Tra cabinet “architettonici” e crossover da gioielleria, i nuovi diffusori passivi targati Goldmund sono l’ennesima prova del genio svizzero in ambito hi-end. Ma tutta questa qualità ha un costo stellare
Dopo i diffusori wireless Theia, Rhea e Asteria, Goldmund ha presentato i nuovi Rhea Passive e Theia Passive, diffusori passivi di altissima gamma (i prezzi fanno davvero rabbrividire) che dimostrano ancora una volta l’elevatissimo lignaggio dei prodotti del brand hi-end svizzero. I cabinet, ad esempio, sono assemblati con giunzioni invisibili e ogni pannello si unisce all’altro con angoli perfetti di 45°, per un impatto scenico e visivo che non può passare inosservato.
Il peso notevole, abbinato a un sistema di messa a terra meccanica brevettato da Goldmund, permette inoltre di scaricare al suolo le vibrazioni indesiderate tramite una punta progettata con precisione, garantendo così una riproduzione sonora pura e priva di distorsioni.

Il Rhea Passive da 123 Kg è un diffusore passivo a tre vie (tweeter a cupola morbida, midrange da 7 pollici e woofer da 12 pollici), mentre il Theia Passive da 197 kg adotta uno schema a quattro vie, con tweeter a cupola morbida, due midrange (uno da 4 e uno da 6 pollici) e lo stesso woofer da 12 pollici. Questa configurazione consente al Theia di offrire una resa più precisa e transizioni ancora più fluide lungo l’intero spettro di frequenze.

Su questo versante, Rhea Passive si estende da 27 Hz a 25 kHz, mentre Theia Passive scende ancora più in basso, fino a 20 Hz, frequenza ideale per restituire la fisicità dei sub-bassi senza bisogno di supporto esterno. Ogni driver dispone di una scheda crossover realizzata con componenti di altissima qualità come condensatori MKP e resistori a film non induttivi, ciascuno dotato di dissipatori di calore su misura per mantenere performance costanti anche sotto sforzo.
Le induttanze ad aria, realizzate in rame purissimo privo di ossigeno e dal diametro generoso, promettono una linearità eccezionale e distorsione praticamente nulla e Goldmund, giusto per non farsi mancare nulla, ha progettato una combinazione precisa di fissaggio meccanico e montaggio su PCB per eliminare qualsiasi possibile interferenza causata da vibrazioni.

Goldmund ha realizzato questi due diffusori affidandosi anche al software proprietario Proteus LS, progettato per calcolare l’impedenza del sistema, la velocità del volume, lo spostamento della membrana e la pressione sonora. Il software utilizza tutti questi dati per migliorare le prestazioni, ottenendo ciò che il produttore svizzero sostiene essere “una precisione, una chiarezza e una coesione sorprendenti, che immergono l’ascoltatore in modo più completo nella musica riprodotta”.
Inoltre, per garantire una maggiore flessibilità, entrambe le coppie di diffusori offrono tre opzioni di configurazione: amplificazione mono, bi-amplificazione e tri-amplificazione.

Come forse avrete capito, pilotare i Rhea Passive e Theia Passive non è un compito adatto a un amplificatore qualsiasi e, se avete un budget degno di un milionario, potete rivolgervi al recente integrato Goldmund Telos 690 o alle combinazioni pre-finale che il produttore svizzero offre a catalogo (si pensi solo al monoblocco Telos 4800 da mezzo milione di euro la coppia).
Veniamo infine alle note dolenti. Il Rhea Passive costa circa 95.000 euro a coppia, mentre si sale a circa 190.000 euro per una coppia di Thea Passive.
I prodotti Goldmund sono distribuiti in Italia da Luxury Group.
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