Preceduto da una pioggia di critiche il multiplayer online Fallout 76 resta a oggi uno dei progetti survival horror più controversi nel suo genere
Fallout 76 è l’ultimo nato di casa Bethesda. Un franchise che in passato ha riscosso incredibile successo, uno stuolo di gamer appassionati all’idea di ritrovarsi sulla Terra in una fase post guerra nucleare negli anni ’50. Tra alti e bassi questo survival RPG nel tempo è divenuto vera e propria icona nel suo genere, probabilmente Fallout 3, classe 2008, è stato tra i più amati così come nel corso degli ultimi anni si è creata grande attenzione e aspettative per il nuovo Fallout 76.
PENSATE CON LA VOSTRA TESTA
I pesanti problemi che si sono verificati per i tester che hanno approfondito la conoscenza con la versione beta, le disconnessioni dai server, la perdita di quanto accumulato dai pionieri di questa nuova versione ha creato non poco scompiglio tra le fila anche degli appassionati a tutto tondo.
Giudicare però un game di questa portata ‘sbrigando la pratica’ in pochissimo tempo o basandosi su fault di architettura e server non è certo sufficiente, specie desiderando andare un po’ al di la di quanto è stato detto nelle ultime settimane, provando a ragionare con la propria testa. Vero è che a qualsiasi gamer profondo conoscitore della saga potrebbe anche bastare qualche ora per realizzare cos’ha realmente di fronte, ma la nostra curiosità ci ha spinto un po’ più avanti.
E L’ABBONAMENTO?
Anzitutto la questione muro di gomma: disponendo del game in versione liquida che assieme agli aggiornamenti del caso ha portato il peso del game a raggiungere circa 55 Gb, diamo fuoco alle polveri ma nel giro di qualche istante si propone il seguente codice: 2:0:18446744071567640669, segnalato come “errore sconosciuto, provare a riconnettersi”. Scriviamo al servizio assistenza Bethesda che ci offre vari consigli (chiusura/riapertura programma, check rete Wi-Fi, collegamento alla PS4 Pro di un cavo rete per ovviare presunti problemi di comunicazione, etc) arrivando infine a suggerire di contattare il servizio assistenza Sony.
Nessuno, nemmeno noi, ha pensato alla cosa più semplice: anche se in possesso di un account PlayStation Network non disponevamo di quello a PlayStation Plus, questo era il vero collo di bottiglia. In fase di startup del programma viene proposto un abbonamento senza però specificarne l’obbligatorietà ai fini della buona esecuzione del software. Una volta sottoscritta la prova gratuita di 15 gg, comunque lasciando i dati di una carta di credito o di un conto PayPal, abbiamo finalmente risolto la questione.
Il primo impatto all’interno del vault è più che dignitoso, visuale in prima o terza persona, notevole scenografia da bunker antiatomico, tanti elementi che richiamano i precedenti progetti facendo sentire il gamer a proprio agio. Durante il breve percorso prima di attraversare il mastodontico portello che conduce all’uscita si devono raccogliere i primi contributi alla sopravvivenza, potete anche farne a meno se siete veri survivor ma le probabilità di stramazzare al suolo in meno di un’ora diventano quasi certezza.
Fallout 76 è un survival horror dove si è chiamati a contribuire alla ricostruzione di una comunità basandosi (inizialmente) solo sulle proprie forze e la capacità di sfangarla a ciò che nel frattempo il mondo è diventato.
Ci troviamo all’interno dello stato del West Virginia, a distanza di 25 anni dall’olocausto nucleare in questo prequel di qualsiasi altro episodio: poco cibo (attenzione che se non lo mangiate poi marcisce!), esseri mutati, zone radioattive, (tanti) fragili strumenti con cui difendersi, minacce anche tecnologiche con robot e macchine che non perdono occasione per tentare di falciare l’avatar a colpi di laser.
Sopravvivere significa resistere alle molteplici avversità sparse per un vasto territorio, consumando cibo e acqua per non vedere calare la capacità reattiva, recuperando qualsiasi elemento utile alla fabbricazione/riparazione di armi e proiettili, sfruttando i numerosi banchi da lavoro non equamente distribuiti sul terreno. Accompagnati dal fedele Pip-Boy indossato al polso, il Personal Information Processor consente per esempio di tenere d’occhio lo stato di salute, quanto recuperato durante il percorso, misura la radioattività, un altro grande classico della serie.
