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IFA, la fiera che vorremmo anche in Italia

IFA 2017
IFA 2017

IFA 2017 va in soffitta senza infamia e senza lode. Poco bruno e tanti elettrodomestici piccoli e grandi, una sorta di campionaria della tecnologia con un forte connotato locale che piace comunque ai consumatori. Un modello da replicare in Italia?

Da qualche giorno è calato il sipario sull’edizione 2017 dell’IFA di Berlino, una manifestazione che con il passare degli anni ha profondamente cambiato pelle rispetto al passato, aprendosi di fatto alle tecnologie, a tutte le tecnologie.

L’audio video, che a Berlino nell’arco dei decenni ha segnato la storia, è stato inglobato in un calderone dove dentro è possibile trovare di tutto un po’, dagli elettrodomestici ai prodotti per la bellezza e per il benessere, dai droni alle “invenzioni” delle startup innovative presenti un padiglione dedicato (IFA Next).

Senza dimenticare le postazioni dove i ragazzi hanno fatto la fila per provare la realtà virtuale in stile Gardaland. A ben guardare l’unico elemento di distinzione tra la fiera berlinese dal Ces di Las Vegas è il settore dell’automotive, toccato in maniera marginale.


Insomma le fiere diventano sempre più generaliste e questo non è sinonimo di successo, almeno non sempre. Se per il CES questa contaminazione tecnologica ha aperto un universo nuovo e più ricco, per IFA le cose sono andate diversamente, almeno considerando ciò che successo nelle settimane scorse.

Come mai? Semplice, le novità vere, siano esse prodotti o tecnologie, passano prima dagli Usa a gennaio e calano nel Vecchio Continente otto mesi dopo, più o meno con il loro arrivo sugli scaffali dei negozi. Insomma, più che la fiera delle novità è parsa più la fiera del déjà vu.

Bene inteso, la manifestazione ha consentito a molti produttori di presentare comunque nuovi prodotti (vedi il nostro speciale), ma tutti o quasi nel solco tracciato dal CES. Non solo, quest’anno è mancato il colpo ad effetto, niente fuochi artificiali. Se si esclude LG che ha atteso IFA per lanciare il nuovo smartphone V30, tra i big del settore si è trattato di aggiornamenti di gamma o poco più.

Perfino Samsung ha preferito lanciare l’attesissimo Galaxy Note 8 prima di Berlino. Anzi ha condensato la sua presenza con un evento addirittura al di fuori della fiera stessa. Poi ci sono aziende, vedi Apple, che non solo non aspettano le fiere di settore per annunciare i nuovi prodotti, alle manifestazioni non ci vanno proprio.

Bruno dove sei?

L’IFA è dunque sempre meno bruno e sempre più bianco, benessere e bellezza con prodotti tecnologici che impattano sì sulla vita quotidiana, ma non dal punto di vista dell’intrattenimento. Anche gli storici marchi dell’audio si sono concentrati su prodotti che con l’Hi-Fi e l’Home Cinema avevano poco a che vedere. Quasi tutti hanno mostrato soluzioni audio (alcune nemmeno recenti) per l’ascolto in streaming con diffusori all-in-one più adatti ad una fruizione estemporanea, distratta e poco impegnativa della musica.

Basti dire che in molti stand il trend “emergente” era la compatibilità dei prodotti audio con le piattaforme di “intelligenza artificiale” di Google (Assistant) e Amazon (Alexa) che si stanno contrapponendo a Siri (Apple) e Cortana (Microsoft). Con buona pace dell’audio Hi-res e affini.

IFA 2017 Panasonic Technics.

Quel che è certo è che Panasonic come anche B&O e Loewe si sono distinte dalla massa. La prima perché è stata l’unica azienda a coprire adeguatamente tutti i settori, senza per questo sbilanciarsi. C’era spazio per lavatrici e rasoi di ultima generazione, ma c’era tanto spazio dedicato ai TV e alla costola Technics con prodotti quasi esoterici (visto il resto della fiera) e per appassionati dell’alta fedeltà più che per le masse. Le altre due perché hanno saputo dare una forte impronta qualitativa ai rispettivi prodotti, unita ad una ricerca stilistica di grande impatto. Della serie: sostanza e forma. Altri si sono sì concentrati sull’audio video, ma lo hanno fatto con prodotti a mio avviso marginali.

Una fiera sempre più tedesca… e l’Italia?

In definitiva la sensazione che abbiamo avuto è che IFA si sia trasformata in una fiera più locale che internazionale, addirittura più tedesca che europea. E la prova provata è che ad eccezione dei big negli stand mancavano quasi totalmente riferimenti italiani o persone in grado di dare indicazioni commerciali relative al nostro Paese.

Ciò non significa che sia una fiera in declino, tutt’altro. Anzi con buona probabilità questa sua nuova vocazione locale potrebbe paradossalmente garantirle ancora una vita decorosa e lunga. Perché alla fine, al di là degli addetti ai lavori che ogni anno dall’Europa e non solo si recano in pellegrinaggio a Las Vegas per seguire il CES, i comuni mortali hanno poche occasioni per vedere dal vivo e funzionanti i prodotti di punta, per approfondire aspetti tecnici complessi, per fare domande anche banali ma funzionali all’acquisto.

Chi pensa che la grande distribuzione possa sostituirsi ai produttori è completamente fuori strada. I commercianti si muovono secondo logiche tutte loro e di convenienza, com’è giusto che sia.

Fortunati quindi i tedeschi che, pur con qualche mese di ritardo, hanno potuto toccare con mano e provare i prodotti più significativi che l’industria della tecnologia inventa ogni anno e che a Natale rappresenteranno la “lista dei desideri” di molti appassionati. Una volta tutto ciò accadeva anche ai consumatori e agli appassionati italiani con le fiere di settore: Smau, Sim Hi-Fi e, più in piccolo, il Top Audio Video Show. Tutte hanno chiuso i battenti perché, si diceva, era impossibile competere con le fiere internazionali. Vero, verissimo. Ma la loro missione non era quella di imporsi a livello internazionale, erano semplicemente funzionali e utili al mercato interno.

Esattamente come IFA lo è oggi per il mercato tedesco. Se tenterà di competere con il CES di Las Vegas sarà destinata a morire. Se riuscirà a mantenere il legame con il suo territorio riuscirà a resistere, proprio come ha dimostrato quest’anno. Un legame che ci piacerebbe molto vedere ricostituito anche in casa nostra con il ritorno di un evento nazionale che parli di nuove tecnologie in modo autorevole e che dia la possibilità anche a noi di vedere i prodotti dal vivo e non tramite surrogati digitali.

Alla fine le fiere, ancorché locali, sono da sempre un volano commerciale per il settore che rappresentano e possono generare un indotto economico non trascurabile, soprattutto di questi tempi. Soprattutto in Italia.

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