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KLH Albany: bene in gamma media, ma i bassi deludono

klh albany

Costano leggermente di più dei B&W 607, ma non ne sono all’altezza. Eppure, i diffusori da scaffale KLH Albany hanno anche indubbi pregi.

Se non avete mai sentito il pionieristico brand americano di diffusori KLH, non siete i soli. Nonostante fosse un grande produttore all’inizio degli anni ’60 (parliamo di 30.000 diffusori venduti all’anno), pochissimi di voi si ricorderanno di questo marchio, fino a quando l’ex presidente di Klipsch lo acquistò nel 2017. Da allora KLH ha sviluppato una nuova gamma di prodotti comprendente diffusori da stand, da pavimento, speaker surround e subwoofer, tutti chiamati con le vie più importanti di Boston. Oggi ci occupiamo dei diffusori da scaffale Albany, [amazon_textlink asin=’B07DKTSGTQ’ text=’disponibili in Italia a circa 550 euro.’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0431d332-cd8f-442f-be18-76ed5e13cf2a’]

Costruzione

Grande all’incirca come una scatola da scarpe, ciascun diffusore ha un peso rassicurante di 5 kg. Gli Albany sono diffusori ben costruiti e rifiniti con uno standard decisamente elevato in relazione al prezzo; la coppia fornita per la recensione è disponibile in un elegante rivestimento nero, ma KLH offre anche una versione color noce. Questi diffusori sono caratterizzati da un design a due vie, con un tweeter a cupola in alluminio anodizzato da 25 mm e un driver mid/bass in Kevlar relativamente piccolo da 101 mm.

Visivamente, la prima cosa da notare è che non c’è una porta reflex, cosa piuttosto insolita. È una sorpresa infatti non trovarne una qui, ma KLH è specializzata nell’ottenere risultati di tutto rispetto in gamma bassa da cabinet più piccoli e sigillati, i cui benefici vanno ricercati soprattutto nella spiccata agilità dei bassi.


Compatibilità

KLH suggerisce che gli Albany siano posizionati ad almeno 30 cm da una parete. Abbiamo un po’ sperimentato con il posizionamento nella nostra sala test e abbiamo scoperto che in realtà suonano meglio quando sono posizionati un po’ più vicino, a circa 12 cm dalla parete posteriore. Eseguiamo i nostri test con gli Albany collegati al nostro sistema di riferimento Naim/GamuT, sebbene un partner audio più idoneo considerando la fascia di prezzo dei diffusori sarebbe l’accoppiata Marantz PM6006 UK Edition (amplificatore integrato) e Marantz CD6006 di Marantz, decisamente più abbordabili come prezzi.

Prima di iniziare i test veri e propri, abbiamo rodato i KLH Albany per circa 48 ore, in modo da smussare le inevitabili asprezze che si presentano non appena si tirano fuori i diffusori dalla confezione, sebbene KLH raccomandi un rodaggio più contenuto (25 ore). Nonostante siano etichettati come diffusori da scaffale, gli Albany avrebbero bisogno di supporti adeguatamente solidi per posizionarli circa a livello dell’orecchio.

Qualità audio

La nostra impressione iniziale delle prestazioni di questi diffusori è quella di un suono chiaro, vivace e diretto (“in your face” direbbero gli americani). La voce esuberante di Kate Bush squarcia intensamente il soundstage attraverso il tintinnante frastuono del vetro in frantumi in Babooshka. Anche i riff di chitarra e le tastiere sono gestiti in modo competente, a dimostrazione di come la gamma media sia uno dei punti forti degli Albany. La spumeggiante rullata nella parte conclusiva di I Wanna Come Over di Melissa Etheridge trasmette proprio questa sensazione, mentre notiamo che nulla è fuori luogo in questo mix così incisivo.

Analizzando invece le prestazioni in gamma bassa, i KLH Albany faticano un po’ a consegnare quel basso sporco, ruvido e trascinante che rende così incisivo un brano come Chicken Grease di D’Angelo. Parliamo di bassi pieni e tesi quando si scende molto in profondità, con le note che iniziano e finiscono con la giusta nettezza, ma su questo versante gli Albany peccano un po’ in peso o autorità. Anche da un diffusore di queste dimensioni ci aspetteremmo infatti più vigore e spinta in gamma bassa, qualcosa insomma che ci colpisca più nel profondo.

Ascoltiamo The John Dunbar Theme dalla colonna sonora di Balla coi lupi di John Barry e anche se c’è un’ammirevole chiarezza che esce dagli archi, la borbottante e rumorosa costruzione orchestrale che richiama la distesa di praterie e il lungo viaggio di Dunbar da Fort Hayes a Fort Sedgwick è quasi del tutto assente.

Il nostro problema principale con gli Albany è insomma l’equilibrio tonale. L’enfasi è sulle frequenze più alte, il che rappresenta un problema. Sebbene questo carattere sonoro sia inizialmente piacevole, aumentando il volume per trovare un basso più profondo, più pieno e animato, gli acuti diventano spigolosi e leggermente ruvidi. Il risultato di concentrarsi intensamente nell’offrire coerenza attraverso il registro superiore è insomma sfociato in un suono globalmente più sottile e più penetrante, che avrebbe invece bisogno di più consistenza nel registro più basso della gamma.

Verdetto

Non possiamo aspettarci che un diffusore di dimensioni così compatte possa competere con alternative più grandi e più pungenti in termini di bassi, anche se visto il prezzo ci aspettavamo qualcosa di più, considerando poi come i ben più validi B&W 607 (che costano anche un po’ meno) non hanno questi limiti in gamma bassa.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Sommario

Costano leggermente di più dei B&W 607, ma non ne sono all’altezza. Eppure, i diffusori da scaffale KLH Albany hanno anche indubbi pregi.

Pro
Costruzione molto curata
Ammirevole brillantezza in gamma medio-alta

Contro
I bassi mancano di peso e autorità
Acuti a rischio spigolosità

Scheda tecnica
Risposta in frequenza: 35Hz-23KHz
Sensibilità: 92dB
Potenza massima: 200W
Impedenza: 8 ohm
Dimensioni: 33 x 14 x 24cm
Peso: 5kg ciascuno
Prezzo: 549 euro la coppia
Sito del produttore: www.klhaudio.com

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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