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La posta del cuore. L’impianto perfetto

impianto perfetto

L’impianto perfetto. Avrete sentito o letto che l’impianto perfetto non esiste.

Io penso invece che esiste, ed è l’impianto perfetto per TE.

Mi spiego meglio.
Nei miei precedenti articoli ho discusso delle differenze (in generale) tra gli impianti statunitensi e quelli europei, in particolare il cosiddetto “British sound”.
Questo perché le abitazioni inglesi sono più simili alle nostre, mentre in USA si hanno i “living rooms”, cioè grandi locali che hanno al loro interno il soggiorno, la cucina e magari un piccolo angolo studio.
Questo spiega la quasi ossessione in quel mercato per i diffusori a pavimento che hanno “tanti bassi”, e se sono piccoli assolutamente devono utilizzare un subwoofer.

Nelle recensioni di oltreoceano infatti, si insiste molto su questo aspetto (così come per il volume alto di ascolto e conseguentemente grandi amplificazioni).
Non così negli impianti di impronta UK, da qui la lunga tradizione di mini monitor da stand, LS3/5A della BBC e simili, che sono tutt’ora molto apprezzate nel nostro mercato.


Tornando quindi al titolo, e, molto importante, ai destinatari di questo articolo, cioè le possibili nuove generazioni, che non smetterò mai di ripetere, sono l’unica speranza di sopravvivenza di questo mercato, vediamo alcuni punti fondamentali per la composizione di un sistema audio.

Alcuni sono già stati affrontati nell’articolo sui diffusori attivi come futuro dell’hifi (scritto anni fa, ora vedo che sempre più aziende del mercato audio presentano diffusori amplificati nel loro catalogo).
Altro punto fondamentale è la gerarchia, cioè da dove si parte e cosa viene prima in ordine di importanza.
L’impianto perfetto. Si parte dalla stanza, che è solo TUA, quindi puoi trovare una dimensione perfetta per il TUO ambiente.
Inutile cercare di far suonare diffusori non adatti al tuo ambiente, indipendentemente dai soldi che potrai investire.
Ho incontrato in passato impianti in ambienti dove grandi diffusori venivano “equalizzati”, cioè corretti, per diminuire la quantità di basse frequenze!
Tanto valeva usare un diffusore più piccolo, cioè nel 90% dei casi, da scaffale o da stand.

A questo proposito, prendo atto di una tendenza sempre più accentuata di vedere nuovi diffusori nella categoria una volta chiamata “bookshelf”, cioè da supporto.
E questo, si badi bene, non solo nel settore economico, ma anche nella fascia a cinque cifre e oltre.impianto perfetto

L’urbanizzazione e le nuove abitazioni, invogliano questo tipo di approccio, unito ad un nuovo gusto di design e giusto ingombro.
Aggiungo a questo proposito, che conosco clienti che hanno cambiato il loro modo di concepire l’impianto, passando da un vecchio “tanti pezzi” (preamplificatore, finale di potenza, sorgente ecc.), ad un classico diffusori più amplificatore integrato più sorgente.

Trittico che ritengo ottimale, soprattutto per quanto detto finora, ed inoltre perché il mercato ha assimilato questa esigenza.

Sempre più produttori, oltre ai diffusori da stand, offrono integrati “tutto in uno”, con ingressi analogici come il phono e diversi ingressi digitali per le sorgenti di musica in streaming, TV, ingresso coassiale per CD/bluray e Bluetooth.
Tenendo sempre presente la gerarchia dell’impianto perfetto, cioè stanza, diffusore adatto, amplificazione per quello specifico altoparlante, sorgente.

Dicevo all’inizio dell’articolo che mi rivolgo alle nuove generazioni, quelle che chiedono un risultato sicuro e compatibile con le proprie finanze.

Impianto perfetto. Qui ritorna il problema di fondo: il negozio.

Non voglio ripetere quanto scritto in altri articoli in proposito, ma per coloro che non hanno, o non desiderano visitare un negozio, per non sbagliare, si possono rivolgere ai diffusori amplificati, sempre più numerosi nei cataloghi dei produttori, che hanno chiaramente colto questa esigenza delle nuove generazioni.
A titolo di esempio, posso citare KEF, Mission, Dali, Klipsch, Dynaudio, Kii, Meridian, Focal, solo per citarne alcuni.
Questi sono Marchi consolidati, non nati ieri, che si discostano dagli innumerevoli prodotti cinesi di bassissimo costo, ma non arrivano alle vette stratosferiche che hanno raggiunto alcuni prodotti audio.

impianto perfetto

Vedremo alla imminente Fiera di Monaco, quali indirizzi prenderà il mercato, se verso le nuove generazioni con offerte credibili e performanti, oppure si rivolgeranno quasi esclusivamente ai super ricchi, con il risultato che perfino affermati giornalisti d’oltreoceano si chiedono “Is high end market dying?” (sta morendo il mercato dell’alta fedeltà di qualità?).

Alla prossima

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