Qualche consiglio per chi si appresta ad acquistare il suo primo giradischi tra testine, tipo di trasmissione, funzionalità moderne ed esigenze di budget
Il caro vecchio giradischi continua ad affascinare e vendere come mai ci saremmo aspettati fino a 10-15 anni fa. Non che sia tornato a essere la sorgente audio di default come lo era fino agli anni ’80, ma è indubbio come sempre più produttori (anche i più insospettabili) e sempre più modelli affollino scaffali virtuali e fisici (compresi quelli dei pochi negozi di dischi rimasti aperti). Certo, c’è molta spazzatura tra i sistemi all-in-one (giradischi più diffusori) a poco più di 100 euro che si vedono in giro oggigiorno, ma se si evitano accuratamente questi orrori e si seguono pochi e utili consigli, anche il meno esperto in materia può acquistare il suo primo giradischi senza pentirsene cinque minuti dopo.
Considerando che un produttore specializzato in giradischi come Pro-Ject vende modelli a partire da poco più di 200 euro (è il caso dell’Elemental), già questa è una cifra giusta per i neofiti del vinile, che se partono da zero devono comunque mettere in conto anche un paio di diffusori, un amplificatore con stadio phono integrato (sempre se non ce l’ha già il giradischi stesso) e cavi di qualità decente. Il consiglio, in questo caso, è di spendere un quarto del budget per il giradischi e il resto per amplificatore, diffusori e cavi, senza quindi esagerare con un giradischi di fascia medio o alta per poi affiancargli cavi da 5 euro, diffusori da “supermercato” e un ampli non all’altezza.
Si può ovviamente dirottare più parte del budget su un giradischi se si ha già un amplificatore o se si possiedono già dei diffusori, ma nel caso si debba partire sempre da zero e si voglia investire metà del budget nel giradischi, l’altra metà potrebbe essere utilizzata per dei diffusori attivi Bluetooth di discreta qualità, che eviterebbero anche la spesa per i cavi di collegamento (in questo caso però anche il giradischi deve essere dotato di connettività Bluetooth).
Il wireless non è certo la scelta migliore per un purista del vinile (eppure, guai a sottovalutare un modello evoluto come il Cambridge Audio Alva TT), ma per chi inizia a collezionare vinili non è affatto una cattiva idea. E se volete restare fedeli al classico set-up amplificatore-cavi, potreste pensare solo in un secondo tempo ad acquistare uno stadio phono esterno, sicuramente preferibile a quello tipico presente in un ampli integrato o un giradischi da poche centinaia di euro.
Oltre a queste feature, considerate anche soluzioni all-in-one come il Pro-Ject Juke Box E, giradischi dotato di un amplificatore integrato (ovviamente non potentissimo) a cui bisogna solo collegare un paio di diffusori per iniziare a divertirsi. Il Sony PS-HX500 può invece rivelarsi molto interessante per chi punta a digitalizzare la propria collezione di vinili tramite il collegamento a un PC via USB. Orami sono diversi i modelli che offrono questa feature e ne capiamo bene il motivo, anche perché una volta acquisito un file audio da un vinile, con un po’ di pazienza lo si può modificare con appositi software e migliorarne la qualità (eliminando ad esempio fruscii e crepitii tipici del vinile).
Un altro elemento da tenere in considerazione è il tipo di trasmissione del giradischi, ovvero quel meccanismo che conferisce il movimento dal motore elettrico al piatto e che può essere a cinghia o a trazione diretta. Nel primo caso parliamo dei giradischi più economici con però una trasmissione solitamente molto efficace, grazie a una cinghia di gomma sistemata sotto il piatto che permette di isolare al meglio lo stesso piatto dalle vibrazioni del motore.
Nei giradischi a trazione diretta, invece, che solitamente costano di più, il piatto è collegato al motore, che fornisce maggiore velocità con però il rischio di maggiori vibrazioni. In questo caso, non essendoci una cinghia che isola il piatto dal motore, il giradischi deve essere progettato e creato alla perfezione nel suo meccanismo per eliminare le vibrazioni. Ci sono poi rarissimi casi come il giradischi di Mag-Lev Audio a levitazione magnetica in cui il piatto gira senza motori né cinghia, ma se siete alle prime armi e il budget non è granché il consiglio è di rivolgervi a un giradischi con cinghia, che tra l’altro, all’occorrenza, può essere sostituita con una nuova in modo piuttosto semplice.
Inoltre, anche se non è proprio in cima alle necessità più impellenti per chi è alla ricerca del suo primo giradischi, è bene soffermarsi sulle testine. Ne esistono di due tipi (magnete mobile e bobina mobile – MM/MC) ed entrambe funzionano secondo il principio dell’uso del movimento per indurre corrente grazie ai campi magnetici. Fermo restando che la maggior parte dei giradischi di fascia medio-bassa dispone già di una testina, e senza entrare in discorsi troppo tecnici, è più facile trovare una testina a magnete mobile (MM) che suoni bene con un budget limitato.
Ha quindi poco senso cambiare quella che avete già a meno che non stiate pensando a passare a un modello MC, ma in entrambi i casi dovrete assicurarvi che il vostro stadio phono sia compatibile con il tipo di testina che avete scelto. In generale le testine MM, oltre a godere di un miglior rapporto qualità-prezzo e ad assicurare un’installazione e una regolazione un po’ alla portata di tutti, hanno una composizione più semplice, pesano meno e questo fa usurare meno i dischi, pur offrendo prestazioni inferiori a quelle MC.
Queste, a loro volta, offrono un livello di fedeltà migliore facendo una maggiore pressione nel passaggio nei solchi del vinile e non a caso sono le preferite dagli audiofili, ma oltre al prezzo generalmente più elevato e al volume minore (producono infatti un segnale elettrico di minor intensità e necessitano di uno stadio phono con certe caratteristiche), hanno bisogno di maggior cura in fase di installazione e regolazione e anche per questo sono poco adatte ai neofiti del vinile, senza contare che, pesando di più di quelle MM, consumano più in fretta i dischi.
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