Dopo la prematura scomparsa di Renato Giussani, suo figlio Marco ha preso le redini della Giussani Research. Lo abbiamo intervistato per raccontarci il futuro dell’azienda, senza dimenticarci di un glorioso passato.
L’intervista a Marco Giussani
Diffusori ed amplificazione: Renato ha dimostrato spesso i diffusori con amplificatori “pro” da poche centinaia di euro. Ci vuoi dire qualcosa in più su questo argomento ed in generale su che tipologia di amplificazione consigli con i tuoi diffusori?
Noi suggeriamo sempre amplificatori a stato solido con un alto fattore di smorzamento.
Diciamo che la potenza non è mai abbastanza, specificando però un limite massimo applicabile. Se si vuole ascoltare Beethoven con una registrazione “live” ad un livello acustico realistico non saranno mai sufficienti 100W su 8 Ohm per canale, mentre per una chitarra e voce saranno più che sufficienti.
Le Delta Butterfly One, sono un diffusore molto interessante per ingombri e prestazioni. Puoi spiegarci come funziona il sistema di carico DDELS ?
Il DDELS nasce per riprodurre in un diffusore da stand i vantaggi dati dalla posizione di un woofer molto basso tipici di un diffusore da pavimento.
Il woofer laterale , a volte, viene confuso per un “passivo” o viene considerato in “parallelo” al woofer frontale. In realtà i due woofer nascono fisicamente identici, dopodiché vengono modificati in maniera differente. Il woofer laterale viene filtrato in maniera tale da ricreare i vantaggi dati dalla presenza del pavimento al woofer di un diffusore verticale.
L’immagine del woofer che si crea in un diffusore da pavimento e che rinforza le basse frequenze è riprodotta nel DDELS dal secondo woofer laterale, che, condivide il volume del diffusore con il woofer frontale.
Il parallelepipedo delle Butterfly all’interno è diviso con una tavola trasversale che taglia in diagonale il mobile e ricrea la struttura Delta, la sezione infine ha una “finestra” centrale che mantiene i due volumi comunicanti. La struttura, unita alla differente frequenza di risonanza dei due trasduttori, fa sì che entrambi i woofer sfruttino l’80% del volume totale.
La serie Delta 4 e l’ambiente. Con le Delta 4 dichiarate di ottenere “un risultato certo ed univoco in qualsiasi situazione ambientale” anche in questo caso spiegaci in parole povere come ci riuscite.
La Serie Delta ha l’indiscutibile vantaggio di non soffrire l’ambiente d’installazione per due semplici motivi.
Il crossover che separa e sovrappone le varie vie in maniera dolce e controllata e la struttura del mobile.
Il mobile del woofer e la posizione di quest’ultimo, permette di sfruttare una delle pareti dell’ambiente che sarà sempre la più rigida insieme al soffitto e verosimilmente offrirà sempre le stesse prestazioni, da qui una risposta del woofer coerente.
La struttura del mobile della sezione medio/alti ha nella sua larghezza la sua principale peculiarità. In parole povere la sua larghezza impedisce all’ascoltatore di percepirne la presenza. Le diffrazioni che nasceranno ai bordi saranno minime e le onde sonore che andranno a “rimbalzare” sulla parete posteriore al diffusore non percepiranno la presenza di quest’ultimo tornando all’ascoltatore.
Le NPS 1000 la volontà di ricreare un evento sonoro reale e la massima espressione del sistema NPS. Ci puoi spiegare la filosofia ed il funzionamento di questo sistema?
Il sistema NPS è l’evoluzione del DSR. Innanzitutto bisogna parlare di NPS orizzontale e NPS verticale, il desiderio era quello di evolvere il DSR e fornire ad ogni ascoltatore non solo la scena acustica perfettamente centrata rispetto ai diffusori, ma una scena acustica tridimensionale ricostruita al di fuori dell’ambiente d’ascolto, simulando un “palcoscenico” presente a circa 6 metri oltre la parete posteriore.
Per ricreare questa sensazione bisogna gestire nel miglior modo possibile il campo diretto ed il campo riverberato.
Le NPS-1000 sono composte da 13 altoparlanti per diffusore. Sono tutti in serie e divisi in 6 vie. Vengono distribuiti su una superficie di circa 2 metri e mezzo di altezza. Tutto questo, unito ad una gestione della pressione e del tempo tramite il crossover, permette all’ascoltatore di percepire ogni strumento con la sua dimensione reale e soprattutto nella sua posizione.
Cosa prevedi per il futuro della Giussani Research?
La Giussani Research sarà sempre impegnata nella ricerca, da qui il suo nome e focus principale, la riproduzione dei principali progetti di mio padre sempre su richiesta degli appassionati e la condivisione di strumenti di apprendimento e “autocostruzione”.
Abbiamo in cantiere dei progetti come una nuova versione delle NPS-1000 più “abbordabile” sia come costi che come dimensioni. Poi la nuova serie di tre modelli reflex il cui risultato al momento ci soddisfa pienamente dopo numerosi cambiamenti e stravolgimenti. E per finire tutto il mio impegno rivolto a ricordare il lavoro di mio padre.
Link interessanti:
http://www.renatogiussani.it/valvole-e-stato-solido/
© 2020, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.