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Death Stranding – Home Theater Test Ps4 Pro

Death Stranding è un fantascientifico viaggio per una distopica America in bilico tra vita e morte. Da Sony Computer Electronic Entertaniment

In Death Stranding gli Stati Uniti d’America vivono un futuro distopico in cui il regno dei vivi è entrato in connessione diretta con quello dei morti. Devastazioni di ogni sorta hanno mutato il paesaggio, quel che resta dei cinquanta stati è diventato l’UCA (United Cities of America), piccoli agglomerati urbani detti Nodi, arroccati all’interno di perimetri protetti da alta tecnologia.

L’olocausto dell’umanità si è consumato attraverso eteree creature “arenate” provenienti dall’aldilà, colpevoli dei cataclismi che hanno messo in ginocchio il genere umano, esseri accompagnati da un oceano color pece che risucchia i vivi. Tra gli sconvolgimenti più orrendi il fenomeno della cosiddetta ‘cronopioggia’, liquido che cadendo dal cielo altera la genetica di qualsiasi tessuto vivente scatenando l’invecchiamento precoce, intaccando anche materiale inerte e provocando la crescita accelerata della vegetazione.

I mortali e invisibili esseri “arenati” sono percepibili sfruttando chi è colpito dalla specifica condizione detta “dooms”, che può addirittura arrivare a controllarli. Stante la situazione i pochi sopravvissuti non si azzardano a uscire dalle zone sicure, solo gli appartenenti al gruppo noto come Bridges hanno il coraggio di affrontare le mortali avversità in campo aperto. Quando un corriere Bridges non dispone della condizione dooms può sempre ricorrere a un BB – “bridge baby”, ovvero un neonato che a causa della nascita prematura può ugualmente percepire gli arenati. A tali pericoli si aggiungono anche quelli legati a fuorilegge e individui armati contro l’ordine precostituito pronti a tendere imboscate ai viandanti.


In tale contesto s’inserisce il corriere indipendente Sam Porter (Norman Reedus), che vanta un lungo curriculum di sopravvivenza per la verde desolazione rocciosa che separa i Nodi. Dopo l’ennesima consegna Sam si ritrova faccia a faccia con l’ologramma di Bridget (Lidsay Wagner), Presidente dell’UCA che assieme a fedeli collaboratori lo convince a intraprendere la missione più difficile: contribuendo a consegnare prezioso materiale il piano prevede di ristabilire un avanzato sistema di comunicazione che permetterebbe ai Nodi di congiungersi, dando il via a una nuova rivoluzione democratica. Tra gli obiettivi primari di Sam c’è anche quello di raggiungere Amelie (Emily O’Brien), figlia della Presidente che nel tentativo di unificare le UCA è caduta in mano a pericolosi separatisti.

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Nell’accezione più pura del termine Death Stranding è un gioco, ma per chi ha masticato fantascienza in diversa misura tra scrittori classici o moderni questo progetto sviluppato in esclusiva per console PS4 è uno simulatore di science fiction. Con un background storico che richiama alla memoria il gusto della lettura di testi da parte di altrettanto memorabili scrittori come Frank Herbert, Paul Anderson, Kurt Vonnegut ci si ritrova immersi per un pianeta straniante. Suggestioni che come linfa vitale scorrono attraverso lande colme di verde e desolazione non possono lasciare indifferenti chi sogna un approccio alla fantascienza meno spicciolo, superficiale e immediato.

Tre lunghi anni di gestazione sono occorsi al maestro Hideo Kojima per raggiungere un simile livello di profondità narrativa, segnati senza meno dalla separazione dal produttore Konami e la nascita di una società indipendente da cui è scaturito questo coinvolgente adventure RPG in terza persona. L’idea stessa alla base della “cronopioggia”, di una pioggia che sottrae tempo alla vita accelerandone i cicli di permanenza per terreni ostili, è una delle tante mirabili invenzioni narrative che meritano il nostro plauso. Alla stessa stregua ci sono anche gli infanti prematuri che in quanto tali hanno uno speciale legame tra vita e morte. In un contesto inesorabile di fine dell’essere umano Sam potrebbe rappresentare la possibile svolta, sempre che sia disposto a farsi carico di un così pesante e complesso onere nei confronti di un mondo che l’ha mai trattato con i guanti.

