Può capitare che un’elettronica ascoltata presso un esercizio commerciale, una volta portata a casa mostri un comportamento differente, non è la prima volta e nemmeno sarà l’ultima, purtroppo. In ogni caso niente paura, con un minimo di buon senso e tranne gravi errori fatti in fase di acquisto è possibile rimediare.
Sempre tuttavia che l’intenzione non sia quella di disporre una coppia di grandi diffusori in un ambiente eccessivamente piccolo oppure – ancora peggio forse – si abbia l’intenzione di appendere al muro una coppia di elettrostatiche a mo’ di quadro. Nel primo caso saremo preda di una pressione sonora praticamente ingestibile mentre nel secondo – a causa di una posizione che definire infelice è davvero un tiepido eufemismo – le frequenze basse non avranno alcun modo di farsi (letteralmente) sentire; in ogni caso sarà impossibile condurre un ascolto soddisfacente.
Due esempi per far comprendere quanto il corretto posizionamento dei diffusori sia fondamentale ai fini del risultato finale d’ascolto, contesto di cui più volte abbiamo discettato, ad esempio in questo articolo.
Un esercizio commerciale che si rispetti quindi, solitamente almeno, prende a cuore la suddetta pratica disponendo i diffusori nel miglior modo possibile all’interno della sala, ambiente che altrettanto usualmente appare mediamente trattato al fine di favorire l’ascolto.
Gli appassionati di lungo corso sanno benissimo che un negozio di settore prevede solitamente un pavimento rivestito in moquette – o quanto meno la presenza di tappeti, utilissimi in ambiente per assorbire le talvolta deleterie riflessioni del pavimento – con pareti altrettanto similmente trattate; in alcuni casi il trattamento prende in considerazione addirittura il soffitto, in qualche maniera reso meno riflettente, in modo che l’ambiente sia tale da risultare il più possibile neutro ovvero mediamente assorbente e/o riflettente.
Chiaramente si tratta di un trattamento di tipo utilitaristico in senso positivo del termine, ovvero per ragioni che esulano dall’ottenere un risultato sfavorendo il cliente, anzi, il fine è proprio quello di mettere quest’ultimo nelle migliori condizioni di ascolto.
Ed in effetti, chi lo ha sperimentato conosce molto bene quell’effetto di pax acustica che sovente si avverte in luoghi simili – non troppo dissimile dal senso di pace avvertibile entrando in una chiesa – si sente chiaramente che il locale che ospita elettroniche e diffusori è loro dedicato.
Purtroppo però esiste il classico rovescio dell’altrettanto classica medaglia, qualcosa che pur essendo in linea di massima positiva, suo malgrado, crea una criticità allorquando viene a mancare, ovvero nell’esatto momento in cui i diffusori escono dal negozio e raggiungono la nostra abitazione, luogo acusticamente diverso dall’esercizio commerciale dove è stato perfezionato l’acquisto.
E non potrebbe essere diversamente, tranne casi rarissimi – case d’epoca con muri rivestiti in tessuto, tappeti sul pavimento e pesanti tendaggi alle finestre – la situazione dal punto di vista acustico è praticamente sempre diversa.
Quindi che si fa?
In effetti la situazione non è poi così critica, anche perché la presenza di arredi imbottiti quali divani, poltrone, cuscini, tendaggi, librerie – normalmente presenti nelle case – contribuiscono ad insordire l’ambiente spezzando eventuali moti risonanti eccessivi; nei casi peggiori poi, un bel tappeto può fare miracoli, provare per credere.
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Idem dicasi per quanto riguarda eventuali (ed auspicabili) quadri disposti sulle pareti, il cui contributo riflettente dovuto al vetro aiuta ulteriormente a rendere il locale mediamente inerte nei confronti dell’acustica ambientale; ancora meglio si comporterebbero delle semplici tele, la cui azione di assorbimento delle riflessioni sarebbe incrementata dall’assenza del vetro protettivo.
Pertanto, come al solito si tratta di una questione di equilibrio – un eccesso di riverbero o di assorbimento acustico da parte delle superfici darebbe luogo a distinte situazioni comunque negative – per cui appare ragionevole evitare di esagerare mantenendosi in quella giusta ed opportuna via di mezzo in grado di favorire l’esito finale.
Ovviamente devono essere imperativamente evitate disposizioni improvvisate dei diffusori, la cui simmetria dei piani deve essere altresì rispettata, bando quindi a posizionarli ad altezze diverse – lo si vede talvolta allorquando disposti all’interno di una libreria – o peggio ancora in opposizione tra loro; può apparire superfluo ricordarlo ma a giudicare dalle molte foto che alcuni appassionati mostrano orgogliosamente (?) tale situazione sembra più comune di quanto si creda, soprattutto coloro che usano l’impianto come sottofondo musicale in modo disinvolto e pratico.
In ultimo, sebbene in apparenza la cosa non sembri avere correlazione diretta con le prestazioni sonore, va sempre curata anche la disposizione delle apparecchiature le quali, come qualsiasi dispositivo elettronico, cedono calore all’aria circostante – anzi, giova rammentare che è proprio mediante il moto convettivo dell’aria che esse realizzano il raffreddamento dei circuiti – motivo per cui custodirle all’interno di un mobile sigillato dovrebbe essere assolutamente evitato.
Ancora di più se si tratta di esemplari facenti uso di valvole – considerato il più che probabile rischio di incendio per via della temperatura raggiunta dal bulbo – valore che nel caso dei tubi di potenza può facilmente raggiungere i 250°.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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