Il futuro del negozio hi-fi. C’è una battuta su un film di alcuni anni fa, (in Italia il titolo è “Ogni maledetta Domenica”) in cui l’allenatore di una squadra di Football americano, per incitare la squadra nella partita più importante del campionato, dice: “si vince insieme o si perde da soli”. Mi viene sempre in mente quel momento del film, quando penso alla situazione del mercato dell’alta fedeltà nel nostro paese.
Ho scritto in altri articoli come nel nord Europa e in Inghilterra, esistono da anni delle catene di vendita con un’unica identità e target di mercato ben definito.
Mi riferisco in particolare ad Hifi Klubben e Richersound.
Il primo è nato ad opera di Peter Leinsdorf in Danimarca e poi si è espanso in altri paesi del nord.
Il secondo è nato negli anni 80 in UK con delle precise direttive, quali il posizionamento in zone urbane con affitti economici, arredamenti minimali e non costosi, offerta di prodotti rivolti principalmente ad un mercato giovane.
Ambedue le realtà sono oggi oltre che affermate, anche sviluppatesi come produttori e importatori in proprio. Se si analizzano attentamente i rispettivi cataloghi di prodotti, si noterà la chiara impronta del mercato a cui intendono rivolgersi.
E in Italia?
Nulla di tutto questo!
L’attività principale dei negozi da noi è quella di cercare di rubare clienti al negozio vicino o lontano, con sconti, ritiri sempre più azzardati ecc.
Il futuro del negozio hi-fi. Conclusione?
La situazione dei negozi è sotto gli occhi di tutti, chiusure, cambi di prodotti offerti cambiati in continuazione per cercare di stimolare il mercato.
Il futuro del negozio hi-fi. E torniamo all’affermazione iniziale: si vince insieme o si perde da soli.
Spostiamo per un momento l’analisi dai negozi alle cosiddette “fiere” del settore.
Anche in questo caso, con il proliferare continuo di “eventi”, la situazione sembra quella di cercare di rubare spettatori da una situazione all’altra.
Arrivando perfino a fare due fiere nello stesso periodo, nella stessa città!
Con tutto il rispetto per il lavoro degli organizzatori, ovviamente, ma è chiaro che continuando così, il mercato non cresce.
Basta frequentare una di queste e vedere quale tipo di pubblico si presenta, cioè i cosiddetti “convertiti”, e pochissimi nuovi che si avvicinano, ovviamente subito spaventati dall’offerta a volte “lunare” di certe presentazioni.
Qualche nuovo lettore di questa rubrica, si domanderà a che titolo parlo.
Come già scritto, ho iniziato nel 1980, come venditore di negozio, direttore commerciale di Azienda svizzera che operava in Italia, negoziante in proprio, importatore, consulente, giornalista del settore.
Questo mi ha permesso di incontrare molti personaggi dell’ambiente e vivere diverse situazioni, praticamente toccando tutti gli ambiti.
Sono quindi arrivato oggi, sempre osservando il mercato, a formulare alcune considerazioni e suggerimenti che inizierò a proporre nei prossimi articoli.
Stay tuned….
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