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La posta del cuore. Suono o informazione

suono o informazione

Suono o informazione. Quello che noi sentiamo è la registrazione NON l’evento reale.

Sembra una banalità, ma non lo è.

Nella mia esperienza di venditore, ho incontrato moltissime persone che questo concetto base non lo usano come criterio di valutazione di un impianto audio.


Negli anni Ottanta si poteva dire che ogni nazione aveva un suo caratteristico “suono” nel progettare le apparecchiature HiFi, soprattutto per quanto riguardava i diffusori.

Si citava il suono West Coast degli Stati Uniti (JBL fra tutti), con il suono East Coast (Boston, AR,KLH).

Oppure il suono tedesco (giudicato tagliente), francese (giudicato esile).

Anche il suono cosiddetto “giapponese” veniva descritto e, sbagliando a mio modo di vedere, lo si definiva ridicolo. Si citava la diversa sensibilità delle orecchie giapponesi e orientali in genere…

A confutare questo pregiudizio, cioè sulla qualità dei diffusori giapponesi, cito un esempio per me significativo.

Ad una fiera estiva tedesca, antesignana dell’odierno Monaco High End, avevo visto un piccolo diffusore della casa giapponese JVC (Japan Victor Company) con un medio basso in cassa chiusa e tweeter “esterno” poggiato sul diffusore!

Prima volta per allora, poi copiato da molti (B&W vi dice nulla?).

Potrei anche citare un diffusore Technics tricoassiale! Assoluta novità per l’epoca.

Suono o informazione

Suono o informazione

Tornando all’oggi, possiamo dire che il cosiddetto “suono” dei diffusori si è internazionalizzato.

I mercati sono ormai globalizzati ed i prodotti tendono ad avere un suono (cosiddetto tuning) che soddisfi tutti i generi di pubblico.

C’è come sempre una eccezione alla regola, ed è il cosiddetto “british sound”.

Questo fa riferimento al suono che richiedeva la BBC inglese, cioè neutro, non caratterizzato e accurato, proprio quello necessario per verificare la qualità delle trasmissioni in radio.

Si può tranquillamente affermare che quel suono è rimasto, e ancora ricercato, immutato dagli anni 80 ad oggi.

E qui veniamo al titolo di questo articolo.

Suono o informazione

Suono o informazione.

Perché li distinguo, quando dovrebbero essere la stessa cosa?

Perché, sempre dalla mia esperienza con il pubblico, c’è una grande parte che nel scegliere l’impianto cerca il “suo suono”.

Per questo usa tanti aggettivi: musicale, freddo, caldo, analitico, innaturale ecc.

Non ci si rende conto che se un impianto mostra una serie di caratteristiche che risaltano (chiaro, scuro, rimbombante ecc.), vuol dire che non trasmette la corretta informazione.

L’impianto ideale, a mio modesto parere, deve essere trasparente al punto di mostrare esattamente quello che è presente nella registrazione.

Non deve avere un “suo suono”!

Mi spiego con due esempi automobilistici.

Prendiamo una Bentley ed una Caterham spider (per restare in UK).

La prima tenderà sempre a mantenere il passeggero in una posizione di confort indipendentemente dal tipo di strada.

All’opposto, la spider vi farà sentire ogni minima variazione della strada su cui state viaggiando.

In altre parole, è l’impianto che vi deve dire la qualità della registrazione, e quindi del messaggio del musicista.

Se invece “impone” il suo modo di riprodurre, tutte le registrazioni avranno quel carattere, magari “musicale” per chi li sceglie.

Scelta più che legittima, ad ognuno il suo.

Personalmente penso che l’alta fedeltà voglia dire perfetta riproduzione del segnale in ingresso (ricordate? La registrazione NON l’evento reale).

Anche per meglio chiarire, cito alcuni esempi di impianti da me ascoltati negli anni, che rispondevano alle caratteristiche di trasparenza che citavo.

Suono o informazione
Le Cello citate nell’articolo

New York, negozio CELLO in appartamento, due Cello/LST AR sovrapposte con le sue elettroniche e giradischi. Cantante assolutamente presente e assenza di “presenza” di impianto, come se non ci fosse davanti a te.

Altro esempio, sala di registrazione in Svizzera (quando mi occupavo di professionale), con diffusori B&W 801 prima serie e finale Revox. Sorgente mixer da banco. Suono trasparente e assenza di “presenza impianto”, sembrava di entrare nell’evento musicale.

Questi esempi non vi inducano a pensare che si debbano spendere cifre astronomiche per ascoltare questo tipo di risultati.

Ho ancora presente la dimostrazione in Inghilterra delle QAcoustics Concept 30 alla presentazione per l’inizio della distribuzione in Italia (da me seguita per due anni, ora distribuite da Home Vision n.d.a.), con sorgente Arcam e amplificazione NAD, cablaggio QED.

Assoluta trasparenza e assenza di percezione di impianto.

Certo, in questo caso pochi bassi, limitato volume massimo…bla bla.

Suono o informazione

Ma se si vuole l’informazione, anche in ambienti medio piccoli, come il 90 percento di noi, questi impianti, se scelti con cura, possono soddisfare pienamente e farci godere di quello che l’artista intende.

 

Alla prossima

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