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Le meraviglie che si schiudono davanti agli occhi del gamer sono solo in parte descrivibili, per la (rara) capacità di creare una struttura narrativa dal grande respiro cinematografico. Non è affatto un caso se Kojima ha messo assieme un cast che vanta volti amati del piccolo e grande schermo tra cui Norman Reedus (The Walking Dead), un altro grandissimo come Mads Mikkelsen (I tre moschettieri) e ancora Léa Seydoux (The Lobster), il maestro Guillermo del Toro (La forma dell’acqua) e il collega Nicholas Winding Refn (Drive).

Non si tratta di un game così immediato, veloce per chi non ha tempo da perdere ma per dare tantissimo chiede in cambio una pesante moneta in termini di ore da trascorrere esplorando, avventurandosi per luoghi sempre più impervi e pericolosi. Un vero e proprio universo emotivo in cui ci si ritrova viaggiatori coinvolti all’interno di una trama che include qualcosa come circa dieci ore di girato hollywoodiano che non mancherà di togliere il fiato.

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Giudicare un simile progetto riducendolo a quello di un game di simulazione di corriere non è solo sminuirne le dimensioni narrative ma denigrare il lavoro di creativi e programmatori che non hanno avuto paura a rischiare puntando al capolavoro, anche se se con numerose lacune. Il livello di interazione con quanto circonda Sam, lo stesso insicuro incedere per aspri terreni e territori chiedendo ulteriore affinità nel controllo tramite il pad meglio spiegano il significato ultimo di feedback. Perché restare in equilibro potrebbe diventare un problema, occorrono forze sufficienti per guadare un fiume, correre, scalare e più in generale misurarsi con limiti fisici, per giunta accompagnati da una colonna sonora piena di fascino.

Ogni singolo viaggio implica l’uso di una specifica attrezzatura, innescando variabili diverse che a cascata generano l’imprevedibilità che è nel DNA della relativa missione. In tal senso ci si può equipaggiare al meglio attraverso gadget e svariate armi per affrontare un ignoto colmo di sorprese e passaggi adrenalinici nemmeno si stesse davvero componendo le pagine di un romanzo di fantascienza. “BB” a parte è sempre disponibile l’Odradek, sorta di radar che si attiva in presenza degli arenati puntando nella loro stessa direzione

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La riconnessione dei Nodi non è obbligatoria e finisce per rallentare ulteriormente lo sviluppo degli eventi ma aiuterebbe al tempo stesso ad affrontare in misura meno complicata i nuovi viaggi. Solo in tal caso si ha l’opportunità di sfruttare altre componenti che si vengono a creare come i box postali, cilindri celati nel terreno per riporre o ritirare materiale.

Al termine di una missione si viene ricompensati dai classici like in misura equivalente all’integrità del carico trasportato, ma i like possono giungere indirettamente anche attraverso altri giocatori, esternamente connessi all’avventura e che potrebbero beneficiare di quanto operato dal proprio Sam nella misura tipica del multiplayer asincrono impiegato altrove, materiale utile per contribuire alla costruzione di un ponte o di una strada. Ciò contribuisce ancor di più ad accrescere la popolarità all’interno di un sistema ‘social’.

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A livello facile i percorsi risultano certo meno impegnativi e quando il grado di difficoltà sale aumenta in pari misura lo stesso percorso che si va ad affrontare, per esempio bruciando più velocemente l’energia. Ritrovandosi circondati dagli arenati in un colloso atollo di liquami se non si riesce a sfuggirgli ci si ritrova dall’altra parte, un ambiente nero pece dove occorre avere la meglio su una creatura affatto socievole.

Il numero di volte in cui ci si può ritrovare in una simile situazione reitera fin troppo spesso, col rischio alla lunga di sfiancare per prevedibilità e limiti nella tipologia del nemico. Gli scontri non sono quelli tipici, peggio va per i boss più classici, il peso del proprio equipaggiamento va effettivamente a influire sul fisico e le tempistiche di viaggio, variabili che in questa misura sono frutto del lavoro di Kojima volto a rinnovare e non a riciclare con nuove se non addirittura rivoluzionarie meccaniche di avanzamento.

