Sulle orme dell’icona del 20° secolo Ernesto “Che” Guevara nell’indipendente I diari della motocicletta. Distribuzione DVD BIM QMedia
I diari della motocicletta colloca gli eventi negli anni Cinquanta. Due giovani amici, Ernesto Guevara de la Serna e Alberto Granado, attraversano il continente latinoamericano in sella a una vecchia moto. In sette mesi percorrono diecimila chilometri e vivono un’esperienza che li trasforma sul piano emotivo e politico. Da questa esperienza nascono il futuro eroe della rivoluzione cubana e il fondatore della Scuola Medica di Santiago de Cuba.
Guevara e Granado compirono questo viaggio due anni prima dell’incontro di Guevara con Raul e Fidel Castro in Messico, e sette anni prima della vittoria della Rivoluzione Cubana. Viaggiarono tra Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela, lungo strade impervie e polverose, attraverso grandi città e sperduti villaggi rurali, alla scoperta delle mille contraddizioni di questo territorio, dalla miseria degli Indios alla vastità dell’oceano, dalla sofferenza dei lebbrosi all’umanità di chi dedica la propria vita agli altri.
Guevara, soprannominato ‘Che’ per via del suo intercalare frequente (tipico tra gli ispanici argentini), affidò ai diari i pensieri, le emozioni, le riflessioni di un ragazzo (quale lui era all’epoca del viaggio) che si confrontava con una realtà sconosciuta e totalmente diversa da quella cui era abituato. Descrisse l’amicizia che lo univa al suo compagno di viaggio e che trasformò entrambi in uomini eccezionali, destinati a scrivere pagine indelebili nella storia del proprio popolo.
Narrò anche il dispiacere provato per la perdita della moto da cui era caduto innumerevoli volte, ma che per lunga parte di quel viaggio era stata compagna infaticabile, lungo le strade della Patagonia, della cordigliera andina e del deserto dell’Atacama. Pubblicati a Cuba nel ‘93, i diari sono stati trovati in uno zaino, diversi anni dopo la sua morte.
CITAZIONE DI ERNESTO ‘CHE’ GUEVARA
«Date le circostanze in cui viaggiavo, prima come studente e poi come medico, conobbi da vicino la povertà, la fame e le malattie, l’impossibilità di curare un figlio per mancanza di denaro, lo stordimento provocato dalla fame continua e dalle punizioni. E cominciai a capire che c’erano cose per me altrettanto importanti del diventare un famoso scienziato o dare un significativo contributo alla medicina: volevo aiutare quella gente».
Il Film
Ernesto Guevara, 23 anni, studente in medicina, e Alberto Granado, 29 anni, biochimico, partono da Córdoba (Argentina) in sella a una malandata Norton M18 500 cc del ’39. E’ il 29 dicembre 1951 e i due ragazzi hanno sete di libertà e desiderio di conoscere la propria terra. Si fermano per un paio di giorni nella casa in cui vive la ragazza di Ernesto, poi proseguono il viaggio tra cadute dalla moto e tentativi di mangiare, dormire e divertirsi a sbafo. Quando la moto si rompe definitivamente, la abbandonano. E’ il primo momento di vera tristezza.
I due giovani proseguono in autostop, a piedi, in battello e con vari mezzi di fortuna. Entrano in contatto con la dura realtà di un territorio dagli aspetti stridenti, abitata da poveri, disperati, giornalieri che lavorano nelle grandi proprietà, lavoratori delle miniere di rame e salnitro nel sud del Cile, e dagli indios. Quando raggiungono le alture di Machu Picchu, a contatto con l’eredità degli Inca e con l’emarginazione degli indigeni, il cambiamento interiore è già in atto. Trascorrono tre settimane a lavorare nel lebbrosario di San Paolo, nel bacino del Rio delle Amazzoni, vicino a Iquitos, in Perù, dove il grande fiume divide i sani dai malati.
Un fiume che Ernesto attraversa a nuoto in una notte piovosa, nel giorno del suo compleanno, nonostante l’asma che lo affligge.
I due ragazzi incominciano a riflettere sugli effetti negativi del progresso sui poveri e gli oppressi. In Ernesto si fa strada l’idea di dedicare a loro la vita. Al termine del viaggio, il 26 luglio 1952, i due amici si separarono: sono profondamente cambiati da quell’esperienza che ha segnato la scoperta di una vocazione. Si riuniranno dopo otto anni per proseguire insieme nel cammino verso la realizzazione del proprio credo.
Curiosità
La realizzazione del film ha richiesto due anni di lavorazione e una lunga fase di ricerca che ha condotto la troupe cinematografica in alcuni Paesi dell’America latina dove ha raccolto le testimonianze di Alberto Granado, della famiglia Guevara e del direttore del “Centro de Estudios Ernesto Che Guevara” di L’Avana. Ha riservato piacevoli sorprese come quella di scoprire in Rodrigo de la Serna (Granado nel film) un attore di talento e la sua parentela (cugini di secondo grado) con il vero Ernesto Guevara de la Serna.