A proposito di armi basta meno di un’ora per raccogliere quanto sufficiente perlomeno a difendersi e ben presto l’arsenale va ad arricchirsi tramite costruzione o ritrovamento: pistole, fucili, esplosivi, armi laser o a raggi gamma ma il sistema che governa la mira è approssimativo e lo diventa ancor di più se non si è fisicamente in perfetta forma, dopo aver bevuto, mangiato ed aver curato le ferite guadagnate sul campo.
Nulla però è facile, la velocità del consumo di armi bianche o da fuoco è fin troppo veloce, la fabbricazione di elementi da indossare a difesa della propria incolumità non così facile, specie quando occorre recuperare il solito maledetto pezzo mancante tra la miriade di quelli già recuperati.
Anche questo alla lunga finisce per stancare, errando per interminabili mezzore di caccia al tesoro, trascinandosi dietro una quantità di ciarpame che nemmeno un robivecchi. È quanto ci è capitato di assistere dopo oltre una decina di ore di gameplay: un altro gamer che procedeva seguito da un animale da soma cui era agganciata una rete con all’interno una quantità industriale di detriti e variegato ciarpame.
SURVIVAL HORROR JUNK-DEALER
Quanti nastri adesivi, vasi vuoti di terracotta, portacenere sporchi, viti, forchette, coltelli, spremiagrumi, pentolame e qualsiasi altro elemento in plastica o metallo occorre recuperare prima di essere in grado di costruire qualcosa? Ve lo lasciamo immaginare.
Fallout 76 ha tutta l’aria di essere il primo MMORPG del franchise (anche se non è così facile ritrovarsi sconfitti da altri partecipanti) con alla base la componente co-op oltre che survival e crafting. A tal proposito si dispone del cosiddetto sistema C.A.M.P., Centro Assistenza Mobile per la Produzione, da cui partire per erigere complessi edilizi, porre le difese del proprio insediamento, da soli o in compagnia di altri.
Già, gli altri. Nel nostro caso abbiamo incrociato il percorso con pochi altri, nella stragrande maggioranza dei casi non belligeranti in cerca di risorse e materiale, in altri prevale al solito il sentimento autodistruttivo a cui non frega nulla il nostro pacifico saluto.
L’inizio è di fatto (troppo) desolante e solitario e anche impegnandosi a fondo non è detto che si rischi più o meno rapidamente di perdere l’iniziale entusiasmo, errando per luoghi poco emozionanti, ma si può sempre tentare di raccogliere proseliti o unirsi a un gruppo in via di formazione. La scelta di Bethesda in questo senso era chiara sin dall’inizio: nessun umano controllato dall’IA (il PNG o NPC che dir si voglia) pronto a interagire col proprio avatar. Tanto il materiale ‘biografico’ da acquisire, leggere o visionare (i cosiddetti olonastri) per meglio comprendere cosa sia accaduto o come agire nell’immediato.
L’idea di un percorso in solitaria non è da escludersi ma Fallout 76 ha nel proprio DNA l’elemento co-op, rendendo molto difficile se non impossibile riuscire a raggiungere i traguardi più difficili, uno dei quali è possedere i codici di lancio per i missili nucleari. La tanto sbandierata ‘ricostruzione’ che reitera appena scesi in campo è la scusa per dar vita a ben altro: insediamenti che si trasformino in roccaforti da difendere possibilmente a scapito dell’altrui proprietà, per cui va da se che agli iniziali saluti di amicizia e pace si passi poi al buongiorno con l’atomica (3 i minuti di preavviso per fare i bagagli e sfuggire all’attacco) se si è abbastanza fortunati da avere il tempo per fare comunella.
Eliminati si perde quanto accumulato sino a quel momento e se ci si trasforma in assassini si finisce sulla lista dei ‘ricercati’ e quindi indesiderati. Anche le forze fisiche sono componente a consumo e se si è particolarmente debilitati si può sempre cercare un giaciglio e riposare, possibilmente sollevati dal terreno per non incorrere in malattie.
