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Elac Debut 2.0 F5.2: dettaglio e trasparenza a poco più di 600 euro

Elac Debut 2.0 F5.2

Non saranno carichi ed energici come i B&W 603, ma se cercate soprattutto dettaglio, bassi e trasparenza vi innamorerete degli Elac Debut 2.0 F5.2.

Spesso chi grida più forte ha meno da dire. Non è proprio la situazione in cui ci troviamo al momento con i diffusori da pavimento sotto i 1000 euro, ma mentre i nostri modelli preferiti sono tutt’altro che timidi, c’è sicuramente spazio per diffusori più “riservati” come gli Elac Debut 2.0 F5.2. Questi floorstander, che in Italia si trovano a poco più di 600 euro la coppia, svolgono il loro compito in modo chiaro e conciso e, seppur meno appariscenti di altri modelli nella stessa fascia di prezzo, ci hanno davvero conquistati come capita spesso con i diffusori del produttore tedesco.

Costruzione

Per questa gamma 2.0 Elac ha compiuto un coraggioso passo verso un nuovo design di molti dei suoi diffusori Debut. Novità che toccano principalmente i driver principali (gli F5.2 ne ospitano tre da 13 cm in una configurazione a tre vie), che utilizzano la fibra di aramide anziché la carta o il polipropilene per la sua maggiore rigidità e qualità di smorzamento. C’è anche un nuovo tweeter a cupola di seta da 25 mm, accoppiato con un surround wide-roll e una nuova guida d’onda che migliora la dispersione (la risposta in frequenza degli acuti si estende fino a 35kHz).

Elac Debut 2.0 F5.2

Il cabinet in MDF con rivestimento in vinile nero è più grande e robusto di quello del modello precedente e integra rinforzi interni appositamente progettati per migliorare la rigidità e la resistenza complessiva. C’è anche un trio di porte bass reflex posteriori distanziate uniformemente lungo la “colonna vertebrale” di ciascun diffusore. Si tratta insomma di una revisione piuttosto radicale e coraggiosa per un prodotto già di successo.


Per chi invece si avvicina ai Debut 2.0 per la prima volta, questi sono i secondi diffusori da pavimento più grandi all’interno di una gamma che comprende anche due coppie di modelli da stand, due diffusori centrali per Home Cinema, una coppia di diffusori Atmos, una soluzione surround “salvaspazio” e un subwoofer attivo. Volendo insomma, e se naturalmente si ha il budget necessario, è possibile crearsi da zero un impianto Home Cinema in chiave Atmos con l’intera gamma Debut 2.0.

Compatibilità

Questa versatilità si riscontra anche in fase di posizionamento. Anche se Elac afferma che i cabinet sono leggermente più grandi rispetto alla precedente serie Debut, il posizionamento ideale degli F5.2 è vicino a un muro e ciò significa che non dovrebbero dominare l’ambiente di ascolto. Spostarli più verso il centro della stanza e indirizzarlo leggermente verso la posizione d’ascolto contribuisce ad avere un’immagine stereo leggermente più focalizzata, ma alla fine troviamo il compromesso ideale in prossimità della nostra parete della sala test, con quelle tre porte reflex posteriori che riempiono la fascia bassa con ottimi risultati.

Qualità audio

Non è una critica a Elac quando diciamo che alcuni rivali offrono una presentazione più completa e più a 360 gradi. Ma parlando degli F5.2, non vuol dire aspettarsi un’offerta più ricca o “colorata”, visto che questi diffusori da pavimento restituiscono la musica così come viene loro fornita e nel modo più trasparente possibile.

Da diffusori di questo genere ci si aspettano dettagli e intuizioni di alto livello e in effetti questo aspetto è un vero punto di forza degli Elac Debut 2.0 F5.2, che senza essere eccessivamente analitici mostrano una grande maturità nella lettura di un arrangiamento, prendendo nota del corpo di uno strumento tanto quanto qualsiasi idiosincrasia nel modo in cui questo viene suonato.

Quello che ci viene restituito è anche un ampio palcoscenico e ciò senza che si perda mai il focus sugli elementi più importanti della musica. Una notevole organizzazione lega insieme gli strumenti e a ognuno viene dato un piccolo spazio in cui farsi notare. Molti diffusori possono scavare a fondo e restituire straordinari livelli di dettaglio da una registrazione, ma ciò che aiuta gli Elac a distinguersi dai rivali è che sono anche pieni di vitalità e vivacità. Il timing scattante e una gamma espressiva di dinamiche aiutano a tenere traccia dei ritmi in modo precisissimo e, anche se questi diffusori non ci gettano contro la musica con chissà quale forza e sfrontatezza, sarebbe sbagliato e ingeneroso dire che mancano di impatto.

Non a caso l’aspetto più impressionante degli F5.2 è la risposta dei bassi. Grazie alle loro porte reflex multiple e alla configurazione a tre vie, questi Elac possono scendere molto in basso, ma lo fanno con una chiarezza e una scioltezza che si spinge ben oltre la maggior parte dei diffusori da pavimento attorno ai 600 euro. Queste torri sono infatti abbastanza agili da immergersi in basso e restituire al tempo stesso il registro superiore con estrema chiarezza e precisione.

Verdetto

Alcuni potrebbero preferire la natura leggermente più sbarazzina degli dei Fyne Audio F303 o dei B&W 603, ma questa degli Elac è per molti versi una presentazione più matura e onesta. Ci sono in realtà molti “corteggiatori” che puntano a questo carattere sonoro, ma visto anche il prezzo molto allettante Elac sembra essere al momento una delle poche aziende in grado di raggiungere questo risultato con tale aplomb.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
5

Sommario

Non saranno carichi ed energici come i B&W 603, ma se cercate soprattutto dettaglio, bassi e trasparenza vi innamorerete degli Elac Debut 2.0 F5.2.

Pro
Tanto dettaglio
Basso preciso e pieno
Timing e dinamiche al top
Sono diffusori particolarmente trasparenti

Contro
Alcuni rivali offrono una presentazione più energica

Scheda tecnica
Risposta in frequenza: 42Hz-35kHz
Sensibilità: 86db
Impedenza: 6 Ohm
Potenza massima: 140W
Dimensioni: 100 x 18 x 23 cm
Prezzo: 665 euro la coppia
Sito del produttore: www.elac.com
Distributore italiano: www.lpaudio.it

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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