Free State of Jones è un film contro le barriere razziali che porta alla luce una pagina nascosta della guerra civile americana. Il Blu-ray di 01 distribution non è perfetto ma molto valido nell’audio.
In un momento in cui le tensioni razziali sono riemerse prepotentemente negli Stati Uniti, un film come Free State of Jones è quanto mai attuale e utile a approfondire una vicenda poco nota anche dagli americani stessi della guerra civile. Si parte dal 1862: Newt Knight (Matthew McConaughey) è un infermiere in forza nell’esercito sudista costantemente testimone di ingiustizie nel trattamento dei feriti e nel saccheggio delle riserve di cibo dei contadini.
La morte del giovanissimo nipote, reclutato in modo coatto e mandato in battaglia e la volontà di dargli degna sepoltura, lo spingono dapprima a disertare e poi a iniziare a reclutare altri contadini esasperati e schiavi di colore creando un movimento di dissidenti armati. Dapprima nascosti nelle paludi del Mississipi, il gruppo guadagna velocemente proseliti riuscendo a opporsi all’esercito, istituendo il primo piccolo stato privo di barriere razziali.
Il rischio in cui il film poteva cadere era il classico “eccesso di retorica”, ma il regista si tiene ben alla larga dal banalizzare il tema adottando uno stile piuttosto asciutto ritraendo i fatti senza enfatizzare troppo violenza e sentimentalismo, lasciando a McConaughey e ai suoi sguardi intensi (ma anche i comprimari se la cavano bene) la “gravitas” e l’emotività che i tragici fatti comportano.
La lunga durata e la narrazione un po’ troppo episodica da metà film in poi, spezzata da alcuni flashforward negli anni ’50 del novecento, non favoriscono un grande coinvolgimento emotivo, ma a ben vedere, per un film che si pone un obiettivo di narrazione storica e di monito alle generazioni presenti e future come questo, può anche essere un pregio.
VIDEO
I fotogrammi di Free State of Jones, catturati in digitale a risoluzione 3.4K, mettono in mostra immediatamente una definizione molto elevata con un’emblematica resa dei dettagli dei volti in primo piano, delle texture dei costumi e delle armi di scena. Il direttore della fotografia tende a tenere la camera piuttosto vicina ai personaggi tenendo una profondità di campo non particolarmente accentuata, che mediamente mette fuori fuoco solo gli elementi più distanti sullo sfondo del fotogramma, mantenendo anche nei campi lunghi un ragguardevole livello di dettaglio dei paesaggi.
La resa cromatica è leggermente virata verso tinte fredde, restituendo un certo pallore agli incarnati e facendo risaltare il verde della vegetazione, senza tuttavia togliere risalto ai rossi del sangue o delle bandiere laddove si presentino.
La resa nelle scene diurne è quindi soddisfacente, mentre in quelle notturne emerge con una certa prepotenza il rumore video (al minuto 7, a 21:30, al minuto 90) presente con ogni probabilità in fase di ripresa, ma che la compressione digitale dell’encoding tende a mettere in ulteriore evidenza. Qualche segno della compressione si riscontra anche sui fondali, anche negli esterni, senza generare macroblocchi ma “impastando” un po’ le sfumature di colore (il cielo a 117′).
Abbiamo verificato anche in questo caso confrontando la nostra edizione con quella americana edita da Universal: il rumore è altrettanto presente e si nota solo una minor incidenza della compressione negli esterni diurni, ma parliamo questa volta di differenze poco marcate e che non inficiano in modo determinante la visione, a differenza di quanto accade in La La Land.
AUDIO
Davvero spettacolare la resa delle battaglie di Free State of Jones. Se nel complesso il film è piuttosto tranquillo a livello sonoro, le scene di guerre mettono in mostra una gran spinta dinamica e un mix aggressivo che sfrutta a dovere tutti i canali a disposizione, LFE compreso. La codifica lossless a datarate generoso adottata rende giustizia alla robustezza e cristallinità del messaggio sonoro, evidenziando differenze pressochè nulle tra le due tracce DTS-HD Master Audio 5.1.
Buona la resa dei dialoghi doppiati, dotati di un buon volume all’interno della scena e per nulla chiusi o “inscatolati” come capita talvolta anche in doppiaggi recenti. Nelle scene più tranquille si apprezza un lieve apporto di tutti i diffusori nella ricostruzione ambientale della scena, specie negli esterni. Pur senza ambire a vette di riferimento, si tratta di una resa che farà sicuramente felici i possessori di un Home Theater multicanale.
EXTRA
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