Forse non è il primo nome che viene in mente quando si tratta di diffusori, in ogni caso la danese JAMO vanta una produzione di elevato livello qualitativo, anche e soprattutto a partire dai modelli base, la cui percentuale di vendite è probabilmente la maggiore.
Non è la prima volta che parliamo di JAMO, costruttore di origine danese la cui produzione di diffusori vede numerosi modelli tutti caratterizzati a vario titolo da tecnologie all’avanguardia, circa il quale, nel caso vi fosse sfuggito potete leggere a questo link l’articolo inerente la presentazione della serie Studio 7 circa la quale scrivemmo qualche tempo fa.
A partire dai cabinet, sempre degni di nota anche per le ottime finiture, passando per i drivers ed i crossover, la JAMO non sembra indulgere in risparmi eccessivi, circostanza che permette di ottenere prestazioni normalmente associate ad elettroacustiche di ben altro livello.
Il listino poi non mette davvero pensiero – sebbene siano in ogni caso presenti modelli di un certo impegno e conseguente costo – il che rende possibile dotarsi di validi diffusori senza necessariamente spendere una fortuna.

In questo articolo esaminiamo il modello S7-17B, diffusore di dimensioni più che accettabili adatto ad ambienti non eccessivamente ampi – come sovente al giorno d’oggi difficilmente accade di trovare nella media degli appartamenti – nonché caratterizzato da una finitura a scelta bianca (definita Cloud Grey) oppure blu (definita Fjord Blue) inseribili nei moderni arredi senza traumi eccessivi e reperibili a circa 450 euro la coppia (qui ad esempio).
Sebbene personalmente io non abbia mai molto amato i diffusori eccessivamente piccoli – li trovo (quasi) sempre troppo carenti in basso, privi pertanto di quel respiro per me indispensabile che conferisce all’ascolto una dimensione maggiormente vicina all’evento reale, soprattutto in riferimento alle dimensioni dell’ambiente – nel caso dei JAMO S7-17B occorre fare una netta distinzione perché il basso c’è eccome!
Pertanto, pur trattandosi di un diffusore di piccole dimensioni le prestazioni per determinati versi appaiono parecchio più grandi di quanto si possa essere indotti a ritenere.
Trattandosi di un esemplare a due vie in reflex, la dotazione è composta da un woofer in carta da 170 mm associato ad un tweeter da 25 mm inseriti in un cabinet in MDF le cui dimensioni sono di 36.5 x 23 x 38 cm – non propriamente minuscolo quindi – il che favorisce l’emissione in basso fornendo un volume adeguato al driver dei bassi.
Le caratteristiche dichiarate sono le seguenti: risposta in frequenza compresa tra 64Hz e 25KHz, sensibilità pari a 87.2 dB, impedenza 4 Ohm e potenza sopportabile di 150 watt.

Posteriormente si rintraccia il condotto del reflex e la singola coppia di morsetti per il collegamento con l’amplificatore, disposti verticalmente contrariamente alla consuetudine.
La caratteristica estetica che balza immediatamente agli occhi è costituita da una sorta di zoccolo cuneiforme che conferisce ai diffusori una leggera inclinazione all’indietro – elemento presente anche nella versione da pavimento – circostanza questa che favorisce l’ampiezza del palcoscenico virtuale soprattutto in altezza; in altre parole l’ascolto sarà sempre fuori asse, anche nel caso siano orientati verso il punto d’ascolto piuttosto che posti parallelamente alla parete aspetto che impone a questi diffusori un suono meno diretto, meno aggressivo e maggiormente fluido.
Collegati all’eccellente integrato a valvole LINE MAGNETIC LM211ia – di cui non mi stanco di tessere ampie lodi ad ogni ascolto e circa il quale potete leggere qui la prova a suo tempo da noi effettuata – hanno esibito una timbrica che mi ha sorpreso non poco, questo malgrado i watt forniti dal citato amplificatore siano “appena” 15 configurato a Triodo oppure 32 in Ultralineare, valori comunque lontani dai 150 cui si riferisce il produttore e considerabili scarsi in relazione alla sensibilità dei diffusori, che ricordo essere di 87.2 dB.
E invece – ad essere onesti senza eccessiva sorpresa conoscendo la calorosa bestiolina operante a tubi – la prestazione sfoggiata dai JAMO S7-17B parla di morbidezza, calore, ricchezza armonica e, soprattutto, di un’inusitata presenza in bassa frequenza, circostanza che favorisce la riproduzione di strumenti quali il contrabbasso, la parte sinistra della tastiera del pianoforte, il basso elettrico e tutto ciò che mediamente ricade nella sfera delle basse frequenze.
La floridezza del medio poi, lascia emergere una chitarra acustica incredibilmente dettagliata ma al contempo morbida e suadente, chiaramente distinguibili le corde in acciaio da quelle in nylon – soprattutto queste ultime, davvero incantevoli – un dettaglio (questo sì che lo è!) non da poco, anzi, degno di diffusori di ben altro calibro e costo, e anche le voci ringraziano.
Come anticipato, la scena dei JAMO S7-17B è giustamente credibile, di opportuna altezza, ampia il giusto – purché ai diffusori sia risparmiato un posizionamento di fantasia chiaramente – profonda quanto basta (in tal senso è in parte possibile rimediare mediante una lieve rotazione verso il punto d’ascolto) e certamente stabile.
Consapevole dell’inevitabile influenza che l’amplificatore ha sui diffusori, ho quindi provveduto ad effettuare alcuni ascolti tramite un modello a stato solido prevedibilmente più accostabile, l’ottimo Pioneer A-40AE.
Il risultato – fatta salva l’assenza di alcuni aspetti tipicamente valvolari come una minore coda sonora in basso, caratteristica di questi dispositivi – è stato comunque esemplare, maggiormente dal punto di vista della ricchezza armonica, in generale ottimamente preservata.
Se siete alla ricerca di un piccolo diffusore ottimamente realizzato e ben rifinito, sorprendentemente ben suonante il cui costo non sia eccessivo fateci un pensiero, soprattutto dedicategli un ascolto, i JAMO S7-17B non vi deluderanno.
Come al solito, ottimi ascolti!!!