Quali fattori considerare quando si scelgono le casse per produrre musica
In ambito di produzione di musica elettronica, le casse sono una delle prime componenti a cui dobbiamo pensare. Sono degli strumenti che useremo per molti anni, pertanto occorre fare attenzione a come si scelgono. Una buona parte di producer non esperti, ad esempio, non si rende conto della differenza tra normali casse e monitor.
UTILIZZO DEI MONITOR DA STUDIO
Bene o male chiunque sa cosa sia una cassa, ma il discorso cambia in tema di home studio. Negli studi di produzione e registrazione, ciò che è necessario utilizzare sono i monitor da studio. La differenza è sostanzialmente nello scopo che questi strumenti hanno. Le casse hanno l’obiettivo di rendere accattivante ogni brano riprodotto, “pompando” le tracce tramite un equalizzatore. Quest’ultimo serve ad enfatizzare o ridurre certe frequenze. Generalmente, le casse che si usano alla feste, ad esempio, enfatizzano molto le basse frequenze, in modo da avere dei bassi più corposi e potenti, così la gente è più invogliata a ballare. Questo concetto vale più o meno per tutte le casse da ascolto, dai piccoli altoparlanti fino a quelle che si usano sui palchi o in discoteca.
Il discorso cambia se invece consideriamo i monitor. Se ci pensiamo, in uno studio di produzione non converrebbe usare le comuni casse, poiché esse tenderebbero ad enfatizzare troppo il brano riprodotto, col risultato che tutto ciò che produrremo verrà da noi percepito come fantastico. Ed ecco che entrano in gioco i monitor: essi permettono di “monitorare” un brano evitando il più possibile di enfatizzare certe frequenze.
In questo modo, in studio potremo avere un ascolto il più oggettivo possibile, rendendoci immediatamente conto della presenza di errori nel mix del brano. I monitor vengono utilizzati per il mixaggio di un brano, ovvero per il bilanciamento delle tracce di cui il brano stesso è composto. Ciò non è fattibile con le casse comuni, perché esse andrebbero ad “ingannarci” e le nostre produzioni risulterebbero ottime all’ascolto solo nel nostro studio.
In definitiva, le casse tradizionali servono ad avere un volume elevato e delle tracce “pompate” all’ascolto. I monitor servono per produrre e mixare con criterio, ad un volume non troppo alto ma con altissima qualità e precisione, senza aggiungere effetti o manipolazioni alla traccia. Molti potrebbero pensare che a questo punto conviene prendere dei monitor, utilizzabili usare sia per produrre e all’occorrenza per suonare in un locale. Questo è però sbagliato, perché i monitor non “spingono” le tracce come fanno le casse. Inoltre, spesso non raggiungono livelli di potenza in termine di volume adatti ad una festa, specialmente se con molte persone. I due strumenti hanno quindi scopi differenti e non devono essere confusi.
TIPOLOGIE DI MONITOR
Esistono monitor attivi o passivi. I primi sono dotati di amplificatore interno, utilizzati in abbinamento ad una scheda audio. I secondi necessiteranno un collegamento ad un amplificatore esterno. Orientatevi sempre sui primi, quindi sui monitor attivi, che sono lo standard negli studi di produzione.
Il livello qualitativo dei monitor deve essere adeguato alla propria situazione, soprattutto per quanto riguarda la stanza in cui dovranno essere posizionati. Non ha molto senso investire in monitor molto grandi e costosi se si ha una stanza piccola o comunque non molto grande. Per questo motivo, si usano i monitor nearfield, che si posizionano a un massimo di 2 metri dall’ascoltatore. Generalmente, per la maggior parte dei piccoli studi possono bastare monitor con coni di 4″ o 6″.
È possibile collegare un monitor tramite cavo XLR o TRS, entrambi connessioni di tipo bilanciato. Queste tipologie di connessioni consentono di ridurre drasticamente le interferenze nel segnale audio ottenendo una qualità complessivamente migliore. Naturalmente, occorrerà prestare attenzione alle connessioni della scheda audio da collegare ai monitor. Alcune schede audio non presentano connessioni bilanciate, ma solo RCA, che sono sbilanciate. Generalmente, però, i monitor presentano connessioni di tipo RCA in aggiunta alle altre, anche se sono sempre consigliabili le prime due.
