La scherzosa allusione ad un famoso film degli anni ’70 – Quelli della calibro 38 – fa riferimento alla dimensione del woofer presente in alcuni esemplari di elettroacustiche, la cui minacciosa presenza, lascia presagire notevoli prestazioni in bassa frequenza.
Differentemente da un’arma però, in questo caso l’unico pericolo potrebbe essere dovuto allo spostamento d’aria prodotto da un simile driver – appunto calibro 38 ma centimetri – certamente molto meno preoccupante di un colpo di pistola, anzi, una simile dimensione potrebbe favorirne l’eventuale riproduzione sonora durante la visione di un film.
In ogni caso da qualche tempo sembra essere tornato l’interesse verso i diffusori superdotati a livello di woofer, se non altro per le superiori prestazioni che si ritiene siano loro appannaggio proprio a causa di questo equipaggiamento.
In effetti, un tempo qualsiasi diffusore considerato rispettabile prevedeva un altoparlante da almeno 8” (20 cm) – laddove 12” oppure 15″ (ovvero 30/38 cm) erano spesso la regola – poi, circa a metà degli anni ’80, sono arrivati i mini diffusori, una taglia parecchio minore dei precedenti esemplari reperibili in commercio ritenuti meglio integrabili e gestibili in ambiente.
Alcuni di questi – è il caso delle ROGERS LS3/5a di cui vi parlammo in questo articolo – sebbene abbiano lasciato un profondo solco nella storia dell’Alta Fedeltà, è indubbio che manifestino dei limiti in bassa frequenza, limiti causati dal possedere un woofer di dimensioni molto piccole, spesso da 5” (12.5 cm) certamente poco adatto a smuovere grosse quantità d’aria.
In ragione di questo – molto ovviamente – la riproduzione delle ottave più basse gli è preclusa ma ciò malgrado, il successo di questa tipologia di diffusori è stato notevole, soprattutto tra coloro che ascoltano determinati generi musicali che poco apportano in termini di basse frequenze.
Qualche articolo fa – che qui potete leggere – considerammo poco Hi-Fi un diffusore non in grado di riprodurre parte della gamma audio, se non altro poiché in contrasto col concetto stesso: come si può definire ad Alta fedeltà un componente limitato proprio nella risposta in frequenza?
Chiaramente – pur partendo da un presupposto effettivamente concreto – si trattava più di una provocazione che di una critica reale, vista anche l’assenza sul mercato del diffusore “buono per tutti i generi”, affermazione che di per sé costituisce una vera e propria contraddizione checché se ne dica.
Doveste trovarlo avvisateci, ad oggi per quanto ci riguarda non siamo ancora riusciti ad identificarlo, tranne (forse) qualche modello le cui dimensioni e costo riducono a pochissime situazioni il loro utilizzo, circostanza che evidentemente non può essere considerata trasversale.
Coloro che possono osare dal punto di vista dello spazio, possono comunque rintracciare sul mercato qualche modello interessante a costo tutto sommato accettabile, più che altro dal rapporto q/p equilibrato in rapporto a ciò che effettivamente offre il costruttore.
Le ELTAX PWR 1959 ad esempio – circa le quali potete leggere il nostro articolo – oppure le MAGNAT TRANSPULSE 1500 o le CERWIN VEGA SL-15, diffusori di costo crescente ma ancora abbordabile fino a quello che è considerato un vero e proprio mito, vale a dire le KLIPSCH CORNWALL, oramai giunte alla versione IV e caratterizzate da un prezzo che definiremmo per lo meno esagerato (se non ridicolo) di quasi 7500 € quale street price a fronte di un listino di ben 13.000!!
Piccola parentesi: d’accordo essere un mito dell’audio – sono sul mercato dal lontano 1959 – ma osservando (bene!) la costruzione si nota che non sono niente di particolare, soprattutto il cabinet in MDF, affatto diverso da quello delle MAGNAT oppure delle ELTAX, fatta salva la finitura in essenza lignea piuttosto che in vinile, particolare che comunque non impone costi di molto più elevati, almeno a livello industriale.
Gli altoparlanti poi, sono esemplari assai comuni la cui tecnologia non può certo definirsi extraterrestre, basta osservarli (bene!!) per poi scandagliare il web alla ricerca di esemplari simili a costi molto ma molto più bassi: i cataloghi EMINENCE, FANE oppure B&C possono essere un ottimo riferimento.
Voci di corridoio riportano che la prima parrebbe essere l’azienda che fornisce il driver al noto e controverso costruttore USA, non possiamo affermarlo con certezza ma osservandolo con attenzione si nota una fattura praticamente identica a fronte di un prezzo estremamente coerente.
Sappiamo già che molti lettori staranno masticando amaro, soprattutto i numerosi estimatori del marchio, che in questo articolo vedono mettere in discussione le loro beniamine, ma è indubbio che l’attenta analisi di un simile diffusore – laddove condotta con la necessaria onestà intellettuale richiesta – non possa non evidenziare quanto il prezzo richiesto sia ampiamente sproporzionato in rapporto a quanto, effettivamente, si va ad acquistare.
Tornando a noi, i prezzi dei diffusori indicati sono di circa 900 € per le ELTAX, 1500 € per le MAGNAT e approssimativamente 2000 € per le CERWIN VEGA, come vedete abbastanza differenziati ma in un certo qual modo adeguati anche al censo del costruttore.
Premettiamo che questa tipologia di diffusori – contrariamente alla credenza comune – produce certamente un basso importante e di impatto, molto diverso dal basso asfittico proveniente da esemplari equipaggiati con piccoli woofer, ma ciò malgrado difficilmente mostra un’estensione verso gli inferi.
Si tratta di un basso differente, certamente dotato di notevole energia – da pugno allo stomaco affermerebbe più d’uno – ma non così profondo, più concentrato sulla fisicità che sull’estensione; d’altronde da qualche parte occorre pur cedere qualcosa, ed in questi casi è l’estensione che solitamente ne fa le spese, basta leggere (bene!!!) le risposte in frequenza dichiarate per rendersene conto, soprattutto quella (onestissima) di CW, compresa entro +/- 10 dB.
Come al solito, ottimi ascolti!!!