Con andamento ciclico e praticamente da sempre, si assiste alla puntuale rivisitazione di opere musicali la cui importanza, legata all’elevato connotato artistico e musicale, ne ha decretato un successo planetario.
Un miglioramento effettivo o semplice marketing?
Prescindendo dalle innovazioni connesse ai dispositivi ad alta fedeltà – fin troppo spesso più presunte che effettive – un altro dei massimi sistemi è quello relativo ai ritocchi effettuati su lavori considerati storici.
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Prendo spunto dalla recente riedizione per il quarantennale del mitico Thriller dell’altrettanto mitico Michael Jackson, un disco che a prescindere dallo specifico genere può senza tema di smentita essere definito trasversale.
Comunemente, degni di essere sottoposti all’ennesima opera di rimasterizzazione e miglioramento sono quei titoli che nel tempo hanno guadagnato la reputazione di vero e proprio riferimento di mercato: sterminato numero di vendite, qualità della proposta musicale e perfezione tecnica sono sovente le caratteristiche prese in esame al fine di decretare il successo del prodotto.
Logico quindi che periodicamente – anche al fine di non far cadere in un inopportuno oblio determinati lavori che nel tempo si sono rivelati davvero seminali – si assista a rivisitazioni che tentano per quanto possibile di conferire nuovo smalto (anche e soprattutto sonoro) ad opere del passato.
Purtroppo però – è sufficiente leggere le varie critiche reperibili in rete da parte di molti appassionati – non sempre tale impegno conduce a risultati di rilievo, ed anzi, molto spesso porta a conferire caratteristiche indesiderate ad un prodotto già di suo assolutamente valido.
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Molti lavori del passato, infatti, nascono con una sorta di perfezione genetica che non consente successivi rimaneggiamenti.
Talmente sono perfetti dal punto di vista tecnico ed artistico, che andare a sfrugugliare tra le pieghe di un lavoro svolto a suo tempo da eccellenti professionisti appare in concreto inopportuno – per determinati versi pure offensivo – allorquando ci si compiaccia di aver migliorato in modo determinante l’impegno altrui.
D’altronde – lo abbiamo visto in questo articolo – l’attività relativa ad una produzione musicale è piuttosto complessa tanto che far danni è un attimo, soprattutto se al di la del connotato tecnico non si è in possesso di un’elevata sensibilità musicale.
In ogni caso, è pur vero che all’appassionato occorre necessariamente fornire uno spunto che lo spinga all’ennesimo acquisto di un’opera che magari già possiede in numerose edizioni.
La psiche umana è davvero singolare e l’ennesimo ritocco, ovviamente spacciato per la quintessenza della qualità, fa nascere la voglia di dotarsi della versione che – almeno fino all’uscita della prossima – sarà rappresentativa del massimo ottenibile da quell’opera.
Un altro dei gruppi maggiormente frequentati – o per meglio dire lavori da essi prodotti – sono certamente i Pink Floyd ed il loro TDSOTM (acronimo notissimo agli appassionati che sta per The dark side of the moon) oppure l’altrettanto iconico The wall, due tra i lavori maggiormente noti sfornati dai menzionati musicisti.
Ovviamente la vetta qualitativa non sarà mai raggiunta – non è proprio previsto che lo sia – è quindi più che lecito attendersi successive future rielaborazioni in grado di aumentare ulteriormente la qualità sonora.
Un ciclo migliorativo praticamente infinito: ma quante caratteristiche presenta questa benedetta qualità?
Non si tratta di malizia gratuita, affatto, ma sorge spontaneo il pensiero che talvolta certe operazioni siano eminentemente di facciata – come già scritto, almeno a giudicare dalle critiche mosse in rete dagli appassionati, soggetti che in teoria non hanno alcun interesse a criticare negativamente qualcosa di effettivamente ben fatto – ovvero tese a spremere fino all’ultima goccia una fonte che sembra continuare a sgorgare rigogliosamente e non necessita di alcun miglioramento.
Orientarsi nel mondo delle riedizioni di opere seminali non è affatto facile, il rischio di interventi peggiorativi o che in qualche modo vedano alterati parametri non necessariamente in grado di rendere l’edizione meglio suonante della precedente è, in concreto, elevato.
Tra l’altro, occorre anche sottolineare come l’affannosa e perenne ricerca del miglioramento da parte dell’appassionato – sovente quasi compulsiva – favorisca coloro che declamando l’ennesimo miracolo acustico cercano di attrarre l’attenzione di un mercato che a volte, anche questo va detto, appare un po’ asfittico.
Come al solito, ottimi ascolti!!!
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