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Le major e le edizioni italiane al risparmio – intervista a Fabrizio Ferrucci

intervista Fabrizio Ferrucci

Audio lossy, titoli 4K “upscalati” di qualità discutibile, extra che “spariscono” nelle edizioni europee… ecco alcuni punti di cui abbiamo discusso con Fabrizio Ferrucci, ex-manager di Sony Pictures, nonché grande appassionato di cinema e musica.

E’ un panorama alquanto desolante quello che descrive Fabrizio Ferrucci, ex-manager di Sony Pictures Home Entertainment Italia, ora in pensione ma sempre aggiornato, da grande appassionato quale è, su tutte le novità e le tendenze tecnologiche che vertono sul mondo del cinema e della musica.

Nel corso di una lunga e piacevole chiacchierata, non si è limitato a proporci il suo punto di vista, ormai super-partes, sulla vicenda del tanto vituperato audio italiano nei Blu-ray e sui nuovi supporti 4K, ma si è addentrato in considerazioni “a tutto tondo” molto interessanti legati al mondo non solo dell’Home Video tout court, ma anche del Cinema e della discografia, passando per audio hi-res, streaming e serie TV.

In questa prima parte dell’intervista, che ha avuto luogo a Roma nelle scorse settimane, ci concentriamo sul primo punto che ci è attualmente molto caro: quali sono le reali possibilità di un cambiamento di politica sull’audio localizzato da parte delle major? (ricordiamo che, al momento, solo Warner sta dando i primi segnali concreti di ascolto delle richieste di noi consumatori e appassionati).


Manca poi un reale supporto dell’industria dell’hardware, che “punta tutto sul video, perchè è immediato e colpisce la massa” (il 4K è l’argomento sulla cresta dell’onda, non certo le codifiche audio a oggetti) e non spinge a sufficienza per l’adozione delle nuove codifiche Dolby Atmos e DTS:X. Quello che serve per ottenere un cambio di marcia dalle sedi centrali in USA è però “una pressione vera dai responsabili locali”.

Non è molto speranzoso Ferrucci sulle reali prospettive di un cambio di tendenza, tanto da disegnare uno scenario in cui, sempre di più, chi cerca il top della qualità, dovrà necessariamente rivolgersi al mercato americano o comunque a quello di lingua anglofona.
Anche perché, ci dice, le tracce originali partono sempre con un vantaggio rispetto a quelle doppiate…

Ma come si è giunti a questo ridimensionamento dell’attenzione alla qualità anche per aziende, come Sony Pictures, che fino al recente passo indietro con il Dolby Digital sui dischi 4K, rappresentavano un baluardo? Basti pensare ai primi titoli usciti in Blu-ray che contenevano addirittura tracce PCM 5.1 e che sono poi comunque divenute Dolby True HD o DTS-HD Master Audio…

Oltre alle problematiche audio, non manca qualche perplessità generale sulle strategie che stanno seguendo le major nel proporre o riproporre certi titoli nel nuovo formato Ultra HD 4K (quindi upscale 2K, dischi bonus con contenuti extra che non arrivano nelle edizioni europee…).

Quindi da questa prima parte della nostra lunga chiacchierata ricaviamo un quadro non certo roseo e di facile o immediata risolvibilità, ma lo spunto principale resta quello che sosteniamo ormai da tempo attraverso i nostri articoli e il nostro sito: l’appassionato deve far sentire la propria voce e puntare il dito a quelle disparità che facciano crescere nelle major una “sana competizione”, in grado di portare benefici all’intero mercato.

Quella che è venuta a mancare è, insomma, un po’ di lungimiranza in un mondo in cui ognuno bada solo al “proprio orticello”. Chiudendo con un messaggio breve e conciso, Ferrucci lancia un invito alle major:

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