è nota come LG è un’azienda un tempo conosciuta come GOLDSTAR, all’epoca produttore di sinto-lettori per auto di qualità discreta.

In un periodo nel quale marchi come PIONEER, KENWOOD, CLARION ed ALPINE si spartivano il mercato dell’audio in auto, coloro che non intendevano spendere eccessivamente potevano rivolgersi a questo costruttore, i cui prodotti erano caratterizzati da un discreto rapporto q/p.

Con il tempo la dedizione al car audio è venuta meno, il nome è stato modificato in LG e sebbene la qualità dei prodotti realizzati da questo brand sia mediamente cresciuta, l’attenzione si è decisamente spostata sul versante del video e della telefonia mobile nonché degli elettrodomestici.


Aspetto quest’ultimo che certamente non depone a favore di questo brand dal punto di vista dell’appassionato di audio: la sola idea di possedere un amplificatore prodotto da un’azienda che costruisce anche frigoriferi e lavatrici è potenzialmente letale.

Attenzione in ogni caso a non sottovalutare mai le aziende asiatiche, maggiormente quando si parla di elettronica di un certo tipo: determinate realtà sono in grado di mettere in piedi una produzione di qualità (anche elevata) in un batter d’occhio.

Potrebbe quindi non essere da meno LG, la quale – stando almeno al battage pubblicitario pertinente l’oggetto, invero piuttosto cauto nel fornire informazioni – prova ad entrare sul (difficile) mercato dell’audio di qualità attraverso un sistema alquanto singolare, un dispositivo che potremmo definire New vintage e che rappresenta una sorta di via di mezzo tra passato e presente, visto che unisce la tecnologia termoionica con la più recente tecnologia digitale.

Il Duke Box: sistema audio compatto a base termoionico-digitale

 

L’oggetto è stato battezzato DUKE BOX – la cui scelta è assai probabile derivi dal nome del famoso jazzista Duke Ellington unito a Juke Box, una sorta di crasi impropria quindi – un nome che riporta ai fasti dell’epoca d’oro delle grandi orchestre jazz e del noto dispositivo dedicato all’ascolto della musica.

Se tutto questo sforzo sarà premiato lo vedremo solo in seguito, allorquando il citato dispositivo – a prescindere dalla presenza delle valvole, potenziale specchietto per le numerose allodole che circolano tra gli appassionati – raggiungerà la vetta delle vendite oppure subirà l’onta dell’oblio.

Il DUKE BOX sarà presentato al CES 2024 – acronimo che sta per Consumer Electronic Show per chi non lo sapesse – che si terrà in quel di Las Vegas dal 9 al 12 gennaio p.v.

Le pochissime foto che circolano mostrano un apparecchio compatto che attraverso un display di tipo OLED – la cui trasparenza può variare – consente di vedere i tubi a vuoto che realizzano l’amplificazione valvolare, display che può essere comunque oscurato al fine di mostrare immagini e/o animazioni correlate ai brani in ascolto e gestire tramite touch screen le varie funzioni del dispositivo.

Non manca la possibilità di streaming Bluetooth e probabilmente – ne sapremo di più in seguito – vi sarà la possibilità di collegare tramite ingressi AUX una o più sorgenti esterne, funzionalità che in caso di assenza potrebbe contribuire ad un successo parziale, considerato anche e soprattutto il ritorno del vinile.

L’emissione sonora è del tipo omnidirezionale e si basa su diffusori frontali e laterali ottimizzati mediante gestione elettronica del segnale – qualcosa di cui vi abbiamo già parlato qui – un sistema alquanto diffuso che appare in grado di fornire adeguate prestazioni in ambito di immagine sonora virtuale e spazialità della stessa.

I tubi a vuoto: per molti appassionati un richiamo irresistibile

 

Ovviamente nulla è dato sapere al momento circa prezzo e dati tecnici – malgrado i tubi di potenza che si vedono in trasparenza rammentino le note 211 oppure le 245 – triodi dall’elevata qualità sonora il cui costo però non è esattamente economico, altro aspetto che unito alla precedente considerazione potrebbe impattare negativamente sulle vendite.

Altrettanto nulla è dato conoscere relativamente ad eventuali collaborazioni dal punto di vista della realizzazione termoionica, potrebbe quindi trattarsi sia di un progetto originale che di qualche azienda esterna specializzata nelle amplificazioni valvolari, questo anche in virtù del fatto che non abbiamo memoria di realizzazioni a tubi a marchio LG.

Sarà vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza (Manzoni docet).

Come al solito, ottimi ascolti!!!

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