Di fronte alla continua emorragia di abbonati e a profitti sempre più zoppicanti, Disney+ si appresta a eliminare dal catalogo altri contenuti dopo i 100 già rimossi i mesi scorsi
Disney+ non se la sta passando benissimo. L’emorragia di abbonati è continuata infatti anche nell’ultimo trimestre (-4 milioni) e le aspettative per una crescita a quasi 164 milioni di abbonati a livello globale non sono state rispettate (al momento si parla infatti di circa 158 milioni di utenti). Per correre ai ripari, la piattaforma streaming di Disney, tornata un po’ alla ribalta nei giorni scorsi durante il keynote di Apple per la presentazione del visore AR/VR Vision Pro, sta tentando di cambiare strategia con una mossa che però non farà contenti gli abbonati.
Il piano è infatti quello di eliminare dal catalogo sempre più contenuti tra film e serie TV e, a dire il vero, il primo passo è già stato fatto con la recente rimozione di 100 titoli a livello globale tra cui la recentissima serie TV di Willow, il cui destino a questo punto sembra ormai segnato (fino a pochi mesi fa c’erano infatti ancora speranze per una seconda stagione).
La ragione di questa rimozione? Tagliare il più possibile i costi. Se infatti è normale che un servizio di streaming elimini dal proprio catalogo contenuti con una certa cadenza per questione di diritti scaduti (è già successo svariate volte con Netflix e Amazon Prime Video), la motivazione di Disney+ è più profonda e, a differenza di contenuti di terze parti, qui parliamo di serie e film realizzati dalla stessa Disney e da Hulu, di cui Disney detiene il 67% della proprietà.
Stupisce ancora di più che persino contenuti recentissimi come appunto Willow siano finiti sotto la scure di Disney, che tra l’altro è pronta a ripetere in futuro la rimozione di altri contenuti, rendendo quindi il suo catalogo sempre un po’ più povero. Senza entrare in troppi tecnicismi, il motivo di questa “epurazione” si deve a vantaggi fiscali che Disney ottiene eliminando appunto un tot di contenuti ritenuti difettosi, ovvero che non hanno avuto il riscontro di pubblico atteso (come nel caso di Willow).
Un modo insomma per “fare cassa” di fronte al continuo calo di abbonati che Disney+ intende portare ancora avanti. Dopo il primo che ha appunto coinvolto 100 titoli, Disney ha infatti depositato presso la SEC (Securities & Exchange Commission) un secondo Content Impairment Charge pari a 400 milioni di dollari. Ciò significa che nel prossimo futuro verranno tolti ancora più contenuti dal servizio di streaming. Mettendo in relazione questo valore con quello della prima tranche (tra gli 1,5 e 1,8 miliardi di dollari), è probabile che un’altra ventina di titoli sparirà dalla libreria di Disney+.
Nella richiesta alla SEC si legge infatti che “la Società continua il suo processo di revisione e attualmente prevede di rimuovere ulteriori contenuti prodotti dalle sue piattaforme Direct To Customer (DTC) e da altre piattaforme durante il resto del terzo trimestre fiscale. Di conseguenza, la società stima attualmente che potrebbe registrare ulteriori cancellazioni fino a circa 0,4 miliardi di dollari relativi ai contenuti prodotti”.
A questo punto non rimane altro che affidarsi al piano del CEO di Disney CEO Bob Iger, che a marzo aveva annunciato una virata strategica per Disney+ improntata più alla qualità dei contenuti che non alla loro quantità. Resta il fatto che per chi vuole abbonarsi ora a Disney+ già sapendo che contenuti anche molto recenti saranno presto rimossi dal catalogo, l’incentivo a farlo non sia proprio dei più forti.
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