A prescindere dall’usuale triade sorgente, amplificazione e diffusori che solitamente compongono un sistema Hi-Fi, esistono alcuni accessori che aggiunti ai dispositivi citati possono elevare la qualità del risultato finale anche in maniera notevole.
Solitamente sono i cavi, oppure i numerosi sistemi di sospensione o accoppiamento – punte, sotto-punte, isolatori, assorbitori et similia – gli accessori maggiormente gettonati al fine di migliorare il risultato d’ascolto.
Esistono poi alcune categorie di elettroniche spesso definite speciali – equalizzatori, processori di segnale – che possono ulteriormente spostare l’ago della bilancia in favore di un risultato sonoro migliore, soprattutto dal punto di vista dell’ambiente, un aspetto che non andrebbe mai trascurato.
Ci sono poi alcuni dispositivi meno conosciuti il cui intervento in qualche caso ha, letteralmente, del miracoloso: è questo il caso del buffer.
Tecnicamente parlando, il suo compito è quello di ottimizzare l’interfaccia elettrica tra due elettroniche, segnatamente una sorgente ed un amplificatore.
In altre parole, mediante questo tutto sommato semplice apparecchio, si realizzano le migliori condizioni affinché non vi siano problemi di sinergia tra i dispositivi connessi.
Un aspetto non da poco, considerando che l’interfaccia elettrica – ovvero impedenza e capacità d’ingresso – ha un necessario impatto sul segnale, ragione per cui è potenziale fonte di degrado e/o alterazione.
È pur vero che difficilmente vi è contrasto eccessivo tra due apparecchi, ma in qualche caso i valori di input/output potrebbero non essere propriamente al top.
Caso nel quale, appunto, un buffer potrebbe aiutare.
In ogni caso, scopo di questo articolo è condividere con i nostri lettori ciò che al momento risulta reperibile sul mercato, non molti infatti sono i modelli disponibili, caratterizzati tra l’altro da prezzi assai diversi.
IL BUFFER: YAQUIN SM-CD 3 (+/- 200 euro)
A vederlo somiglia ad un piccolo amplificatore a valvole, complice la presenza delle due valvole 6N8P (eventualmente sostituibili con una coppia di 6SN7) in bella evidenza sulla parte superiore del telaio.
Ed in effetti è interamente costruito in metallo, a partire dallo spesso pannello frontale in alluminio che reca al centro una finestra trasparente in metacrilato retroilluminata in azzurro (personalmente avrei preferito il verde oppure l’ambra) riportante il logo aziendale.
Al fine di non rovinare la linearità dell’estetica il pulsante di accensione – un esemplare a bilanciere – è stato convenientemente collocato sul lato sinistro dell’apparecchio.
Sulla parte posteriore si trovano quattro connettori RCA placcati oro di buona qualità unitamente alla vaschetta IEC per il cavo di alimentazione.
Si tratta di un buffer puro, vale a dire che fa una sola funzione e nient’altro.
La componentistica interna appare di buona qualità con qualche eccellenza – i condensatori a marchio NICHINON – e tutto il circuito è accuratamente cablato in aria, caratteristica di molti dispositivi valvolari.
A livello di prestazioni il suo intervento è avvertibile ma senza eccessivi stravolgimenti, nulla che faccia gridare al miracolo, solo un certo arrotondamento della parte alta dello spettro ed un discreto allungamento delle note in bassa frequenza.
Circa quest’ultimo aspetto va notato come l’effetto sia discreto – forse fin troppo – nel senso che non appare eccessivamente avvertibile, circostanza questa che in un primo momento potrebbe portare ad un giudizio negativo.
Lasciatelo scaldare bene (è pur sempre a tubi!) ed inizierete ad avvertire la sua presenza, discreta come evidenziato, e per certi versi è un bene, eccessive virate sonore potrebbero alterare la timbrica in modo inutilmente ridondante.
IL BUFFER: ICON AUDIO BA-3 (+/- 750 euro)
Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un esemplare a valvole nel quale si rintracciano due esemplari di 6N6 – sostituibili con le 6922, ECC88 e 6DJ – alle quali si aggiunge una ECC82, 12AU7 oppure ECC99, opzionabili in fase d’acquisto.
Un dispositivo ben diverso dal precedente quindi e non solo nel prezzo – parecchio più elevato – ma anche nella gestione elettronica, qualcosa che farà felici i cultori del tube rolling.
In questo caso la costruzione è nettamente diversa ed ovviamente curatissima, in altre parole vale certamente i soldi richiesti, essendo a base di condensatori a marchio SOLEN e cablaggio effettuato con cavo in argento con isolante in PTFE; disponibili in alternativa condensatori in carta e olio con dielettrico in rame.
Calore e corpo ne caratterizzano l’azione ove note basse maggiormente piene, in unione ad un estremo alto levigato ed assolutamente privo di aggressività, sono le caratteristiche maggiormente in evidenza.
Bel prodotto, di peso e sostanza, non proprio regalato ma davvero ben fatto.
IL BUFFER: KLIMO BEAG (+/- 1500 euro)
Da parecchio tempo sul mercato – ed attualmente reperibile solo come usato – si caratterizzava per una costruzione di elevato livello, cifra tipica del costruttore tedesco d’altronde, e certamente più complessa dei modelli precedenti.
Circuito cablato su PCB di elevata qualità con piste in oro e componentistica di qualità sopraffina erano le sue carte migliori, cui seguiva il classico (per KLIMO) cabinet con frontale in metacrilato trasparente dal caratteristico logo illuminato in verde.
A livello di operativo si caratterizzava per la possibilità di essere bypassato, il che rendeva disponibile la possibilità di una verifica immediata circa il suo intervento sul segnale.
Ed anche qui l’aspetto che emergeva chiaramente all’ascolto parlava di corpo e sostanza, ricchezza armonica e levigatezza della parte alta dello spettro sonoro.
IL BUFFER: iFI iTUBE2 (+/- 450 euro)
Scegliamo di parlarne per ultimo, sebbene il suo costo sia molto più basso in confronto con i due modelli appena descritti, non senza una ragione.
Potete comunque consultare il test da noi effettuato qualche tempo fa per maggiori dettagli.
Giunto alla versione 2 – come evidente dalla sigla – si tratta di un dispositivo concretamente definibile particolare, non fosse altro per la presenza di circuiti accessori alla funzione di buffer.
Costruzione di alto livello, sia elettronica che meccanica e nemmeno a dirlo troviamo una valvola come dispositivo alla base del suo circuito – niente meno che una GE5670 NOS made in USA – sfruttabile in diversi modi tramite un selettore posto sul frontale in grado di modificarne la firma sonora.
A nostro parere un vero gioiellino, capace effettivamente di connotare positivamente il suono senza conferirgli aspetti artificiosi, anzi.
Come al solito, ottimi ascolti!!!