Abbiamo rimesso in azione dei diffusori da stand KEF Reference Model 101/3 risalenti a oltre 25 anni fa e il risultato ci ha piacevolmente sorpresi.
Quando pensiamo ai classici diffusori KEF Reference degli anni ’90, vengono subito in mente i leggendari 105/3. Questi spekaer da pavimento hanno fatto impazzire il mondo dell’hi-fi con la loro ingegneria innovativa e la qualità del suono all’avanguardia. Nascosti nella loro ombra, c’erano i Reference Model 101/3 (nella foto sopra), i primi diffusori da supporto della gamma Reference che utilizzavamo l’innovativa tecnologia proprietaria dei driver Uni-Q. E per noi già questo fatto li rende diffusori storici e importanti nell’evoluzione degli speaker targati KEF.
Parliamo però un attimo di ciò che rende il driver Uni-Q così inusuale. In un mondo ideale una singola unità dovrebbe coprire la banda completa di frequenze udibili, o almeno dovrebbe farlo in modo convincente. Un tale driver però non era disponibile negli anni ’80 e ’90 e non lo è ancora adesso, o almeno non in una forma accettabile per un ascolto casalingo. L’Uni-Q è un tentativo di avvicinarsi a questo driver ideale usando però ancora unità multiple.
Mentre quello Uni-Q può sembrare un design a singolo driver, in realtà si tratta di due unità in un solo chassis, con il tweeter posizionato nella gola del cono mid/bass. L’idea è di far risuonare tutte le frequenze come se fossero generate dallo stesso punto, proprio come farebbero in quel perfetto e ideale driver singolo. Il risultato di una tale disposizione è la dispersione coerente, che rende il punto ideale di ascolto (il cosiddetto sweet spot) più ampio del normale.
Tuttavia, un tale design “due in uno” è difficile da ottenere. Ci sono infatti degli ostacoli, in particolare nel portare la dispersione del tweeter al livello in cui il cono mobile più grande attorno ad esso non rovini il suono. Per farvi capire meglio cosa intendiamo, mettete le mani davanti alla bocca, muovetele avanti e indietro velocemente mentre parlate e noterete che questo movimento cambia la vostra voce. La posizione del tweeter pone poi dei limiti al suo design e al tipo di sistema motore utilizzato. In effetti il driver Uni-Q è stato reso possibile solo dai magneti al neodimio allora appena arrivati sul mercato.
KEF ha impiegato decenni per ottimizzare tutti gli aspetti dell’array Uni-Q, provando una varietà di guide d’onda, profili a cono, surround e altri perfezionamenti per migliorare le prestazioni. Colleghiamo una coppia di Reference 101/3 del 1993 trovati usati su eBay in ottime condizioni e, mesi dopo aver recensito i KEF Reference 1, siamo sorpresi della differenza tra i due modelli.
Bastano pochi secondi per rendersi conto che gli odierni Reference 1 sono migliori sotto ogni punto di vista, dalla chiarezza e risoluzione dei dettagli fino alla dinamica e alla copertura della gamma bassa. Ma non vogliamo tanto concentrarci sul confronto. Nonostante infatti condividano parecchio DNA ingegneristico, i due modelli sono distanti anni luce parlando di prezzo: i Reference 101/3 costavano l’equivalente di 1.400.000 lire nel 1993, mentre per gli attuali Reference 1 si parla di una cifra compresa tra i 7500 e gli 8000 euro e questa è una chiara indicazione di come negli anni la serie Reference si sia spostata significativamente nella fascia alta del mercato.
Anche secondo gli standard attuali i KEF 101/3 rimangono comunque diffusori ammirevoli. Le eccellenti caratteristiche di dispersione del driver Uni-Q sono evidenti sia nel modo in cui questi speaker forniscono un’immagine stereo stabile e coerente, sia nella precisione con cui sono localizzati i suoni. Nella nostra sala test abbiamo una certa flessibilità nella posizione di ascolto e i 101/3 offrono un suono stabile, focalizzato e bilanciato timbricamente in qualsiasi posizione di ascolto decidiamo di metterci.
L’equilibrio timbrico dei diffusori è corposo e raffinato. Facciamo partire un brano aggressivo come Bad Guy di Eminem e i 101 non si fanno certo intimorire, mettendo in mostra anche una discreta quantità di autorità in gamma bassa che fornisce una solida base per l’intero soundstage. Non sorprende comunque che i livelli di dettaglio, la dinamica e la precisione non siano all’altezza di diffusori nell’attuale fascia di prezzo tra i 600 e i 700 euro e che questi KEF vecchi di un quarto di secolo non siano esattamente campioni ritmici. I recenti prodotti dell’azienda britannica sono notevolmente migliorati su questo versante.
Non a caso i 101 suonano più a loro agio con la musica classica, dove la loro solidità sonora, la loro integrazione e la loro raffinatezza vengono alla ribalta. Ascoltando Il canto dell’usignolo di Stravinsky, capiamo subito che questi diffusori sono in grado di offrire una prestazione forte e ricca di controllo. Da segnalare anche sia un gradevole livello di organizzazione, sia la capacità dei 101 di tenere traccia di una moltitudine di filamenti strumentali senza perdere compostezza e senza che i passaggi più “esili” e sottili siano messi in secondo piano.
Questi inoltre non sono diffusori particolarmente neutri visto che hanno alcune spiccate colorazioni in gamma media. È una caratteristica che risulta in modo abbastanza evidente ascoltando le canzoni con voci femminili delle The Unthanks e delle First Aid Kit. KEF ha comunque lavorato sodo nel corso degli anni per rendere il design Uni-Q più trasparente e, ascoltando i diffusori più recenti, il produttore britannico ha avuto successo in questo.
Nel complesso i KEF 101/3 assicurano ancora oggi un ascolto piacevole confortevole. Non sono particolarmente energici e certamente smorzano un po’ l’intrattenimento sonoro se gli si dà in pasto materiale aggressivo o ritmicamente complesso e sostenuto, ma non possiamo fare a meno di ammirare la loro compostezza, l’immagine stereo e l’integrazione fantastica tra il tweeter e il mid/bass.
Anche la qualità costruttiva è eccellente, con cabinet realizzati e rifiniti secondo standard elevati. Se siete fan della musica classica, o se preferite semplicemente un approccio più rilassato alla musica, allora questi KEF hanno ancora parecchio appeal.
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