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VIDEO

Mettendo a frutto il Decima Engine sviluppato dall’olandese Guerrilla Games, come per la PS4 anche la Pro pone di fronte a immagini non al di sopra dei 30 fps. La differenza sostanziale tra le due console è la risoluzione finale dell’immagine che passa da 1080p a 2160p, anche se attraverso la tecnica del ‘Checkerboard Rendering’. Non si tratta di semplice rescaling di frame a risoluzione nativa più bassa ma della renderizzazione solo il 50% dei pixel, la cui rimanenza va a completarsi sfruttando tabelle di informazioni (Checkerboard) con i dati degli oggetti da elaborare, evitando di complicare ancor più la vita alla GPU. Il risultato non può essere lo stesso di un segnale 4K nativo ma il miglioramento e la velocità di elaborazione nel corso del tempo hanno reso il CR una tecnica piuttosto diffusa.

Percezione di aliasing a parte, per Death Stranding lo spettacolo grafico non manca specie in 4K, con ulteriore rifinitura dei particolari specie in primo piano. L’aspect ratio resta 1.78:1 anche per le cut scene, e a tale risoluzione la scalattatura specie per particolari come i capelli o elementi geometrici in primissimo piano o dettaglio è meno impattante. La dinamica in presenza di veicoli resta eccellente, così come la sensazione del terreno attraversato tra percorsi più o meno asfaltato. Anche l’HDR fa la differenza, disponendo di schermo compatibile ci si ritrova con un paesaggio dalla colorimetria più ricca e vivace. Lo stesso cielo rivela un notevole comparto di nubi a patto di impostare correttamente il livello di luminosità.

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Nel periodo che segna il tramonto delle attuali console next gen viene da pensare alle potenzialità esprimibili da un progetto come Death Stranding se fosse stato implementato e concepito per la PS5. Restano le immagini di un lodevole concept 1080p/2160p dove in più di un’occasione il divario tra le due piattaforme PS4/PS4 Pro resta meno evidente. E poi per quanto possa piacere un paesaggio non è certo a quello a cui si può badare quando ci si trova nel bel mezzo di una consegna.

AUDIO

Anche se in DTS lossy l’efficacia dei 5.1 canali immerge il gamer in uno spettacolo sonoro composto da una miriade di effetti. Direzionalità con elementi discreti dove il fronte anteriore è perfettamente bilanciato con i canali rear, totalmente avvolti da uno scenario di prestigio. È sufficiente ascoltare la caduta della cronopioggia per rendersi conto del grado di precisione offerto da un missaggio che ha soppesato con cura gli elementi acustici. Interamente in lingua italiana, lo si può giocare anche in inglese.

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All’interno del proprio impianto Home Theater non mancheranno adrenaliniche sorprese tra composizioni musicali ed effetti dalla dinamica importante. In tal senso riveste un ruolo ancor più prominente il subwoofer a sostenere una sarabanda di elementi in gamma medio bassa. Un’avventura audio che al di fuori del contesto HT a 6 canali rischia di perdere notevole appeal, incapace di fare giustizia a un tale livello di progettazione facendolo transitare per un paio di cuffie.

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VERDETTO

Death Stranding non è un gioco facile, non così intuitivo ma soprattutto non offre quella velocità di gaming a cui si potrebbe essere troppo abituati. Sono richiesti dedizione, impegno, strategia e tanto, tanto tempo a disposizione accompagnati alla scoperta dell’ultimo splendido lavoro di Kojima. Questo non è un game dove consumare la tipica mezz’oretta dopo cena, non caricate la partita a notte fonda perché potreste trovarvi in un battito di ciglia a intravedere le prime luci dell’alba.

Death Stranding – Home Theater Test Ps4 Pro
8,5 Recensione
Pro
Una profonda avventura SF
Eccellente doppiaggio
Qualità immagini e HDR
Traccia DTS 5.1 di livello
Longevità molto elevata
Contro
Limiti nel Checkerboard Rendering
Inadatto agli amanti di game 'veloci'
Riepilogo
Sviluppato da: Kojima Productions
Distribuito da: Sony Computer Electronic Entertainment
Longevità: elevata
Anno di produzione: 2019
Genere: Adventure RPG
Supporto: liquido / 55 GB
Aspect Ratio: 1.78:1
Video: max 2160p/30 fps HDR-10 (PS4 Pro)
Audio: Italiano
Sottotitoli: Italiano
Video
Audio
Giocabilità
Longevità
Il giudizio di AF

© 2019, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.

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