Il rischio che dal prossimo marzo non si potranno più vendere in Europa TV 8K (ma anche MicroLED e alcuni MiniLED 4K) è sempre più concreto. La colpa? Consumi energetici troppo elevati
Da quando l’Unione Europea ha cambiato le etichette energetiche nel marzo dello scorso anno, molti TV sono passati improvvisamente alla classe energetica più bassa (G). Ma non è finita qui, visto che da marzo del prossimo anno i requisiti energetici imposti nel 2021 sono destinati a diventare ancora più stringenti. Una delle conseguenze è che, come sostiene anche il Product Development Director di TCL Europe, Marek Maciejewski, i TV 8K potrebbero non essere più venduti nel nostro Continente.
Usiamo il condizionale perché non è ancora detta l’ultima parola. Samsung, ad esempio, è convinta che sia possibile realizzare TV 8K con consumi energetici conformi al nuovo regolamento europeo, anche se viste le tempistiche non sarà per nulla facile e, in ogni caso, bisognerà scendere a compromessi tecnici che in qualche modo freneranno l’innovazione di questi televisori. La UE ha infatti posto limiti di consumo energetico così bassi che, secondo la 8K Association, nessuno (o quasi) dei TV 8K e microLED oggi in commercio riuscirà a rispettarli.
Se infatti fino a oggi la regolamentazione dell’Energy Efficiency Index (EEI) europeo ha consentito ai TV microLED e a tutti i tipi di televisori 8K una sorta di esenzione dal rispetto dei limiti di potenza massima, dal prossimo marzo non ci sarà più alcuna eccezione per nessun tipo di TV, schermo o display, che non dovrà superare tassativamente un EEI massimo (EEImax) di 0,90. Questo limite sarà tra l’altro esteso a qualsiasi tipo di TV (anche 4K), ma è particolarmente rischioso proprio per i TV 8K (LCD e OLED) a causa sia della densità maggiore di pixel di questi modelli, sia dei processori più potenti necessari per pilotare questi pannelli, il che significa maggior potenza richiesta e quindi maggiori consumi.
Ma cosa significa precisamente questo limite dello 0,9? Facendo un rapido calcolo (vi evitiamo la spiegazione matematica alla base), un TV da 65’’ acceso che mostra immagini in SDR nell’impostazione video di default dovrebbe assorbire una potenza massima di 116 Watt, ma se andiamo a vedere alcuni modelli oggi in commercio sono quasi tutti ampiamente sopra i 200W, con il TCL X925 che arriva addirittura a 287 e l’LG QNED99 che invece si ferma a 195. Salendo a 77’’, il nuovo limite impone un consumo massimo di 150W, ma anche in questo caso un TV 8K come l’OLED LG Z2 consuma 248W e anche tutti gli LCD 8K dalle dimensioni simili vanno ben oltre i 200W (il TCL X925 si spinge addirittura a 356W).
A finire interessati da questa “mannaia” energetica voluta dall’UE, che conta così di tagliare i consumi dei televisori europei di 39 terawattora l’anno entro il 2030, ci sarebbero però anche alcuni modelli MiniLED 4K (il Samsung QN95B da 65’’ consuma ad esempio 122W sui 115W permessi), sebbene la maggior preoccupazione dei produttori riguardi i modelli 8K (i MicroLED finora non fanno testo vista la loro diffusione quasi nulla).
Dovremo quindi dire addio ai TV 8K dal prossimo anno? Non è ancora sicuro al 100%. Da un lato infatti esiste la possibilità di una revisione del nuovo indice di efficienza energetica (EEI) entro la fine di quest’anno e quindi, prima di marzo 2023, potrebbe cambiare qualcosa, sebbene la 8K Association abbia fatto notare come al momento l’agenda della Commissione Europea da qui al 25 dicembre non preveda tale revisione.
L’altra possibilità per evitare il peggio è che i produttori impostino la modalità video di default dei loro TV “incriminati” per abbassare al minimo i consumi, con però il risultato di avere un TV out-of-the-box molto meno luminoso. Nulla poi vieta di modificare le impostazioni video e di tararsi il TV come si vuole, ma anche con questa scappatoia molti televisori (soprattutto quelli che sforano di molto il limite dello 0,9) potrebbero comunque non rientrare nei limiti e rimanere così “fuori legge”.
Nella peggiore delle ipotesi, contando come i TV 8K siano già una nicchia di mercato, la loro diffusione in Europa subirebbe insomma un contraccolpo durissimo dal quale sarebbe davvero difficile riprendersi. E, proprio in vista di questo scenario ben poco edificante per alcuni brand importanti, abbiamo chiesto a Samsung Italia, LG Italia e TCL Italia un loro commento su questa situazione.
Se Samsung ci ha risposto dicendo che al momento la situazione è in divenire e che attende nuovi sviluppi da parte delle istituzioni europee, LG Italia non ha espressamente voluto commentare e TCL Italia, a dispetto della filiale europea che dimostra interesse, non ha dato segni di vita.
Anche a noi, a questo punto, non rimane che attendere, ma troviamo queste limitazioni francamente discutibili, soprattutto in un periodo come questo in cui, per risolvere la crisi energetica, “prendersela” con alcuni TV (tra l’altro ancora molto poco diffusi in Europa) appare come voler spegnere un incendio con un bicchierino d’acqua….
Con tutti i problemi che ci sono i burocrati di Bruxelles potrebbero rivedere la lista delle priorità,
non credete?
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