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Devialet Phantom Reactor 600: la bellezza basta appena

Phantom Reactor 600

Il Devialet Phantom Reactor 600 è uno speaker Bluetooth dal look unico e sfoggia una gamma bassa imperiosa, ma basta a farne un grande diffusore?

Quante persone conoscete che hanno bisogno di un diffusore wireless capace dei livelli di volume degni di un concerto dal vivo? Il produttore francese Devialet, di cui abbiamo parlato recentemente nella recensione della soundbar Sky Soundbox, distingue in gran parte i suoi tre speaker wireless Phantom per livello di potenza, con i Phantom, Silver Phantom e Gold Phantom tutti simili a livello estetico ma dotati di diverse potenze di picco, pari rispettivamente a 1200, 3000 e 4500W.

Anche il modello Gold sarebbe sufficiente per animare una discoteca ed è quasi tre volte più potente di uno dei nostri diffusori premium preferiti, il [amazon_textlink asin=’B00O8IXS54′ text=’Naim Mu-so’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’bb0bff2f-ed4a-48cd-9d2b-6d0b703421a3′]. Il problema (oltre a una leggera mancanza di precisione e spaziosità nelle sue prestazioni)? Il prezzo, visto che il Phantom più conveniente costa circa 1500 euro.

Conscia di questo “ostacolo”, Devialet ha portato sul mercato il Phantom Reactor 600, il suo diffusore wireless più economico (990 euro) e più piccolo (ha in pratica le dimensioni di un tostapane), sperando con questo nuovo modello di rendere la gamma Phantom accessibile a un maggior numero di persone. Certo, sono sempre quasi 1000 euro, ma se già conoscete la qualità dei prodotti Devialet e vi piacciono diffusori dall’estetica originale e unica, potreste davvero farci un pensierino.


Nonostante le sue proporzioni in miniatura (è quattro volte più piccolo del Phantom standard) e il fascino familiare (il look è praticamente identico a quello dei fratelli maggiori), il Reactor 600 mantiene comunque una potenza di assoluto rilievo visto che parliamo di un picco di 600W, più che sufficiente per qualsiasi situazione domestica. Se però non vi bastassero, c’è anche una versione da 900W a circa 300 euro in più, che avvicina così il Reactor alla potenza del Phantom standard pur mantenendo dimensioni più compatte.

Tutto, all’interno del Reactor 600, è stato preso dai modelli più grandi e semplicemente “rimpicciolito”. Ciò significa che anche questo speaker utilizza la tecnologia proprietaria Analogue Digital Hybrid (ADH), ovvero una combinazione di amplificazione analogica di Classe A e digitale di Classe D che rende il Phantom così unico. La sezione di alimentazione presenta però un trasformatore più efficiente, che ha consentito a Devialet di ridurre le dimensioni dell’elettronica all’interno.

Parliamo poi di un livello di pressione sonora (SPL) massimo dichiarato di 95dB, che è simile al rumore prodotto da una motosega o da una motocicletta a distanza ravvicinata. È insomma uno speaker rumoroso e anche sorprendentemente solido, con un peso di 4.3kg. Degli oltre 100 ingegneri che hanno lavorato sui Reactor, 20 si sono concentrati in modo specifico sui nuovi woofer più piccoli. A differenza dei suoi fratelli maggiori, il Reactor ha inoltre controlli touch per il volume e il pairing Bluetooth. È disponibile anche una companion app che permette di controllare la riproduzione musicale tramite Spotify, AirPlay, UPnP e Bluetooth. Un ingresso combinato 3,5 mm/ottico consente inoltre una connessione cablata a uno smartphone, un player musicale portatile o un TV.

L’app Devialet è intuitiva, semplice da usare e presenta una manopola del volume, ma non ci sono funzioni EQ per modificare il suono. Devialet offre inoltre come accessorio uno stand a tre gambe che si attacca sul lato inferiore dell’unità. Uno svantaggio è che le gambe non sono regolabili, lasciando il Reactor all’altezza delle anche.

