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Going active Diffusori amplificati

diffusori amplificati

Diffusori amplificati. Ripercorriamo insieme l’evoluzione del rapporto diffusore/amplificatore.
All’inizio c’era solo un sistema di collegamento, ingresso positivo e negativo con una sola coppia di connettori.


Poi è nato il cosiddetto by-wiring, cioè doppio collegamento, uno per le medio alte e l’altro per le basse frequenze.
Molti lo consideravano per usare due coppie di cavi altoparlanti, ma in realtà la sua vera funzione era di fare la doppia amplificazione, dato che le esigenze di medio alti e basse sono diverse, tanto che molti cosiddetti audiofili collegavano amplificatori a valvole per le alte (suono “morbido”) e grossi amplificatori a stato solido per le basse (suono “robusto”).

Diffusori amplificati
Questo naturalmente produceva continui cambiamenti e ricerca di soluzioni, mai finite…del resto in questo caso di hobby parliamo.
In un certo senso la considero una risposta sbagliata ad una esigenza giusta.
Giusta perchè è vero che per far funzionare al meglio i drivers di un diffusore le esigenze sono diverse, grande smorzamento per le basse e bassa distorsione per le medio alte.



Il punto è che in queste configurazioni, oltre alla quasi impossibilità di “azzeccare” l’accoppiamento, questi sforzi devono passare comunque attraverso un crossover passivo che mortifica molto di questi sforzi.
Il passo successivo, sempre verso la ricerca dell’agognata “perfezione” , usare dei diffusori con crossover esterno, cioè con gli altoparlanti collegati direttamente.
Complicazione di amplificatori, crossover ecc.
Da qualche anno (LINN credo per prima), è apparso questo approccio in ambito commerciale, cioè diffusori amplificati predisposti con offerta di crossover e amplificazioni dedicate.
Nel mercato odierno, e ribadisco per l’ennesima volta, soprattutto riferendomi al mercato nuovo da conquistare, pensate che, date le dimensioni delle case moderne e la cultura “digitale” delle nuove generazioni, ci sia un grande mercato per queste “soluzioni”?

diffusori amplificati
Non è forse meglio proporre quello che può essere (e secondo me l’unico possibile in futuro, fatto salva la nicchia della nicchia dei super ricchi) ) la proposta vincente degli anni 2000, cioè l’accoppiata con cellulare/app e diffusore amplificato?

Vediamo ora, a fronte di quanto esposto, quella che ritengo l’ideale nei diffusori/sistemi.
Oggi, e lo vediamo in tutte le fiere di settore, la stragrande maggioranza delle dimostrazioni è effettuata con la musica in stream. Ne consegue che il diffusore/sistema deve avere lo streamer, crossover elettronico con DSP (digital signal processor) e un amplificatore per ogni singolo altoparlante interno, unito a collegamenti sia analogici che digitali, quindi convertitore digitale-analogico.
Questo è “l’ideale”, ma il mercato offre diverse soluzioni, dalle più semplici, come un diffusore con amplificazione normale (senza DSP e singoli amplificatori) e secondo diffusore collegato al primo, che amplifica ambedue.
Solo alcuni offrono quello che definivo “ideale”.
Vedremo prossimamente che cosa offre il mercato, presentando una panoramica del momento attuale.

 

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