Editoriali Featured home

La posta del cuore. L’Alta Fedeltà è morta. Viva l’Alta Fedeltà

Parlando con diversi negozianti negli ultimi tempi, la situazione che viene raccontata è la seguente: “da mesi non si vende nulla, in negozio non entra nessuno ed ai giovani l’Alta Fedeltà non interessa, ascoltano con il cellulare”. 

Se poi visitiamo una Fiera di Audio Video, sia in Italia o, attraverso YouTube, vediamo la presentazione di impianti da dimensioni e prezzi assolutamente fuori portata di un normale utilizzatore, a meno che non sia un ricco arabo od orientale della schiera emergente di nuovi ricchi, che evidentemente vogliono sfoggiare il proprio status. 

Ovvio che i produttori seguano questo mercato. 


Questo salverà il mercato? Credo proprio di no. 

Il mercato può sopravvivere, e prosperare, solo se ci si rivolge ad un bacino di utenza sempre più grande. 

Come tutti sappiamo, mercato allargato vuol dire prodotti accessibili, di qualità ed a costi umani. 

Questa rivista presenta spesso prodotti e impianti dai costi credibili, è un dovere. 

Quello che voglio aggiungere è : esistono negozi capaci di indirizzare le nuove generazioni verso questo tipo di impianti? 

Chi ha letto qualche mio articolo precedente e ricorda la mia quarantennale frequentazione di questo mercato, ricorderà la famosa equazione: competenza massima uguale minima offerta e viceversa massima offerta e minima competenza. 

L’esempio del supermercato è facile da fare: c’è tutto, basta scegliere, senza personale di assistenza. 

distribuzione

Ma per ascoltare musica o seguire un film come ideato dal produttore, basta scegliere prodotti a caso, per simpatia del marchio, o per il prezzo molto basso? 

Certamente no! 

Ancora una volta mi rifaccio agli inizi di questo mercato, anni 80. Facile l’obiezione: altri tempi, altre esigenze (cellulare, internet ecc.). 

Rispondo: altri prezzi! Negli anni 80, con 2/3 stipendi medi mensili, si comprava un impianto che non sfigurerebbe oggi di fronte a tanti impianti più costosi. 

Alta Fedeltà. Dove sta la differenza? Nel negozio. 

In quel tempo, i negozi, e mi riferisco in particolare all’Inghilterra, avevano una scelta limitata, ma la loro competenza e capacità di assemblare impianti era decisiva, il cliente si sentiva in mani sicure, con prodotti ampiamente conosciuti e collaudati. 

Il proliferare di marchi e soprattutto di prezzi “fantasiosi” sono due delle ragioni che hanno portato il mercato alla situazione attuale, caratterizzata da settori di mercato assolutamente distinti. 

Proverò ad elencare alcuni di questi. 

  • La Grande Distribuzione ha abbandonato da tempo le sale audio, sostituendo gli spazi con computer, cellulari, televisori e tutto il cosiddetto “bianco” per la casa.
  • Molti negozi, quasi tutti, cercano di fare i supermercati dell’HiFi, offrendo più prodotti possibili, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, chiusure continue.
  • Se un negozio vende di tutto, tanto vale rivolgersi all’e-commerce, visto che il suddetto negozio non “educa” o guida il cliente.
  • I prodotti sul web, per loro natura, privilegiano il prezzo più basso, e questo non può essere il criterio fondamentale.
  • Sappiamo infatti, e ne abbiamo scritto più volte, che non bastano gli ingredienti giusti singolarmente a fare un impianto, ma la loro sinergia. 

Alta Fedeltà. E chi può fare questo? 

Diversi segnali indicano che è ricorrendo al passato che si può uscire da questa situazione. 

Da una parte i produttori di Alta Fedeltà presentano prodotti che erano di successo negli anni 80, grande qualità, ma soprattutto rapporto qualità-prezzo. 

Caratteristica quasi sconosciuta di questi tempi, si fa a gara a chi mette più zeri al listino. 

A parere dello scrivente quindi, la soluzione è anche tornare a quel modo di vendere, in altre parole al negozio “artigianale”. 

Pochi prodotti, accuratamente selezionati e provati in sinergia, dimostrati con quella passione che nasce da una precisa conoscenza e padronanza degli oggetti presentati. 

Per ottenere questo occorre anche il contributo della parte distributrice, cioè gli importatori, che sappiano creare un gruppo di negozianti fedeli da proteggere commercialmente e formare professionalmente. 

Ma di questo parleremo un’altra volta. 

 

 

 

© 2023, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

Vuoi saperne di più? Di' la tua!

SCRIVICI




    MBEditore network

    Loading RSS Feed


     

     

     

     

     

    Pin It on Pinterest