Siete ancora poco avvezzi a termini come sensibilità e impedenza e non sapete valutarne i valori quando vi accingete ad acquistare delle nuove cuffie? Vi spieghiamo tutto noi
Alcuni giorni fa vi abbiamo proposto un approfondimento sulla risposta in frequenza, parametro molto importante per farsi un’idea di come possa suonare un dispositivo audio, cuffie comprese. Oggi vogliamo ampliare il focus sulla comprensione delle principali specifiche tecniche a cui guardare quando si è in procinto di acquistare un nuovo paio di cuffie e ci concentriamo sui valori di impedenza e sensibilità.
Impedenza
L’impedenza è il valore solitamente più importante da conoscere (e il primo a cui si guarda con attenzione) quando ci si appresta ad acquistare un nuovo paio di cuffie. Non solo perché ci dice qualcosa di significativo sul carattere delle cuffie stesse, ma anche perché ci fa capire di cosa avremo bisogno per farle suonare al meglio delle loro possibilità; fortunatamente, quello dell’impedenza è un termine abbastanza semplice da spiegare.
L’impedenza è in pratica la resistenza elettrica, ovvero quanto qualcosa resiste a una corrente elettrica che lo attraversa. L’impedenza viene misurata in ohm (Ω) e ciò che questo valore ci dice è di quanta potenza avranno bisogno le vostre cuffie per raggiungere un volume di ascolto ragionevole o, per capirci ancora meglio, quanto dovremo girare la manopola dell’amplificatore (dedicato e non) per farle suonare a un volume ragionevole.
Perché questo valore è importante? Perché più alto è il numero davanti al simbolo Ω, più le cuffie saranno affamate di corrente elettrica. Ciò significa, tra le altre cose, che uno smartphone non sarà in grado di pilotare decentemente cuffie con un’impedenza particolarmente elevata anche alzando il volume al massimo. Per fortuna qualsiasi impedenza fino a 32Ω non rappresenta un particolare problema nemmeno per i dispositivi portatili come appunto smartphone o tablet.
Per impedenze da 33 a 100Ω il discorso invece cambia. In questo caso riusciremmo forse a generare un volume sufficiente anche con un device mobile, ma miglioreremmo sicuramente le cose aggiungendo un amplificatore per cuffie portatile, che aumenterà la potenza di uscita e migliorerà il suono. Qualsiasi cuffia sopra i 100Ω invece quasi sicuramente richiederà un amplificatore dedicato. Sul mercato ci sono un sacco di cuffie che vanno da 100 a 300Ω e persino alcune che raggiungono i 600Ω (ad esempio, le Beyerdynamic DT 990 Edition).
A questo punto potreste chiedervi perché considerare delle cuffie ad alta impedenza (che hanno bisogno di un amplificatore dedicato) quando basta puntare su un modello a bassa impedenza che non vi farebbe spendere ulteriori soldi per un amplificatore. La realtà è che le cuffie ad alta impedenza, grazie alla loro particolare capacità di gestire i segnali elettrici, sono in grado di riprodurre il suono in modo più accurato e sono anche meno sensibili al rumore e alla distorsione.
Di conseguenza, sono anche cuffie spesso più costose, ma ciò non significa affatto che le cuffie a bassa impedenza siano da escludere a priori. Non ci credete? Le Audioquest NightHawk Carbon da circa 600 euro (modello semi-aperto) hanno un’impedenza di soli 25Ω e sono delle cuffie eccellenti, per non parlare delle Focal Utopia da 4000 euro con un’impedenza di 80Ω: valore sicuramente più elevato di quelle delle Audioquest ma lontanissimo dai 600Ω a cui accennavamo prima. Questo per dire che un’impedenza bassa non fa per forza rima con cuffie economiche o “giocattolini” buoni giusto per essere ascoltati con uno smartphone.
Sensibilità
L’altro parametro a cui fare attenzione in fase di acquisto di nuove cuffie è la sensibilità, un valore espresso in dB (decibel) che misura quanto forte suonerà un paio di cuffie a un dato livello di potenza. Se ad esempio la cuffia A ha un grado di sensibilità più alto della cuffia B a un livello di potenza di un milliwatt, l’audio che produce sarà più forte a quel volume e può essere considerato più forte in generale. Ciò significa in pratica che dovremo girare di meno la manopola del volume per ottenere più volume dalla cuffia A.
Per darvi un’idea più precisa, una sensibilità di 86 dB è considerata relativamente bassa, mentre qualsiasi valore al di sopra di 110 dB è da considerarsi molto elevato. Nelle specifiche tecniche potreste anche vedere la sensibilità indicata come efficienza o livello di pressione sonora (SPL). Il suono, dopotutto, genera onde nell’aria e più alto è il volume maggiore è la pressione e maggiore è la pressione, più le nostre povere orecchie “soffrono”.
La sensibilità è comunque un parametro poco utile quando si deve considerare un paio di cuffie al posto di un altro, soprattutto perché i produttori non sono sempre coerenti con il modo in cui la misurano. Sennheiser, ad esempio, potrebbe effettuare misurazioni diverse da quelle di Sony (abbiamo scelto due produttori a caso) e quindi può essere difficile capire la natura sonora di un paio di cuffie osservando questo parametro.
Aggiungete poi le variazioni della sorgente sonora e dell’amplificatore e le capacità uditive della singola persona e capirete come la sensibilità non rivesta un’importanza fondamentale nella scelta delle cuffie. Prendiamo ad esempio le Audeze LCD-2 Classic da 800 euro, cuffie over-ear aperte che hanno una sensibilità di 101dB, valore non di certo basso ma nemmeno elevatissimo. In termini pratici abbiamo visto che non c’è bisogno di molto meno volume rispetto ad altre cuffie con una sensibilità inferiore.
C’è poi uno svantaggio che valori di sensibilità elevati si portano dietro e riguarda la catena del segnale del nostro impianto audio. Il sibilo dell’amplificatore o dei circuiti dello smartphone, il “rumore” elettrico e altri inevitabili disturbi di carattere elettrico possono infatti essere accentuati. Gli auricolari ad alta sensibilità sono piuttosto comuni e non è un caso che modelli di fascia alta come i Campfire Audio Solaris da oltre 1000 euro (sensibilità di 115dB) raccolgano molto rumore se non sono collegati a un amplificatore di alta qualità.
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