Se siete nati tra gli anni Settanta e Ottanta non vi sarete sicuramente fatti sfuggire la serie cinematografica di Karate Kid. Cobra Kai ci ripropone i nostri Johnny e Daniel con qualche capello in meno ma con una rivalità sempre viva.
Cobra Kai ha unito in un colpo solo la generazione dei quarantenni e quella degli adolescenti ricordando in parte una operazione già vista con Stranger Things. A questo si aggiunge il tema del bullismo, più che mai attuale ed il ruolo dell’educatore .
La trama.
Johnny Lawrence, a più di trent’anni dallo storico scontro con Daniel La Russo, decide di riaprire il Dojo Cobra Kai. Johnny non è più il ragazzino ricco e viziato di trent’anni fa, bensì un uomo alla soglia dei cinquanta con una serie di fallimenti alle spalle. Il fallimento maggiore è la fine del rapporto con la madre di suo figlio Robbie che prova rancore e rabbia nei confronti del padre per essere sparito dalla sua vita quando lui ne aveva bisogno.
Daniel La Russo invece è l’incarnazione del classico bravo padre di famiglia americano. Proprietario di una concessionaria di auto di lusso , sposato e con due figli. La figlia adolescente Samantha sarà uno dei personaggi chiave della serie.
Come dicevamo Johnny riapre il Cobrai Kai ed il motto è lo stesso di trent’anni fa, inculcato al sensei Lawrence dal sensei Kreese : “Colpisci per primo, colpisci forte. Nessuna pietà“. Le cose per il Dojo Cobra Kai non vanno affatto bene non si vede l’ombra di un iscritto fino a quando un ragazzino, Miguel Dias, vittima di continui atti di bullismo a scuola, inizia a prendere lezioni dal sensei Lawrence. Gli atti di bullismo a scuola continuano ma grazie alle lezioni al Cobra Kai, Miguel riesce a difendere non solo sé stesso ma anche i suoi amici dagli attacchi dei bulli. Da qual momento è boom di iscritti al dojo. Tutto questo grazie alla video ripresa del combattimento di Miguel contro i bulli della scuola condivisa sui social. Johnny Lawrence insegnerà ai suoi allievi a colpire duro ma allo stesso tempo i suoi allievi e suo figlio, gli faranno capire che il colpire duro non è l’unica via, anzi, esiste la pietà, la compassione ed il rispetto dell’avversario. Nel frattempo Daniel decide di riaprire il Miyagi-Do Karate per contrastare il suo vecchio rivale di sempre ed insegnare un karate diverso basato sul “dai la cera togli la cera”.
Di cosa parla?
Cobra Kai tratta di un tema importante come il bullismo, parla di quanto possa essere devastante per un adolescente subire di continuo molestie. Parla dei modi di comunicare degli adolescenti e del cyberbullismo. Ci fa capire quanto sia importante il ruolo degli educatori per i nostri figli e quanto al contempo possano esserlo gli adolescenti per gli educatori stessi. Altro tema importante è quello della redenzione. Johnny tenta in ogni modo di redimersi. Diventare una persona migliore non è facile e gli ostacoli sono tanti. Tra questi troviamo anche Daniel La Russo che a priori non crede nel cambiamento del sensei Lawrence. Almeno noi, fan sfegatati di “Daniel san”, stavolta abbiamo fatto il tifo per Johnny. Non solo, ci siamo arrabbiati col “perfetto” e a volte noioso Mr La Russo sempre pronto a fare la morale e a sostenere l’impossibilità del cambiamento.
Vale la pena guardarlo?
Episodi brevi da circa trenta minuti ciascuno. Combattimenti spettacolari non esattamente propri del Karate ma che contribuiscono a rendere dinamiche e spettacolari molte scene della serie. Non dovrebbe mancare molto all’uscita della quarta stagione. Quindi, se non l’avete ancora fatto, sintonizzatevi (trent’anni fa si diceva cosi) su Netflix e rimettetevi in pari con le stagioni precedenti di Cobra Kai. Ne vale la pena. A tal proposito non perdetevi l’ultima puntata della terza stagione. Vedrete accadere ciò che più di trent’ anni fa non vi sareste mai e poi mai aspettati!
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