Nel 17esimo anno consecutivo di crescita di vendita dei vinili, l’aumento anno su anno è stato di poco più del 4% contro le percentuali a doppia cifra degli anni precedenti. Qualcosa si sta inceppando?
Ridendo e scherzando, il 2022 è stato il diciassettesimo anno di crescita delle vendite dei vinili, iniziata piano piano e molto timidamente nel 2005-2006 fino ad arrivare a cifre considerevoli (seppur sempre di nicchia nel mercato musicale globale) negli ultimi 6-7 anni. Secondo le nuove stime di Luminate Data, negli USA (il mercato discografico più importante a livello globale) il 2022 si è chiuso con l’ennesimo balzo in avanti dei vinili, seppur non in maniera così convincente come negli anni precedenti.
Parliamo infatti solo di un +4,2% sul 2021, quando fino solo a 2-3 anni fa la crescita anno su anno si attestava su percentuali a doppia cifra. Si è trattato comunque di un anno più che positivo, con ben 43,5 milioni di LP venduti (48 volte di più rispetto alle vendite del 2006, l’anno in cui si iniziò ad assistere alla resurrezione del vinile).
Parliamo inoltre di numeri che corrispondono al 43% di tutti gli album venduti negli USA su supporto fisico, mentre se si tirano in mezzo anche lo streaming e il download (ovviamente legale) il mercato dei vinili vale solo il 5%, tipica percentuale di un settore di nicchia come in effetti è sempre stato quello dei vinili dal 2006 a oggi. Un altro aspetto interessante emerso dal report di Luminate Data è che solo il 50% degli acquirenti di vinili possiede un giradischi, a dimostrazione dell’aspetto spesso puramente collezionistico che riguarda questo supporto fisico.
La società di ricerca americana non approfondisce invece le motivazioni che hanno portato a questa crescita così bassa nel 2022 rispetto agli anni precedenti. Forse il prezzo sempre più elevato dei vinili, l’aumento dei servizi in streaming di elevata qualità in grado di attirare gli audiofili, la timidissima riscossa dei CD e, in generale, un calo dei consumi dovuto a inflazione e incertezza economica hanno portato gli appassionati a investire meno rispetto agli anni scorsi.
Inoltre, anche se non abbiamo i numeri per supportare tale tesi, questa crescita inferiore alle aspettative potrebbe non aver toccato con la stessa intensità altri mercati come quello europeo. Resta il fatto che, vedendo anche la marea di giradischi continuamente proposti dai più svariati produttori, sembra proprio che la passione per i vinili continuerà a crescere ancora per un bel po’.
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