Qualità audio

Facciamo partire alcuni brani in streaming tramite Spotify e le nostre impressioni iniziali sono di un suono nitido, chiaro, diretto e pieno di attacco. I passi col tacco sull’asfalto durante il prologo di In Keeping Secrets Of Silent Earth: 3 dei Coheed And Cambria avanzano verso il telefono che squilla con una chiarezza quasi penetrante. Ci sono molti dettaglio in ballo e ce ne accorgiamo anche dal respiro che fa Claudio Sanchez prima di iniziare a cantare.

È un’ampiezza che non ci aspetteremmo da uno speaker di dimensioni compatte come questo. Il suono è preciso e riempie facilmente la nostra stanza. Il basso in particolare è ancora più impressionante. Devil’s Pie di D’Angelo è un brano caratterizzato da una delle linee di basso più grintose e funky in ambito neo soul. Pochi diffusori con queste dimensioni possono restituire tutta questa grinta, ma il Phantom Reactor 600 raggiunge una notevole profondità quando si tratta di tirare fuori tutti i dettagli in gamma bassa.

Ma mentre la linea di basso del brano di D’Angelo è rappresentata con competenza e molta sostanza, viene un po’ a mancare l’effetto ritmico della canzone. Con il basso così esposto, la mancanza di timing è infatti un problema al punto che il sound rischia di diventare quasi poco musicale, anche perché il classico interplay di voce e batteria tipico di D’Angelo non risulta abbastanza diretto e incisivo.

In Partition di Beyonce le voci sono nitide e quasi sfrontate tanto sono dirette, ma a ben vedere c’è poco in termini di texture o varietà dinamica e ciò rende la voce più forte (e quasi invadente) di come siamo abituati a sentirla con altri diffusori top di gamma. Passando a Gather Your Limbs dei King Kurt (una versione live risalente al 1984), nella cacofonia del suono mancano sia il tempismo comico sia il calore degli scoppi improvvisi nella voce di Smeg. Questa è una band che si è sempre basata molto sull’interazione con il pubblico, ma il pungolo ritmico dell’audience e l’interplay tra le chitarre faticano a fondersi.

Il [amazon_textlink asin=’B01FXYO57Q’ text=’Naim Mu-So Qb’ template=’ProductLink’ store=’ad04f-21′ marketplace=’IT’ link_id=’708940c3-79b6-4c09-aa1c-7e25fb411161′] costa al momento circa la metà del Phantom Reactor 600 e anche se non può competere in termini di bassi, offre un suono notevolmente più coeso e piacevole dal punto di vista musicale.

Verdetto

Il Phantom Reactor 600 gestisce i bassi in modo mirabile e ottiene un punteggio elevato sia per la facilità d’uso che per la connettività. Per molti tutto ciò sarà sufficiente. Tuttavia, l’ascolto della musica dovrebbe essere piacevole, mentre qui è quasi al limite dell’accademico. Se un’estetica futuristica e un livello di volume impressionante sono per voi di primaria importanza, il Phantom Reactor 600 potrebbe essere lo speaker ideale, ma il suono sembra quasi “computerizzato” e sul mercato ci sono più opzioni decisamente più musicali che costano anche meno.

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

  • Verdetto
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Sommario

Il Devialet Phantom Reactor 600 è uno speaker Bluetooth dal look unico e sfoggia una gamma bassa imperiosa, ma basta a farne un grande diffusore? Ni…

Pro
Costruzione ed estetica eccezionali
Bassi impressionanti
App intuitiva

Contro
Il timing non è granché
Pecca in espressione dinamica

Scheda tecnica
Potenza: 600W
Risposta in frequenza: 18Hz – 21kHz
Pressione sonora: 95 dB SPL
Connettività: Bluetooth (A2DP), AirPlay, UPnP, Wi-Fi dual-band, Ethernet
Peso: 4,3 Kg
Prezzo: 990 euro
Sito del produttore: www.devialet.com

© 2020, AF Digitale. Tutti i prodotti sono stati provati nelle apposite sale di ascolto e di visione di What HiFi e Stuff.tv dal team editoriale con sede nel Regno Unito.

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