L’Alta Fedeltà o Hi-Fi, come da sempre la intendiamo noi appassionati, soffre una crescente mancanza di interesse da parte dei giovani, circostanza in concreto esiziale per la sua sopravvivenza. A questo si aggiunge il costante e crescente disinteresse da parte dello zoccolo duro degli appassionati, oramai notevolmente ridotto in tutto il mondo.
Prescindendo dal solito e banale nostalgico richiamo a ciò che fu, pare che “i bei vecchi tempi” dell’Hi-Fi siano ormai definitivamente finiti, appartengano inesorabilmente al passato e ciò che resta delle loro gloriose vestigia, non siano altro che cumuli di fumanti macerie definite vintage.
Infatti, leggendo con attenzione i numerosi interventi in risposta a post pertinenti l’Alta Fedeltà attuale reperibili nei vari forum di Hi-Fi, non sembra delinearsi uno scenario propriamente favorevole, anzi, sembra che il comune sentire vada nella direzione di un lento decadimento di questo hobby associato ad un sempre più ampio disinteresse nei confronti della produzione più recente.
In altre parole, come evidenziato da qualcuno, parlando di Hi-Fi ci si dovrebbe riferire esclusivamente al passato e men che mai al presente, figuriamoci al futuro.
Possiamo dare torto a questo assetto mentale?
Basta guardarsi intorno per realizzare che un sistema audio di un certo livello – non necessariamente costoso, solo di buona qualità correttamente installato in ambiente – apparato necessario al fine di riprodurre al meglio le migliori registrazioni disponibili sul mercato, è attualmente e praticamente inutile, questo stante i generi musicali (sic) mediamente ascoltati dalla maggior parte dei giovani, non certo bisognevoli di un sistema di pregio per essere esaltati.
Non staremo qui a ripeterci stracciandoci le vesti per il profondo disappunto che alberga nella nostra agitata anima di appassionati – per definizione poco disposti a compromessi quando si tratta di ascolto serio – ma è manifestamente evidente come l’Hi-Fi stia vivendo un discreto momento di apnea.
Prescindendo però da quelle che potrebbero essere le nuove leve, è ancora più triste constatare che molti appassionati definibili storici (vintage?) sono i primi a gettare la spugna; come eloquentemente sottolineato da qualcuno: tranne il caso che qualcosa possa rompersi non mi sento affatto portato verso nuovi acquisti.
Proprio l’esatto contrario di ciò che si faceva un tempo, quando presi dalla famosa scimmia si correva dal proprio spacciatore audio di fiducia onde permutare col nuovo arrivato in catalogo l’ormai “vetusto e superato” componente stereo.
Chiaramente i termini utilizzati sono a dire poco un pallido eufemismo, poiché spesso il dispositivo sostituito aveva in qualche caso pochi mesi di vita, ma nel bene o nel male è così che andava, un fermento talvolta anche eccessivo ma parte integrante della passione.
Ma non solo, il disinteresse si spinge alla mancata frequentazione delle rare manifestazioni audio che ancora resistono ed alla ormai consueta astensione dal girovagare nei pochi esercizi commerciali che ancora trattano la materia, qualcosa che un tempo, tanto per non parlare del passato, era comune pratica tra gli appassionati.
I commercianti propongono video a gogo dove evidenziano l’andirivieni di merce presso i punti vendita ma la realtà parla di altro, fatevi un giro e scoprirete sovente di essere davvero pochi al cospetto degli scaffali.
A dire il vero un certo avvitamento si avvertiva da parecchio, sia per il ciclico revisionismo che puntualmente imponeva di (ri)equipaggiare i componenti con quanto nel tempo eliminato in nome della purezza del segnale come i controlli di tono, il balance, il compensatore fisiologico (meglio noto come loudness) e lo stadio fono, quest’ultimo a favore del digitale che per un po’ di tempo ne ha preso il posto per poi, immancabilmente, vederlo comparire di nuovo tra i circuiti degni di essere presenti nell’amplificatore.
Valvole e stato solido hanno tranquillamente continuato la loro diatriba, che anzi è aumentata col prepotente ritorno delle care vecchie “lampadine audio” con analogico e digitale a fargli buona compagnia.
Senza dimenticare cavi ed accessori, per un notevole periodo di tempo elementi imprescindibili di un sistema audio sebbene in parecchi casi – ovviamente, occorre specificare, non tutti – alcuni di questi fossero assolutamente inutili e nati da oscure considerazioni di pura fantasia.
Pertanto, sembrerebbe che al momento l’Hi-Fi sia in stallo evidente in assenza di innovazioni epocali in grado di (ri)accendere la scintilla della passione né, tanto meno, sollecitare più di tanto l’interesse dei giovani.
Soluzioni ne abbiamo?
In effetti si, una delle quali è rappresentata dall’insistere in merito alla ricerca della qualità, circostanza questa che in un certo senso impone ai costruttori di proporre dispostivi adatti a soddisfare le richieste del pubblico, prova ne sia il ritorno delle circuitazioni poco sopra nominate.
Lo stesso può dirsi delle scelte musicali ché di ottima musica se ne trova in abbondanza e senza scomodare i classici del passato, i quali ci sembra continuino in ogni caso ad essere proposti per la gioia degli estimatori.
Insomma, mantenere viva la passione senza cedere il passo a momentanei vuoti qualitativi è possibile ed opportuno, se non altro per sottrarsi alla massa che tutto vorrebbe allineare in barba alla qualità delle proposte.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
© 2024, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.