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DIFFUSORI A LINEA DI TRASMISSIONE: IL PROGETTO

Come promesso qualche tempo fa nell’articolo divulgativo pertinente i diffusori in linea di trasmissione, eccoci finalmente a raccontare il dietro le quinte di una realizzazione DIY che a costo concretamente irrisorio consente di avere una certa soddisfazione.

Dopo aver brevemente esaminato questa intrigante tipologia di carico – qui potete leggere l’articolo – ci siamo dedicati alla costruzione di una coppia di elettroacustiche che ne facessero uso con il chiaro scopo di verificare cosa sia effettivamente possibile ottenere.

Le caratteristiche che questa realizzazione avrebbe dovuto possedere – partendo dal presupposto che il fine è quello di sperimentare imparando qualcosa – erano essenzialmente due: basso costo e semplicità di realizzazione con il non secondario aspetto di ottenere un sistema ben suonante.

Questo ha facilitato parecchio l’aspetto progettuale – niente tagli particolari del legno oppure filtri crossover complessi e difficili da assemblare – consentendo di mettere prima su carta e poi di costruire fisicamente una coppia di diffusori economici ma di aspetto gradevole e funzionamento sicuro.


Dettaglio della realizzazione interna dove si nota il poliuretano bugnato atto ad assorbire parte delle riflessioni

 

La scelta dei driver è nata quasi per caso, ovvero passando davanti alla vetrina di un negozio di componenti car audio – si, avete letto bene – dove lo sguardo è caduto su un kit a due vie prodotto dalla teutonica GROUND ZERO, azienda dalla notevole capacità produttiva, nella fattispecie il combo denominato GZIC 165.2 – composto da un woofer da 165 mm e da un tweeter a cupola da 19 mm – insieme corredato di un crossover dedicato che sfrutta ottima componentistica.

Ebbene, il prezzo di questo kit si aggira nei dintorni dei 100, un prezzo che considerando la qualità costruttiva e prestazionale delinea un più che favorevole rapporto q/p.

In evidenza il kit a due vie GROUND ZERO GZIC 165.2

 

Dalla scheda tecnica tiriamo fuori i dati che ci interessano al fine di dimensionare la linea di trasmissione in maniera accurata – come citato nel precedente articolo la Fs e la Sd, rispettivamente frequenza di risonanza e superficie emittente del woofer – per poi darli in pasto al calcolatore che fornirà le esatte dimensioni atte a definire il cabinet.

Ne viene fuori un mobile di dimensioni circa 48 x 28 x 22 – accettabilissime quindi – la cui realizzazione non presenta alcuna criticità, fatto salvo ovviamente il taglio dei pannelli che deve imperativamente essere effettuato in maniera precisa; un qualsiasi centro hobbistico dotato di taglio legno o meglio ancora un falegname non avranno alcun problema nel realizzarli.

La costruzione del cabinet non presenta particolari difficoltà

 

La scelta del materiale col quale costruirlo è ricaduta sul consueto MDF da 19 mm, ma è ovviamente possibile utilizzare anche multistrato di spessore 20 mm, in ogni caso, si tratta di materiali facilmente lavorabili e tutto sommato economici.

Pertanto, reperito tutto il materiale necessario – fondamentale la qualità della colla, in merito alla quale consigliamo il PATTEX oppure il TITEBOND – cui occorre aggiungere la relativa viteria ed i contatti di ingresso, possiamo iniziare l’opera di assemblaggio.

Calma e gesso, queste cose devono essere fatte senza stress, col solo gusto di finire il lavoro per vedere cosa ne è uscito fuori.

La prima operazione da eseguire è la foratura del baffle frontale e del pannello posteriore, in merito alla quale potete scegliere di realizzare (o far realizzare) le fresature destinate agli altoparlanti affinché questi si inseriscano a filo del pannello; non è affatto obbligatorio comunque.

Una volta in possesso dei pannelli tagliati a misura, sarà sufficiente incollarli tra loro adeguatamente e con precisione fino ad ottenere la struttura come da progetto, come detto nulla di eccessivamente complesso, basta non avere fretta e rispettare la tempistica necessaria affinché la colla asciughi perfettamente.

Circa la finitura, occorre ovviamente riferirsi alle capacità individuali, poiché si passa dalla semplice verniciatura con un rullo in microfibra che consenta di ottenere una superficie lievemente bucciata – capace pertanto di nascondere qualche lieve imperfezione – fino a rivestimenti con essenza lignea o laccature a pistola dopo apposito trattamento delle superfici.

Il frutto di tanto impegno, una coppia di diffusori ben suonanti ed esteticamente gradevoli

 

Essendo però questo progetto molto economico e semplice, spendere troppo in finiture di pregio non avrebbe molto senso, anzi, ma vedete voi, magari di professione fate il falegname ed a quel punto alziamo le mani.

In sintesi, più di mille parole parlano certamente le immagini, alquanto esplicative di un assemblaggio facile e lineare proprio in virtù della semplicità del cabinet, un parallelepipedo regolare con una paratia interna atta a realizzare il labirinto acustico.

Il pannello frontale sarà incollato sulla cornice di battuta realizzata mediante un listello di abete o altra essenza di sezione 20 x 20 mm mentre quello posteriore – al fine di poter accedere all’interno del diffusore – sarà preferibilmente avvitato sempre su una cornice realizzata nel medesimo modo.

La coibentazione dell’interno può essere realizzata mediante POLYFILL (sorta di ovatta sintetica) oppure con del poliuretano bugnato da incollare lungo la linea nei punti previsti, entrambi comunque facilmente reperibili a prezzo non esorbitante; volendo si potrebbe usare la lana di roccia reperibile in pannelli aventi dimensioni di circa 120 x 60, vedete voi cosa eventualmente preferite.

Alla prossima con la prova d’ascolto, che vi anticipiamo subito, non ha mancato di destare qualche piacevole sorpresa.

Come al solito, ottimi ascolti!!!

 

 

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