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Gran Galà dell’Alta Fedeltà di Padova: cosa dice il web

Lo scorso weekend si è svolto a Padova l’ultimo appuntamento con il Gran Galà dell’Alta Fedeltà, evento piuttosto atteso dagli appassionati di musica ed HiFi del quale già Milano e Roma sono state sede ospitante rispettivamente ad ottobre ed a novembre. Tutto bene? Certamente, polemiche a parte!

In assoluto immancabili, le considerazioni che scaturiscono da eventi come il Gran Galà dell’Alta Fedeltà di cui avevamo già qui accennato – la cui altisonante denominazione è di per sé foriera di grandi aspettative – consentono di tastare il polso di un mercato che pare sia sempre più asfittico e sopravviva su numeri piccoli ma importanti, ovvero pochi pezzi ma costosi, sovente realizzati da aziende il cui nome non è tra i più noti del panorama.

Non che manchino all’appello i nomi storici dell’Alta Fedeltà – ad esempio Marantz , di cui qui potete leggere il nostro recente articolo sulla nuova serie 10 – sono di certo anche alcune piccole realtà ad attirare l’attenzione di coloro sempre attenti all’evolversi (o al suo perfetto contrario) del mercato audio.

Addirittura, in occasione dell’acquisto di un LP o di un SACD edito da Fonè Records si riceveva una bottiglietta di Chinotto Neri (!) con il quale era possibile almeno in parte dissetarsi nel caso si fosse rimasti a bocca asciutta relativamente a qualche ascolto mancato.


In ogni caso – a tal proposito è sufficiente spulciare i vari forum presenti in rete – come già evidenziato non sono mancate critiche al suddetto evento ma anche, per correttezza va segnalato, qualche considerazione assai intelligente che suggerisce che la musica proposta dai vari espositori dovrebbe essere la stessa per tutti affinché si possa individuare senza difficoltà quale sia il sistema in grado di riprodurla al meglio.

Non si tratta affatto di una proposta banale, anzi, piuttosto che ascoltare suoni astratti come campanellini o strumenti poco noti la cui timbrica reale è praticamente ignota e che detto tra noi non è davvero possibile definire musica, una scaletta ben concepita che comprenda un po’ tutti i generi verosimilmente ascoltabili dalla media delle persone sarebbe davvero l’ideale.

Non si tratta di qualcosa di difficile da mettere insieme, esistono migliaia di opere più che adatte a fungere da test relativamente all’accuratezza della riproduzione, ed anzi, proprio da questo insieme potrebbe nascere un CD omaggio destinato ai visitatori, qualcosa che consentirebbe di testare nel proprio sistema quanto di buono o meno ascoltato durante la visita.

Un’immagine della session di registrazione di Kind of Blue del mitico Miles Davis, tra i dischi maggiormente rimaneggiati

 

In ogni caso, senza alcuna priorità, questa è la lista delle criticità mediamente riscontrate durante l’evento da parte di coloro che lo hanno visitato.

LAMENTELA N. 1: i costi del software audio

Immancabili le critiche nei confronti degli espositori di software musicale – analogico o digitale non fa alcuna differenza – il cui prezzo è considerato in concreto sproporzionato all’offerta, pur dove questa sia riferita a prodotti di indubbia qualità, sovente l’ennesima riproposizione di lavori storici rimaneggiati per l’ennesima volta alla ricerca dell’ennesima versione definitiva (si come no!) che dovrebbe, chiaramente, stracciare la precedente.

Qui pare che gli appassionati siano mediamente allineati, tendendo ad evitare acquisti tanto costosi e preferendo spendere meno acquistando più esemplari di un supporto piuttosto che un singolo CD o LP a prezzo quasi di fantasia; a tal proposito qualcuno ha scritto che vi erano CD in vendita a più di 100, idem dicasi per i vinili, già di per sé considerati appartenenti alla nobiltà dell’audio.

A dire il vero la cosa non dovrebbe destare più di tanto meraviglia, complice l’acquolina provocata dall’iper-esposizione il desiderio quasi compulsivo di prendere qualcosa è prevedibile, così come lo è proporre a prezzi talvolta vergognosi software musicale, spesso reperibile a cifre minori da altre fonti.

LAMENTELA N. 2: i costi dell’hardware

A seguire, è apparsa alquanto elevata la disapprovazione in relazione ai costi fin troppo elevati delle elettroniche in dimostrazione, sistemi molto spesso basati su quanto di meglio l’azienda è in grado di produrre sebbene non certo appannaggio della gente comune.

Tra l’altro, mediamente parlando, pur considerando che questi eventi sono (anche) un’occasione per ascoltare sistemi non esattamente reperibili dietro l’angolo, a nostro avviso sarebbe molto più remunerativo far ascoltare impianti anche e soprattutto di costo medio/basso, senza timore di apparire sotto tono; detto col massimo rispetto, non tutti possono o vogliono spendere cifre importanti per l’acquisto di un impianto ad Alta Fedeltà.

LAMENTELA N. 3: la scelta della musica o presunta tale

Altra notevole critica nei confronti dell’evento è stata quella pertinente la scelta della musica utilizzata per le dimostrazioni, sovente basata su sonorità eteree ed astratte molto poco plausibili per un ascolto quotidiano da parte di un appassionato.

Anche qui nessuna meraviglia, praticamente da sempre, è risaputo che determinati generi (se così vogliamo chiamarli) si prestano meglio di altri all’evidenziazione di determinate caratteristiche di un prodotto, ragione per cui volumi sonori ridotti uniti a suoni scarsamente conosciuti costituiscono un’ottima base per confondere le idee.

Siamo certi che prima o poi saranno le sinusoidi pure ad essere utilizzate!

In generale poi, sono state le basse frequenze ad essere considerate inadeguate – troppe o troppo poche – insieme al fatto che determinati ambienti erano eccessivamente ampi oppure oltremodo piccoli per la mole dei diffusori, ma questo si sa, è sempre stata e resta una delle maggiori criticità di luoghi non espressamente dedicati alla musica.

LAMENTELA N. 4: il ricambio generazionale

Malgrado la notevole affluenza di pubblico – che non significa affatto che chiunque abbia visitato il Gran Galà sia necessariamente appassionato di HiFi – l’età media dei visitatori, ahimè, resta comunque elevata e non sembra che le giovani generazioni siano più di tanto interessate.

D’accordo, in certi orari è stata notata la presenza di “giovani” 40/45enni in qualche caso addirittura accompagnati dalla consorte e/o compagna, ma resta il fatto che la media è indubbiamente anziana, i tempi in cui frotte di diciottenni invadevano la Mostra del Suono in quel di Roma oppure il SIM di Milano sono un lontano ricordo.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

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