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Elezioni nell’era dei social network

elezioni parlamento italiano

Le elezioni 2018 segnano il punto di non ritorno in fatto di comunicazione politica. I social sono importanti quanto la televisione e diventeranno sempre più centrali nei rapporti tra cittadini e forze politiche.

Al di là della conta dei numeri e di chi dovrà governare il nostro Paese dopo quest’ultima tornata elettorale (lasciamo ad altri questo compito), ci limitiamo a segnalare una tendenza che è sotto gli occhi di tutti. Le elezioni politiche 2018 segnano un punto di non ritorno sulle modalità con le quali le forze politiche hanno affrontato e affronteranno le campagne elettorali da qui in avanti.Le elezioni si vinceranno anche grazie ai social e al loro corretto utilizzo.

cartelloni elettoraliSarà capitato a tutti di buttare un occhio sui grigi cartelloni elettorali montati un po’ ovunque sul bordo delle strade, sui marciapiedi, nelle piazze. Grigi come l’alluminio perché pochi candidati li hanno utilizzati, tanto che su alcuni si potevano ancora leggere i logori e sbiaditi manifesti delle passate elezioni. Per non parlare dei famigerati santini elettorali, i bigliettini in formato business card che affollavano insieme ai manifestini le caselle postali, quelle vere, di tutti noi. Con buona pace dei tipografi che fino a pochi anni fa festeggiavano in periodo di elezioni.

Certo una buona fetta della comunicazione politica è passata senza dubbio dalla televisione, anche se questa campagna sarà ricordata per l’assenza di una sfida diretta, che in passato ha catalizzato grandi ascolti. La verità è che tutti i leader politici, chi più chi meno, hanno fatto a gara per infilarsi nei palinsesti delle TV, private e pubblica, come tanti prezzemolini. L’obiettivo, per tutti, era entrare in contatto con le fasce “over” dell’elettorato, il pubblico più anziano, piuttosto refrattario in Italia all’uso della tecnologia.


Elezioni 2.0

Ed è stata la tecnologia, o meglio il suo impiego, la leva su cui tutti hanno fatto affidamento. La parte del leone è toccata a Internet e in particolare l’hanno fatta i social, con Facebook in primo piano su tutti gli altri. Basta dare uno sguardo ai profili dei principali leader in campo per farsi un’idea su chi lo utilizza. Matteo Salvini è il mattatore della Rete con oltre 2 milioni 100 mila follower, seguito da Luigi Di Maio (1.444.914), Matteo Renzi (1.120.632) e Silvio Berlusconi (1.059.472). Tra i leader, Pietro Grasso si deve accontentare di 144.648 follower, una cifra bassa che si spiega solo con il suo ruolo istituzionale da Presidente del Senato per l’intera legislatura (2013-1028). Dalla sua candidatura al momento del voto sono trascorsi meno di due mesi, un lasso di tempo insufficiente per creare una strategia politica sui social.

Elezioni 2018 Top ten politici FBNella top ten dei politici per numero di fan segnaliamo che il Movimento 5 Stelle ne piazza ben quattro: oltre al già citato Di Maio compaiono il deus ex machina del movimento Beppe Grillo al secondo posto con poco più di 2 milioni di fan, Alessandro Di Battista con 1 milione 482 follower e il sindaco di Roma, virginia Raggi (864.812 fan). Nei primi dieci il centro destra piazza Salvini, Berlusconi e Giorgia Meloni rispettivamente al primo, al settimo e al nono posto, mentre il PD è presente con il solo Renzi al sesto posto. La terza piazza va all’istrionico Sgarbi, il Vittorio nazionale che avrà pure perso la sfida con Di Maio ad Acerra, ma che resterà a lungo re del trash sulla Rete con i suoi video girati in bagno, mentre inveiva contro un manifesto dello stesso candidato pentastellato.

Foto, video o status?

Ma i numeri dei fan su Facebook, che in qualche modo rispecchiano quanto è successo effettivamente nelle urne, non raccontano tutto. Quello che evidentemente ha fatto la differenza è il modo in cui i vari candidati hanno utilizzato i potenti strumenti di FB. Per questo ci basiamo sulle analisi svolte da Pierluigi Vitale e Biagio De Risi, due ricercatori del Laboratorio di Information Design presso l’Università di Salerno. La ricerca è stata condotta estraendo da Facebook tutti i dati delle pagine Facebook ufficiali dei cinque principali candidati negli ultimi 3 mesi, febbraio escluso.

Vitale e De Risi hanno individuato il computo complessivo delle interazioni che ogni candidato ha ricevuto per i post pubblicati nel periodo preso in esame: Renzi ha totalizzato 26.195 interazioni seguito dalle 17.585 di Salvini, 16.041 di Di Maio, 14.646 di Berlusconi e 6.151 di Grasso. Per cercare di coinvolgere un numero maggiore di persone i tre leader hanno però utilizzato sistemi diversi. Se i video sono stati lo strumenti principale di Di Maio e Salvini con il 98% e il 97% ciascuno delle attività, c’è chi come Renzi ha preferito puntare sugli aggiornamenti dello status sul profilo (il 56% delle attività) e chi come Berlusconi e Grasso ha puntato molto sulle fotografie: per il primo gli scatti hanno rappresentato il 73% delle attività sul profilo, per il scendo il 61%.

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