Sono prodotti di nicchia e per alcuni sono al limite dell’ascoltabile, ma le cuffie a conduzione ossea possono tornare utili a molti. Ecco i loro pregi e i loro difetti
Non ne abbiamo parlato molto spesso anche perché si tratta di prodotti di nicchia, ma è indubbio come negli ultimi anni le cuffie a conduzione ossea abbiano incontrato da parte di utenti e produttori un‘attenzione sempre maggiore, soprattutto quando si parla di precisi ambiti di utilizzo (quello sportivo ad esempio). Queste cuffie wireless hanno radici profonde nel settore degli apparecchi acustici-medicali e non certo in quello dei dispositivi audiofili, ma non per questo andrebbero snobbate a prescindere.
Ma innanzitutto, come funziona la tecnologia di conduzione ossea? Per farla breve senza addentrarsi in troppi discorsi medico-scientifici, questi particolari dispositivi sonori poggiano direttamente sugli zigomi dell’ascoltatore. In questo caso, a differenza delle cuffie e degli auricolari tradizionali, il timpano non vibra per trasmettere le informazioni alla coclea, ma le vibrazioni si propagano tramite conduzione ossea. Proprio per il mancato coinvolgimento del timpano nel processo uditivo, questa tecnologia è ideale per le persone con deficit uditivi, poiché la vibrazione della conduzione ossea agisce appunto al posto del timpano.
Gli oppositori della conduzione ossea insistono sull’importanza dell’isolamento mentre si ascolta musica, che in questo caso è del tutto assente, per non parlare del fatto che, senza il coinvolgimento del timpano, la precisione della trasmissione musicale è seriamente compromessa e degradata. Anche escludendo per un attimo la qualità audio deficitaria, la stessa vestibilità di questi auricolari non accontenta tutti. Diversi modelli, ad esempio, si appoggiano sopra gli zigomi e bilanciano il loro peso su una piccola porzione delle orecchie. È già difficile ottenere una buona stabilità quando si cammina, figuriamoci quando si fanno attività più intensive come la corsa.
Se quindi i difetti e i limiti di questi auricolari bastano e avanzano perché molti li escludano a priori, la tecnologia a conduzione ha anche dei vantaggi (in caso contrario, nessun produttore li proporrebbe). Il primo, e più ovvio, è che questa tecnologia favorisce enormemente chi ha problemi di udito e che, con queste cuffie, può risolvere diversi problemi seppur non in modo completo e profondo come i classici apparecchi acustici.
Il secondo vantaggio è che, liberando le orecchie, queste cuffie permettono di sentire perfettamente ciò che ci circonda anche mentre le stiamo utilizzando. Un plus non da poco soprattutto a livello di sicurezza. I ciclisti, ad esempio, potrebbero sfruttare pienamente la conduzione ossea per ascoltare musica mentre sono in bicicletta riuscendo al contempo a sentire i rumori del traffico, evitando così di isolarsi da ciò che li circonda.
Stesso discorso vale per i pedoni, i nuotatori o gli appassionati di jogging, anche se in quest’ultimo caso abbiamo visto come, in generale, la stabilità non sia proprio il punto forte di questi auricolari (ma le eccezioni non mancano, soprattutto tra i modelli più recenti) e, già che ci siamo, mettiamo pure in mezzo anche il discorso estetico. Mentre buona parte del mercato va verso una miniaturizzazione dei true wireless o tenda comunque a “nasconderli” alla vista il più possibile, con le cuffie a conduzione ossea è l’esatto contrario e, in generale, l’estetica di questi dispositivi è tutto tranne che poco appariscente.
Ovviamente, gli audiofili e chi vuole ascoltare musica nel migliore dei modi, con la massima comodità e isolarsi dall’esterno grazie alla cancellazione attiva del rumore, non saranno minimamente interessati alle cuffie a conduzioni ossea, considerando anche quanto il mercato odierno offra in ambito true wireless. Se quindi non avete problemi di udito o vi interessa fino a un certo punto avere le orecchie libere per una questione di sicurezza, evitate tranquillamente l’opzione a conduzione ossea.
Detto questo, e come già accennato in apertura, il mercato offre una discreta scelta quando si parla di audio a conduzione ossea. Se vi siete già guardati attorno, avrete visto che Shokz (ex AfterShokz) produce la maggior parte delle cuffie a conduzione ossea in circolazione e dobbiamo ammettere che i rivali (a parte qualche eccezione) sono rimasti un po’ indietro. Si prendano gli Shokz OpenRun da 140 euro, forse il modello più diffuso e adatto alla maggior parte degli interessati.
Parliamo infatti di cuffie (leggerissime) con Bluetooth 5.1, tecnologia di conduzione ossea di 8a generazione, impermeabilità IP67, microfoni integrati, autonomia di circa 8 ore e ricarica rapida (peccato solo per il connettore a due pin proprietario). Se volete qualche basso in più e, in generale, una qualità audio più soddisfacente, il modello Pro costa 190 euro, ma in generale la versione standard fa già capire perfettamente pregi e difetti della tecnologia.
Come alternative consigliamo i Vidonn F1 e i Philips A6606. I primi, seppur non recentissimi, sono interessanti per il loro prezzo abbondantemente sotto i 100 euro. Pesano solo 38 grammi, sono realizzati in una lega di titanio indeformabile ed estremamente flessibile e, grazie alla batteria integrata da 180 mAh, assicurano oltre 6 ore di ascolto con una carica (l’equivalente di circa 120 canzoni), oltre a resistere a pioggia, sudore e umidità grazie alla certificazione IP55. Vantano inoltre una risposta in frequenza pari a 20Hz – 20kHz e sono ideali durante la guida, in quanto sono tra i pochi auricolari a rispondere ai requisiti del codice della strada dato che permettono di ascoltare sempre tutto ciò che accade nell’ambiente circostante.
I Philips A6606 Wireless, disponibili a 149,99 euro e rivolti soprattutto a un’utenza sportiva, utilizzano una struttura in titanio rinforzata e super leggera progettata per adattarsi perfettamente sotto un casco da bicicletta e, come caratteristica di sicurezza aggiuntiva, includono una luce LED ad alta visibilità che può essere controllata tramite l’App Philips Headphones.
Una carica completa della batteria tramite USB-C assicura un’autonomia di circa 9 ore e, con una ricarica veloce di 15 minuti (2 ore quella completa), si ottiene un’ora di riproduzione. Il design è elegante e la vestibilità estremamente comoda, visto che senza i tradizionali earplug nelle orecchie non c’è il rischio di perdere gli auricolari o di avvertire fastidi. La certificazione IP67 rende questi auricolari wireless resistente alla polvere e al sudore e impermeabili (fino a un metro sott’acqua per un massimo 30 minuti), mentre i due microfoni incorporati promettono un’elevata chiarezza delle chiamate vocali in movimento.
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