Le riprese sono state girate negli stessi luoghi visitati dai due amici durante il viaggio: in Argentina, (Buenos Aires, Miramar, San Bernardo, Bariloche, Lago Frías, Villa La Angostura, Mendoza), in Cile (Temuco Lautaro, Freire, Vaiparaíso, Chuquicamata, Deserto de Atacama), in Perù (Machu Picchu, Ollantaytambo, Cuzco, Lima, Iquitos, Santa Maria) e a Cuba (l’Avana).
Durante le riprese del film, sono stati utilizzati cinque esemplari di Norton restaurate, di cui uno è esposta nel sacrario di Santa Clara insieme alle ceneri del ‘Che’ e un altro è stato donato a Granado al termine della lavorazione della pellicola.
In alternativa alla Norton, nella scena dell’incidente, sono state impiegate moderne Suzuki modificate. Secondo il regista, le vecchie Norton erano più affidabili delle Suzuki che invece si rompevano continuamente.
La scena in cui i due amici stanno viaggiando in sella alla moto sulla neve non era prevista dalla sceneggiatura: per poterla girare la troupe ha dovuto affrontare condizioni meteorologiche eccezionali.
La motocicletta
La Norton 500 M18 del ’39, ribattezzata “La Poderosa II”, è la protagonista del primo viaggio di Guevara attraverso il continente latino-americano. Era prodotta dalla britannica Norton Manufacturing Company, fondata da James Lansdowne Norton all’inizio del 1898 come fabbrica di componenti per biciclette.
Nata nel 1922 in versione sportiva, la Norton 500 M18 è stata utilizzata negli anni Venti dalle leggende dello sport motoristico Achille Varzi e Tazio Nuvolari. In sella alla Norton 500 M18 Nuvolari vinse numerose gare e si aggiudicò il Campionato di I Categoria del ‘24. Veloce e all’avanguardia, la Norton 500 M18 si distinse anche in svariate edizioni del Tourist Trophy dell’Isola di Man. Nel corso degli anni fu continuamente aggiornata e divenne un modello adatto al turismo. La sua produzione terminò nel ’54.
La versione che accompagnò il “Che” nel suo viaggio in America latina fu costruita dal ’32 al ’45. Era prediletta dagli amanti dei lunghi viaggi per la sua affidabilità, per la robustezza e la facile manutenzione. Ernesto e l’amico la utilizzarono per circa quattromila chilometri e poi la abbandonarono a causa di una rovinosa caduta che ne aveva compromesso il funzionamento.
Così il “Che” scrive nei diari: «…poi La Poderosa termina la sua corsa poco distante il villaggio di Gallipoli. Finalmente iniziamo l’arrampicata di Malleco, dove c’è un ponte che i cileni ritengono il più alto d’America: fu li che la moto piantò la sua bandiera. Durante una lunga e dura salita, una delle tante che abbondano su quella strada, La Poderosa è rimasta definitivamente inchiodata…».
In realtà, la causa dell’interminabile serie di cadute e di incidenti sui percorsi fuoristrada, che accadevano quotidianamente durante gli spostamenti, era l’assenza di sospensioni posteriori e il sovraccarico che alleggeriva in modo anormale l’avantreno.
Scheda tecnica motocicletta
Modello: Norton M18
Anno: 1938
Categoria: sportiva – turistica
Motore e trasmissione
Cilindrata: 490 cc
Rapporto di compressione: 6,45:1
Motore: monocilindrico a quattro tempi
Potenza: 21 HP
Alesaggio e corsa: 79 x 100 mm
Alimentazione: benzina, carburatore Amal monobloc 276
Distribuzione: aste e bilancieri, e valvole laterali
Accensione: magnete
Raffreddamento: aria
Trasmissione primaria: catena
Cambio: separato a quattro velocità
Trasmissione finale: catena
Ciclistica
Telaio: tubolare, monotrave superiore, mono culla aperta, posteriore rigido
Sospensione anteriore: a parallelogramma
Sospensione posteriore: rigida
Freno posteriore: a tamburo
Dimensioni e peso
Peso a secco: 169,64 kg
Rapporto potenza/peso: 0,1243 HP/kg
Scheda tecnica film
Titolo: I diari della motocicletta (titolo originale: Diarios de motocicleta)
Anno: 2004
Paese: Argentina; Brasile; Cile; Perù; Stati Uniti
Genere: avventura, drammatico, biografico
Durata: 126 minuti
Regia: Walter Salles
Attori: Gael García Bernal, Rodrigo de la Serna, Mia Maestro, Mercedes Moran, Jean-Pierre Noher, Susana Lanteri
Casting: Walter Rippel
Sceneggiatura: José Rivera
Fotografia: Éric Gautier
Montaggio: Daniel Rezende
Scenografia: Carlos Conti
Supervisore artistico: Gianni Minà
Costumi: Beatriz Di Benedetto, Marisa Urruti
Musiche: Gustavo Santaolalla
Effetti speciali: Georges Demétrau, Ricardo Espeche
Suono: Jean Claude Brisson
Colore: technicolor
Distribuzione: BIM
Produzione: South Fork Pictures, Tu Vas Voir Productions, Senator Film Production, Filmfour
Produttori esecutivi: Robert Redford, Paul Webster, Rebecca Yeldham
© 2018, MBEditore – TPFF srl. Riproduzione riservata.