Le Gold Planar GL600 confermano il crescente interesse di un sempre più nutrito pubblico audiofilo verso le cuffie circumaurali aperte
Che rappresentino o meno la moda del momento le Gold Planar GL600 sono tra le cuffie planari più abbordabili a mercato, progetto che promette sensibilità e bassi a 6 Hz. Corsi e ricorsi nella tecnologia a parte le cuffie planari vantano un’interessante resa, specie per chi è alla ricerca di un suono robusto e al tempo stesso fluido e lineare.
Innovazione e ricerca dove il vento asiatico ha gonfiato le vele del mercato, alimentato dalla riduzione di prezzo posizionando in quella che un tempo era riconosciuta come fascia bassa progetti sulla carta di sicuro interesse musicale come le Gold Planar GL600, parte della famiglia cinese Linsoul. Collocazione budget line anche in termini di presentazione e packaging, con un’ingombrante scatola che al suo interno vanta unicamente l’apparato e il cavo, del tipo detachable. Chi sperava in una custodia da trasporto casca male.
La base progettuale in termini di design è altrettanto spartana, con preponderanza di metallo dove il legno avrebbe trasmesso maggior calore. L’archetto resta l’elemento meno azzeccato, con un colpo d’occhio non così accattivante, un ampio cuscinetto è pronto a confortare la calzata lasciando comunque la sensazione di una certa comodità anche in caso di lunghe sessioni d’ascolto. Particolare la traforatura esterna dei padiglioni con elementi ottagonali che legano molto quanto a stile e potrebbero stridere quanto a estetica. Se è vero che l’esposizione di un certo volume di metallo non contribuisce a scaldare gli animi, va da se che l’apparato non manchi di trasmettere una certa sensazione di robustezza, e poi non è così comune trovare simili materiali in cuffie budget line. Unico elemento che potrebbe lasciare qualche dubbio è il punto di giunzione tra l’archetto e gli elementi di ancoraggio delle cuffie, di fatto coperto da una parte in plastica presente per mero effetto estetico, fissato con un paio di viti per lato.
I padiglioni risultano abbastanza morbidi e la finta pelle non induce particolare calore; ciò che più conta è la struttura d’insieme che comporta una pressione non eccessiva una volta indossate, anche per chi indossa occhiali. La Gold Planar GL600 hanno una risposta in frequenza dichiarata di 6 – 50,000 Hz, 22 Ohm di impedenza e 100 dB di sensibilità. La tipologia di cuffie aperte le rende affatto isolate, questo significa che ci si aspetta un silenzioso luogo d’utilizzo dove il suono che fuoriesce non arrechi disturbo, del resto se si desidera aumentare la resa sonora di una circumaurale e avvicinarsi a quella dei diffusori le aperte sono la scelta migliore. Cavo di una certa qualità, morbido e malleabile è ricoperto da una manica in tessuto a renderlo più resistente, il jack da 3,5 mm ha la filettatura per poterlo trasformare in uno da 6,3 mm, anche se l’adattatore non è incluso.
Il driver utilizza un diaframma da 66 mm con concept costruttivo proprietario che rende la nano-membrana ultrasottile ancora più reattiva, fornendo un soudstage definito “più realistico, migliorata risoluzione e pienezza del suono attraverso l’intero spettro di frequenze”.
Si tratta invero di cuffie indicate perlopiù agli amanti dei bassi ‘pesanti’, dove anche in presenza di una traccia relativamente complessa potrebbe complicarsi il riconoscimento degli strumenti, dove l’eccessivo spazio in gamma bassa tende a tenere troppo arretrata la gamma media e medio-alta. La gamma alta resta decentemente dettagliata con una buona quantità di piccoli dettagli, impossibilitati a raccogliere ulteriori micro elementi a causa dei bassi che rischiano di risultare davvero ingombranti. Prezzo attuale 179,99 dollari direttamente sul sito Linsoul.
© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.