Secondo HiFiMAN le Mini Shangri-La incarnano alla perfezione la velocità e le prestazioni delle cuffie elettrostatiche
Se nel 2016 HiFiMAN portava sul mercato il costosissimo sistema di cuffie elettrostatiche Shangri-La da 50.000 dollari, due anni dopo tocca va alle più umane Shangri-La Jr (8.000 dollari), mentre quest’anno il produttore cino-americano ha deciso di abbassare ulteriormente i prezzi con le nuovissime Mini Shangri-La, cuffie elettrostatiche da poco più di 1000 euro che possono essere acquistate da sole o assieme all’amplificatore dedicato all’interessante prezzo di 2300 dollari (il solo ampli costerebbe 1500 dollari).
Visto che le cuffie elettrostatiche necessitano di un apposito amplificatore per poter funzionare, questa “combo” di HiFiMAN è ancora più allettante, anche perché attualmente sul mercato (a parte le proposte di Stax) non ci sono molti sistemi simili in questa fascia di prezzo degni di nota. Le Mini Shangri-La sono dotate di un diaframma di spessore minimo e con un rivestimento di nano particelle che migliora la risposta in frequenza (7Hz – 90kHz) e la qualità sonora complessiva.
Il diaframma assicura una conduttività e una stabilità estremamente precise, anche in presenza di temperature e ambienti variabili, con un palcoscenico profondo ed esteso. Un’altra caratteristica degna di nota delle Mini Shangri-La è uno strato di protezione nanometrico che protegge dall’umidità, dalla polvere e da altri agenti inquinanti, pur rimanendo trasparente alle onde sonore.
L’amplificatore a stato solido abbinato evita il trasformatore che i modelli più comuni utilizzano per aumentare la tensione di uscita a basso voltaggio, ma che invariabilmente distorce i dettagli e la qualità del suono nel suo complesso. Invece, la tensione dell’amplificatore viene inviata direttamente dai transistor di uscita per un percorso pulito e privo di interferenze. Da segnalare anche il peso delle cuffie di 320 grammi (50 grammi in meno rispetto ai due modelli precedenti), l’alimentatore lineare e un sistema di filtri discreti per filtrare ulteriormente la distorsione e altre anomalie, oltre a un design completamente bilanciato sia negli stadi di ingresso, sia in quelli di uscita.
Per chi ancora non le conoscesse, le cuffie elettrostatiche hanno un sistema di funzionamento molto diverso rispetto a quello dei tradizionali modelli dinamici. La differenza principale è che la membrana, molto più sottile rispetto a quella delle cuffie dinamiche, è inserita tra due lastre forate di metallo collegate a due elettrodi e viene caricata direttamente dalla corrente. L’onda sonora viene generata dagli elettrodi che creano un campo elettrico, il cui cambio di polarità produce il movimento della membrana.
La superiorità teorica di queste cuffie risiede nel fatto che non vi è alcun contatto fisico tra le parti e che non c’è il rischio che il segnale venga in qualche modo alterato da campi magnetici, come invece può avvenire nelle cuffie dinamiche. Senza poi contare l’assenza di distorsione del segnale anche a livelli di pressione sonora altissimi e il fatto che l’estrema sottigliezza della membrana permette una risposta alla sollecitazioni con una rapidità impensabile con le membrane molto più spesse delle cuffie dinamiche.
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