Una trama principale con precisi obiettivi da completare a braccetto con una miriade di sottoquest, che volendo portare a termine al 100% non riusciamo a immaginare il volume di ore necessario, per dovere di cronaca la quantità minima per concludere almeno le missioni principali viaggia tra le 30 e le 40.
Altra nota poco positiva: le quest non possono venire condivise per cui una volta in team è obbligatorio muovere assieme per evitare di portarle singolarmente a compimento, un problema che andrebbe risolto alla radice, se non altro per quelle al di fuori del percorso principale. Il divertimento? Potrebbe giungere una volta parte di un gruppo, in solitaria preparatevi a reiterazioni noiose sino allo sfinimento.
Salendo di livello si sbloccano abilità attraverso punteggi accumulabili tramite apposite carte, ciascuna con un costo specifico aumentando le molteplici caratteristiche del proprio alter ego, in caso di carte doppie possono venire ‘fuse’ ma il costo aumenterà. Attenzione però che non è possibile distribuire altrimenti i punti caratteristica anche una volta raggiunto il livello massimo, fissato a 50.
VIDEO
Fallout 76 è un game di vasta portata per l’aspirazione di essere il migliore nella categoria e l’ampiezza del terreno su cui si svolgono le attività, purtroppo però il comparto tecnico non brilla. Anche se impostata a risoluzione UHD la grafica palesa criticità con una limitata tenuta di un quadro 1.78:1/1920 x 1080/SDR senza estensione di gamut e un frame rate che scende anche sotto i 30 fps, questo con una linea Internet tra i 60 e gli 80 Mbit. Difficile immaginare la resa per chi non avesse a disposizione almeno 20/30 Mbit.
Su PS4 Pro i glitch e le compenetrazioni di texture sono tutto sommato accettabili, ma per un game messo in vendita alle soglie del 2019 risulta tutto troppo limitato e limitante. La visione su schermi di grandi dimensioni o peggio ancora tramite videoproiettore non farebbe che risaltare tutti i limiti grafici al punto da avere la sensazione di avere per le mani un titolo vintage. Particolarmente fastidiosi i crash delle sfumature in secondo piano anche con pesanti aloni, problemi che per esempio insorgono quando in background c’è foschia e al contempo luce e contrasto elevati. Ciò non significa sia un titolo da scartare a priori, ma non aspettatevi chissà che dal comparto immagini.
AUDIO
Meglio va per l’audio: una volta impostato l’ascolto DTS 5.1 canali la diversificazione e gli elementi discreti si sprecano all’interno di un environment sonoro di tutto rispetto, dove il posizionamento segue correttamente il punto di ascolto con coerenza e gestione di distanza e angolazione. L’avventura può venire accompagnata selezionando sul Pip-Boy una delle radio captabili con musica classica o leggera oltre a due stazioni di sola comunicazione.
Una colonna sonora che nel complesso ci è piaciuta, sa valorizzare il corso degli eventi e porre l’accento su quanto di importante accade attorno al proprio avatar. Voci e testo in italiano.
VERDETTO
A conti fatti Fallout 76 resta un titolo dalle grandi attese che ha deluso molti, un progetto forse troppo azzardato rispetto ai creativi coinvolti o che forse necessitava di maggiore tempo per portare in scena un’opera che pareva così clamorosa di fronte alle immagini della presentazione all’E3 a Los Angeles, di cui anche noi ci siamo occupati.
Se siete appassionati di Fallout e alla sua tipica filosofia di gameplay rischiate forse di più rispetto a un approccio da neofita che avvicina la serie per la prima volta. Non volendo affrontare l’investimento game + abbonamento (obbligatorio) a PlayStation Plus si dovrebbe avere almeno a disposizione l’amico di turno per provarlo da vicino senza scartare a priori l’ipotesi per un prodotto vasto e con del potenziale, quanto tra i più controversi degli ultimi anni. Ne seguiremo l’evoluzione.
Potenzialità co-op
Comparto audio DTS lossy
PlayStation Plus obbligatorio
Risoluzione video
Texture, glitch e compenetrazioni
Distribuito da: Koch Media
Durata: Minimo 30-40 ore
Anno di produzione: 2018
Genere: rpg survival horror
Supporto: BD 50
Aspect Ratio: 1.78:1
Video: 1080p/30 fps/SDR
Audio: italiano
Sottotitoli: italiano
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