Il sistema dCS Varèse comprende un’interfaccia utente, un Master Clock e due DAC mono, tutti pilotati da un’unità Core per un totale di circa 250.000 euro
Si chiama Varèse (dal nome dell’omonimo compositore) ed è il nuovo sistema multicomponente di dCS che, con le sue 217.500 sterline (circa 252.000 euro), si candida a diventare il prodotto più ambizioso e lussuoso nel catalogo del brand britannico. Non c’è ancora una data di uscita, ma dopo varie presentazioni nelle fiere di mezzo mondo, Varèse, che non andrà a sostituire il sistema a quattro componenti Vivaldi APEX, dovrebbe arrivare sul mercato nel corso dell’autunno.
Nel suo comunicato stampa, dCS ha presentato Varèse come una nuova piattaforma che raggiunge un nuovo livello di qualità, funzionalità e ricerca ingegneristica per gli audiofili più esigenti e, considerando il prezzo, non ne dubitiamo. Questo sistema comprende un’interfaccia utente da 20.000 sterline, un Master Clock da 32.000 sterline e due DAC mono (90.000 sterline la coppia), tutti pilotati da un’unità Core da 75.000 sterline. Si tratta di un’architettura molto diversa dai front-end digitali convenzionali e, per realizzarla, dCS si è affidata all’esclusivo protocollo ACTUS (Audio-Control-Timing-Unified-System).
L’unità Core non è un alimentatore (ogni unità del sistema ne ha uno proprio), bensì un hub digitale che accetta un ingresso digitale USB ed Ethernet e che gestisce la conversione dell’ingresso e del sovracampionamento, la modellazione del rumore e il filtraggio. Fatto ciò, alimenta il segnale attraverso due collegamenti ACTUS ai DAC Mono.
Passando alla conversione digitale-analogica, il Ring DAC Apex del 2022 ha gettato le basi per un nuovo Differential Ring DAC, che secondo il produttore “rappresenta il più grande cambiamento alla nostra architettura DAC da una generazione a questa parte”. Il problema dell’utilizzo di due DAC mono è la possibilità che vadano fuori sincrono l’uno con l’altro. Per evitare ciò, Varèse include un Master Clock con la nuova tecnologia di clock brevettata dCS Tomix, che offre “prestazioni di jitter impareggiabili” utilizzando un’unica connessione ACTUS bidirezionale dal Master Clock al Core.
ACTUS collega anche l’unità Core all’interfaccia utente dotata di pannello frontale touch a colori. Quest’ultima funziona con la nuova app dCS Mosaic ACTUS e il telecomando Varèse per offrire sia la rappresentazione visiva dello stato del sistema, sia l’indicatore dettagliato di album, brani e playlist. Il telecomando rotondo in alluminio è dotato di tasti di scelta rapida in vetro capacitivo, si ricarica tramite USB-C e si collega al dCS Varèse tramite Bluetooth (l’antenna si trova sul retro dell’interfaccia utente).
Ci sono ancora molte cose che non sappiamo su questo sistema e, per scoprirle non resta che attendere le prossime presentazioni “live”. Perché, ad esempio, l’unità Core ha otto connettori ACTUS? Il Master Clock ha la sua connessione dedicata, mentre l’Interfaccia Utente e i DAC Mono ne occupano altri tre. Restano quindi quattro connettori ACTUS vuoti. Si è accennato a una una meccanica CD/SACD dedicata in arrivo da dCS il prossimo anno che spiegherebbe in qualche modo il perché di così tanti connettori, ma non se siamo certi.
Inoltre, il pannello posteriore del Core sembra molto “modulare”, con tre pannelli di copertura accanto al blocco ACTUS e al blocco di ingresso e alimentazione. Si tratta semplicemente della costruzione del Core o sono stati lasciati aperti per opzioni future?
Non lo sappiamo. Sappiamo invece che un sistema simile, una volta che si aggiungono le spese per cavi, diffusori, rack e una sorgente audio digitale come uno streamer o un lettore SACD/CD di fascia alta, arriverà a impegnare oltre 300.000 euro!
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