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Come scegliere il TV migliore per guardare lo sport

tv sport

Non ci si pensa spesso quando si decide di acquistare un nuovo televisore, ma alcune caratteristiche tecniche possono fare la differenza nel godersi al meglio lo sport in TV

Non siamo abituati a considerare l’acquisto di un nuovo TV anche in funzione “sportiva”, o almeno non del tutto. Scegliere un modello guardando anche a caratteristiche tecniche specifiche per godersi al meglio lo sport in TV non è infatti una pratica abituale, ma a ben vedere queste caratteristiche esistono e possono davvero fare la differenza se si è appassionati di sport e se si vuole vivere un’esperienza di visione di primissimo livello guardando una partita di calcio, un match di tennis, una tappa di ciclismo o una gara di Formula 1.

Prendiamo ad esempio l’angolo di visione di un TV. Capita molto spesso (ancora più che un film, un videogioco o una serie TV) di guardare un evento sportivo in TV assieme ad amici o familiari. Un TV con un angolo di visone molto ampio permette anche a chi non è perfettamente di fronte al TV di vedere un’immagine senza alcuna perdita di qualità a livello cromatico o come luminosità e, su questo versante, i TV OLED continuano a mantenere un sensibile vantaggio sugli LCD, sebbene questi ultimi siano migliorati tantissimo negli ultimi anni.

C’è poi il fattore luminosità. Difficilmente, soprattutto quando si è in compagnia, si guarda un evento sportivo immersi nel buio. In un ambiente luminoso, più luminanza riesce a esprimere un TV, migliore sarà l’impatto di visione, anche perché nello sport, a differenza di altri contenuti video, i neri e le tonalità scure non rappresentano un problema visto che sono quasi del tutto inesistenti. In questo ambito, e a parità di fasce di prezzo, i TV LCD riescono a fornire generalmente picchi di luminanza più elevati.


Se poi l’ambiente è particolarmente luminoso e il TV è posizionato in una posizione non proprio ideale, anche il riflesso della luce sullo schermo del TV può diventare un problema distraente. Quasi ogni produttore di TV ha una propria soluzione per gestire al meglio i riflessi (si pensi solo al rivestimento Vanta Black sui pannelli WOLED MLA di LG Display dello scorso anno), ma in generale sono proprio i TV OLED ad assicurare una minor invasività dei riflessi di luce, sebbene non manchino rare eccezioni come i TV LCD The Frame di Samsung con rivestimento opaco.

Dove gli LCD sono invece indietro rispetto agli OLED è nel tempo di risposta, ovvero il tempo necessario a un pixel per passare da un colore all’altro, in genere misurato da un pixel completamente nero a uno completamente bianco o da una tonalità di grigio (grigio scuro o luminoso) alla tonalità di grigio opposta. Un tempo di risposta lento è evidente quando si guarda lo sport, poiché gli oggetti in rapido movimento sullo schermo, come una pallina da tennis, un pallone da calcio o persino i giocatori, lasciano dietro di sé scie sfocate. Su questo versante gli OLED hanno nel complesso una marcia in più rispetto agli LCD in quanto le transizioni dei pixel sono quasi istantanee, sebbene anche alcuni dei migliori LCD odierni se la cavino egregiamente grazie al continuo miglioramento di algoritmi, processori di immagine ed elettroniche di supporto.

Un altro parametro a cui fare attenzione che in questo caso penalizza gli OLED (anche se molto meno rispetto agli anni scorsi) è il rischio di “stampaggio” (o burn-in) dell’immagine. Un evento sportivo, a differenza di un film, è caratterizzato da grafiche in sovrimpressione più o meno fisse (si pensi solo al punteggio in un incontro di tennis). La presenza di questi elementi grafici fissi (ancor più se si è soliti tenere una luminosità molto elevata e guardare il TV per ore e ore) può teoricamente far correre il rischio che questi elementi grafici lascino un segno permanente sul pannello del TV, che andrebbe così a rovinare più o meno pesantemente l’esperienza di visione.

Gli OLED, proprio per la natura stessa della tecnologia, sono più suscettibili a fenomeni di burn-in rispetto agli LCD e gli eventi sportivi, assieme ai videogiochi, sono i contenuti più a rischio su questo versante. Va comunque detto che rispetto ai primissimi TV OLED i modelli attuali adottano tutta una serie di tecnologie per evitare il burn-in e, solo in casi davvero eccezionali (e difficilmente riscontrabili in normali scenari di utilizzo normale del TV), possono ancora verificarsi fenomeni di questo tipo (ne abbiamo parlato diffusamente in questo articolo).

L’ultimo elemento a cui fare attenzione riguarda la compensazione o interpolazione del movimento (motion smoothing in inglese), la cui gestione è presente nelle impostazioni video di ormai qualsiasi TV sotto diverse sigle (Ultra Smooth Motion, TruMotion, Intelligent Frame Creation, Auto Motion Plus ecc.). Si tratta di una tecnologia progettata per ridurre i fenomeni di judder e blur e funziona generalmente introducendo fotogrammi artificiali tra i fotogrammi effettivi presenti nel flusso originale di un contenuto video, con il risultato del tanto odiato effetto video in stile “soap opera”.

A differenza dei film, abilitare il motion smoothing sul proprio TV per i contenuti sportivi può migliorare l’esperienza di visione dal momento che, se questa tecnologia è implementata e regolata al meglio (prendetevi pure un po’ di tempo per sperimentare con i vari settaggi), può portare alcuni indubbi benefici a contenuti in cui ci sono figure ed elementi in continuo movimento, sebbene in questo caso contino molto i gusti personali (c’è chi proprio detesta l’effetto soap opera con qualsiasi contenuto).

Purtroppo, non si può capire a priori la qualità del motion smoothing di un TV senza averlo prima testato e in ogni caso una sua gestione perfetta e senza artefatti è ancora una chimera, anche se logicamente i TV top di gamma offrono una migliore esperienza grazie a processori più potenti, ad algoritmi di IA più efficaci e a una maggior quantità di opzioni personalizzabili.

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