MONTAGGIO E POSIZIONAMENTO
Per i monitor, ci sono delle regole precise di posizionamento nella stanza. Devono essere appoggiati su due sostegni (non direttamente sulla scrivania) ai lati dell’ascoltatore. La distanza tra i due monitor dovrebbe essere la stessa di quella tra il monitor stesso e l’ascoltatore. Per cui, dovrete ricreare una disposizione simile a un triangolo equilatero, a cui angoli avrete i due monitor e l’ascoltatore. Bisogna tenere sempre a mente che ad ogni monitor è necessario abbinare un sostegno, ovvero uno stand molto robusto e pesante, in modo da isolarlo dal resto ed evitare effetti di vibrazione. L’obiettivo è di avere uno stand che vada a creare il livello di inerzia più alto possibile. Dalla vostra posizione di ascolto, dovreste essere in grado di vedere bene i coni dei monitor.
Inoltre, è raccomandabile non posizionare i monitor troppo vicini al muro. Ci dovrebbe essere qualche centimetro di spazio tra il muro e i monitor. Se collocate i monitor a ridosso di una parete, in generale otterrete delle variazioni del suono e problemi di acustica, in particolare un aumento a volte eccessivo di potenza sui bassi e problemi sulle frequenze medie. Quindi prestate attenzione a questo aspetto.
Molte volte, si vedono producer usare monitor appoggiati direttamente sulla scrivania. Questa pratica è sbagliata. Appoggiare i monitor sul piano di lavoro, dove magari sono presenti molti oggetti, porterà alla generazione di risonanze, problematiche soprattutto per i mix. Per questo motivo, oltre all’uso degli stand, spesso tra lo stand stesso e il monitor vengono posizionati dei pad in spugna isolante, che migliorano ulteriormente la situazione. Questi ultimi non hanno un costo particolarmente elevato (si trovano anche sui 30/4o euro), per cui valutatene l’uso.
Da sfatare anche un mito piuttosto comune, ovvero pensare che posizionare i monitor in orizzontale invece che in verticale possa essere una scelta migliore. È vero che molti studi adottano un posizionamento orizzontale dei monitor, ma questo serve in alcune situazioni di ascolto particolari per i fonici nei grandi studi. Non serve assolutamente in un home studio, anzi, ciò può portare problemi di ascolto se la posizione non è correttamente calibrata.
COSTI
I monitor sono strumenti professionali, e in quanto tali sono generalmente più costosi rispetto alle normali casse, a parità di potenza e qualità costruttiva. Senza contare che i monitor devono essere sempre acquistati in coppia altrimenti sono inutili, mentre non è raro trovare feste con magari una sola cassa ma molto potente. Oltre a questo, bisognerebbe considerare che si possono acquistare casse valide anche con un budget relativamente basso, mentre i monitor hanno un costo di base molto più alto.
Per producer agli inizi, la cifra da spendere per una coppia di monitor si aggira intorno ai 250/300 euro per entrambi. Sotto queste cifre, difficilmente troverete qualcosa che abbia un buon livello di qualità in termini di specifiche e costruzione. Prestate attenzione al fatto che nella maggior parte dei casi i prezzi online si riferiscono al singolo monitor. I modelli entry level sono unici, nel senso che basterà comprare la stesso prodotto per avere il monitor sinistro e destro. I modelli di fascia alta, invece, sono specifici: offrono la variante sinistra e quella destra.
PERCHÈ EVITARE I MONITOR ECONOMICI
I monitor fin troppo economici non servono quasi a nulla. La qualità di costruzione spesso è insufficiente, e riescono a riprodurre poche frequenze fedelmente. Se poi dovete usarli per mixare, ancora peggio. Se la qualità del monitor è bassa, si presenteranno dei problemi di enfatizzazioni e cancellazioni soprattutto nelle frequenze medie, le più importanti poiché quelle a cui l’orecchio umano è più sensibile. E come abbiamo detto precedentemente, i monitor devono essere il più neutri possibile, e non portare ad enfatizzazione o alterazioni del suono.
Se non disponete di un budget sufficientemente alto, aspettate e usate delle cuffie di buona qualità. Non ricorrete a casse da palco o strumenti simili.
MODELLI CONSIGLIATI
Il mercato offre una vasta gamma di modelli, adatti ad ogni esigenza. Ottima la serie di KRK, le Rokit RP, disponibili in varie dimensioni (molto valida la versione RP7, adatta alla maggior parte degli studi non troppo grandi). Probabilmente le avrete viste spesso, sono i classici monitor con cono giallo. Forse la serie Rokit è la migliore per gli home studio, in rapporto qualità/prezzo.
Da segnalare anche le Adam A5X e i modelli HS5 e HS8 di Yamaha, tutte soluzioni molto valide come monitor. Questi sono i modelli maggiormente consigliati, soprattutto agli inizi. Valutatene sempre bene le caratteristiche tecniche, incluse le connessioni e le dimensioni prima di sceglierli, tenendo conto che vi accompagneranno per un bel po’ nella vostra carriera di produttore o ingegnere del suono.
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